Nei giorni scorsi, in modalità telematica, si è tenuto l’incontro del Comitato consultivo del Garante, sul tema “Estate e Patti educativi di comunità: il protagonismo delle associazioni”.
All’incontro hanno partecipato i componenti del Tavolo Tecnico del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, le associazioni del Comitato Consultivo del Garante e altre realtà del mondo dell’associazionismo.
Il Patto educativo di comunità è uno strumento introdotto dal MIUR e inseriti nel “Piano scuola 2020-2021”, per dare la possibilità ad enti locali, istituzioni, pubbliche e private, realtà del Terzo Settore e scuole di sottoscrivere specifici accordi, sotto forma di protocolli d’intesa tra le parti, rafforzando così non solo l’alleanza scuola-famiglia, ma anche quella tra la scuola e tutta la comunità educante.
Tra gli obiettivi principali del Patto di comunità c’è quello di prevenire e combattere la povertà educativa, la dispersione scolastica e il fallimento educativo di bambini e bambine, ragazzi e ragazze attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale di tutti gli attori in campo che con pari dignità si impegnano a valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e tutte le risorse del territorio.
Come evidenziato in un precedente incontro sul tema, le scuole lucane e l’associazionismo non sono riuscite a presentare progetti nell’anno scolastico in corso. Per il prossimo anno scolastico 2021/2022, però, i patti educativi di comunità diventeranno strumento cardine. Da qui la necessità di un patto tra scuola, amministrazioni locali e tutti gli attori territoriali della comunità di riferimento (associazioni, enti del terzo settore, privati cittadini, cooperative sociali) per costruire una comunità educante, partendo già dall’estate che deve essere vissuta come periodo di costruzione.
Inizia i lavori il Garante, introducendoi Patti e raccontando la disponibilitàraccolta da parte delle istituzioni regionali e provinciali, nel precedente incontro. Inoltre il Garante informa di aver chiesto all’USR se fosse possibile bloccare i fondi del Piano scuola estate 2021 per poterli eventualmente utilizzare in seguito, per finanziare Patti che a causa del poco tempo a disposizione non sono riusciti a rientrare nella richiesta ufficiale (entro il 23 maggio 2021).
Mario Coviello, Presidente Provinciale Unicef Basilicata e membro del tavolo tecnico consultivo del Garante, prende la parola per spiegare il lavoro del team lucano di esperti nella stesura delle Linee programmatiche per l’attivazione di Patti educativi di comunità. Coviello parla della difficoltà incontrata dalla scuola lucana in questo periodo pandemico, difficoltà che comunque non hanno impedito la realizzazione dei piani estivi.
Il Presidente dell’associazione di persone diabetiche di tutte le età, Alad/Fand,AntonioPapaleo, ringrazia il Garante per il suo lavoro. Chiede di porre attenzione ai ragazzi, a partire dall’ambiente scolastico. Gli alunni hanno sofferto tanto per la DAD, e molti sono rimasti esclusi perché non attrezzati per poter partecipare. I Patti sono quindi un’opportunità per integrare nuovamente questi alunni. Bisogna dare ai giovani la cultura, la salute, le prospettive di vita, per evitare dispersione scolastica ed emigrazione. Bisogna inoltre tener presente nei Patti che una considerevole parte della popolazione lucana è costituita da anziani: bisogna pensare anche a loro.
A seguire, la Presidente dell’associazione di promozione sociale Adalgisa e le artigiane delle idee, Angela Canonico, racconta la propria esperienza a Lagonegro, con il progetto “Una scuola per tutti”. Evidenzia che spesso le associazioni propongono alle scuole progetti, ma che queste ultime non rispondono positivamente. A volte le scuole risultano “scollate” dal territorio e non in rete tra loro. Evidenzia anche la presenza di alunni provenienti da più paesi limitrofi, e quindi spesso non facilmente raggiungibili da progetti per via della lontananza. Sottolinea infine come sia necessaria una Rivoluzione culturale, e che i Patti educativi servono proprio a questo scopo. Nei Patti anche gli adulti sono chiamati a rinnovarsi, e questo giova a tutta la comunità.
Angela Possidente, Presidente associazione diabetici Basilicata sezione giovani, ci racconta anch’essa delle difficoltà a scuola per gli alunni affetti da diabete. Il problema principale è relativo alla somministrazione dei farmaci: spesso le scuole invece di agevolare il percorso di questi studenti e relative famiglie, ostacola il percorso di inclusione, costringendoli a cambiare scuola. È necessario informare i docenti e fare rete per includere questi ragazzi.
Giuseppe Tataranno, Presidente Anffas Policoro, ci parla della sua esperienza rispetto al progetto estivo “Disabilmente estate”, giunto ormai alla sua 8° edizione. Questo progetto nasce per far vivere il mare a minori con disabilità, in quanto i campi estivi tradizionalisolitamente non progettano per accogliere questi bambini e ragazzi. Il Presidente chiede che questo progetto venga sostenuto e sviluppato, grazie a contributi pubblici. Nel caso manchino, il progetto verrà comunque sostenuto dai fondi dell’associazione, così come fatto finora. Anche Tataranno sottolinea la difficoltà delle scuole quando sono presenti alunni che assumono farmaci. Importante quindi la formazione, ma anche la presenza a scuola di sportelli specifici.
Pietro Monico, Presidente dell’ Osservatorio nazionale diritto di famiglia, afferma che la comunità è stata distratta, negli ultimi due anni, dalla pandemia. I Patti sono l’occasione per recuperare il senso di comunità che ci deve appartenere. Parla anche del protocollo di intesa con il Garante, per monitorare e prevenire il disagio giovanile.
Antonella Iallorenzi, Direttrice artisticadella Compagnia teatrale Petra, racconta le proprie esperienze di collaborazione con diverse scuole su tutto il territorio lucano. Ci parla dei diversi progetti portati avanti, destinati alle diverse fasce d’età, indirizzate a scuole di ogni grado ma anche alle persone in carcere. Questo perché il teatro è una attività altamente inclusiva e può aiutare a sostenere i sogni dei nostri giovani. Sostenere i sogni aiuta a contrastare lo spopolamento.
Rocco De Santo, Presidente area welfare diEnfor, ci parla dei progetti su DSA, autismo e contrasto alla povertà educativa, messi in campo in tutta la Basilicata e finanziati dai fondi di Con i Bambini. Grazie a questi finanziamenti è possibile offrire gratuitamente servizi ai minori e supporto alle scuole; da sottolineare l’impatto positivo sui diversi territori interessati da questi progetti. L’ Enfor si occupa anche di ricerca, valutando l’impatto del Covid-19 sui bambini in età preadolescenziale. È importante fare rete per condividere risorse ed aiuto, ma anche lui sottolinea la difficoltà a reperire collaborazione con le scuole. Invece fare rete è fondamentale, in quanto si è passati da un welfare di comunità ad un welfare di prossimità, e questo è importante per la territorializzazione degli interventi.
Il Presidente dell’associazione Dopo di noi, Vincenzo Carlone, chiede progetti in aiuto alla famiglia delle persone con disabilità, lasciate sole e senza aiuti. Ringrazia il Garante chesta lavorando con la giunta regionale per l’approvazione di una legge regionale per il dopo di noi, una legge di civiltà, quanto mai necessaria in una comunità che deve stringersi intorno ai suoi soggetti più fragili.
Michele Sensini, Save the Children e responsabile del Punto Luce di Potenza, racconta del protocollo di intesa stipulato con il comune per portare avanti le attività con i minori, rese gratuite grazie ai finanziamenti di Con i bambini. Sensini rende pubblica la disponibilità di Save the Children ad offrire opportunità per minori in difficoltà in tutto il territorio lucano, previa segnalazione. Sottolinea anche l’importanza di reperire spazi utili alle attività: lo spazio è considerato il terzo educatore da Raffaella Milani, responsabile dei progetti di Save the Children.
Francesco Tamburrini, associazioneConsolidal, parla dei centri estivi che gestisce da 8 anni. Anche lui sottolinea l’Importanza di avere spazi adeguati e la difficoltà a reperirne dalle amministrazioni locali. Nel suo intervento racconta della missione pedagogica ad ispirazione makarenkiana, portata avanti in centri presenti non solo in Italia ma anche all’estero.Qui si propone un collettivo pedagogico moderno, concetto sul quale si fonda la comunità educante messa in atto in questi centri estivi.
Antonio Sanfrancesco, Presidente cooperativa Filef Basilicata, parla del suo lavoro con gli stranieri. Afferma che l’accoglienzanon sempre è garantita per gli stranieri, e i minori a scuola ancora incontrano molte difficoltà. È importante fare rete per accogliere meglio, perché non bastano le belle parole, ma servono i fatti. Con i Patti educativi di comunità sicuramente l’accoglienza e l’inclusione degli stranieri potrà essere agevolata.
Francesca Petronelli, del Consorzio Città Essenziale lascia il proprio apprezzamento al lavoro del Garante e all’istituzione dei Patti educativi sul territorio.
La Presidente AMI, l’avvocata Luciana Iannelli, dà la propria disponibilità alla collaborazione in rete sul territorio, mettendo a disposizione le proprie competenze.
Raccoglie la sintesi degli interventi Isabella Labanca, Presidente dell’associazione dei pedagogisti ed educatori di Basilicata Ainsped, membro del tavolo tecnico consultivo del Garante. Riprende alcuni concetti espressi dai vari relatori, rispondendo secondo quanto previsto dal Piano scuola estate 2021. Questo interessante documento è il punto di partenza e di lancio dei Patti educativi di comunità, al fine di attivare in tutte le scuole laboratori utili a generare apprendimenti significativi negli alunni, provati da due anni scolastici in pandemia, dove è stata garantita la didattica ma dove sono mancate opportunità relazionali e concrete. Il Piano estate farà da ponte per il prossimo anno scolastico. La dottoressa coglie l’opportunità per parlare anche del documento “La città ai ragazzi”, linee guida elaborate dal Garante e suo tavolo tecnico lo scorso anno, documento di notevole lungimiranza rispetto all’istituzione di Patti educativi di comunità.
Conclude magistralmente i lavori il Garante: bisogna costruire reti territoriali per mitigare i fenomeni dell’emarginazione sociale, dispersione scolastica e Neet (ragazzi che non studiano e non lavorano). Per costruire un buon Patto educativo la scuola deve evidenziare i bisogni, l’amministrazione locale deve mettere a disposizione le risorse e deve coinvolgere le associazioni e gli enti presenti sul territorio per dare una risposta efficiente grazie alla specificità che ogni attore può mettere in campo. Gli obiettivi cruciali dei Patti educativi di comunità sono: equità ed inclusione, scambio intergenerazionale, apprendimento e servizio solidale, cittadinanza attiva (attraverso la quale dare ai giovani fiducia nelle proprie possibilità), promozione del patrimonio naturale e culturale. Amministrazioni e associazioni devono chiedere risorse sulla base dei bisogni locali in un’ottica diterritorializzazione; la scuola deve innovarsi sulla base degli interessi dei ragazzi, affinché vadano a scuola non per obbligo ma perché felici di andare. I Patti educativi di comunità ci danno la possibilità, attraverso una sussidiarietà orizzontale, di stare tutti sullo stesso piano. Da qui l’augurio di un proficuo proseguimento dei lavori.