Il cambio di “residenza” della statua dello statista Alcide De Gasperi, interessa la politica più di ogni altra cosa che la politica stessa avrebbe dovuto tenere in attenzione come, ad esempio la scomparsa dell’azienda “Nicoletti”, la scomparsa da Matera di Uffici vari e per ultimo quella che sarà la scomparsa da Matera della Banca d’Italia. Fa testo invece un argomento che riguarda lo statista che ha mandato fuori dai Sassi circa venticinquemila persone per quasi diecimila nuclei familiari negli anni Cinquanta. Quei materani che rappresentavano, così sono stati definiti all’epoca i Sassi dalla politica, “la vergogna nazionale”.
“Benedizione vuoi avere”. Erano queste le frasi che si ascoltavano all’epoca in dialetto materano. A pronunciarle erano gli anziani che avevano vissuto gran parte della loro vita nei Sassi, rivolgendo un ringraziamento sentito a Alcide De Gasperi, che nella sua visita a Matera era considerato una sorta di Messia che arriva tra la gente per alimentarne il conforto, le speranze di un vivere “più civile”. Matera decise di tributare un omaggio in onore allo statista e la statua fu l’idea condivisa da tutta la popolazione. Questa fu posta all’ingresso della città, al rione che oggi si chiama Spine Bianche ma che da sempre è stato anche chiamato “Bottiglione”, utilizzando uno dei nomi delle imprese che avevano partecipato alla sua costruzione. La statua fu installata perché la città potesse ricordare per sempre la sua scelta politica di far sfollare i materani dalle grotte per andare ad abitare nei nuovi quartieri, da Lanera a Serra Venerdi, a Bottiglione, a Villa Longo. Alcide De Gasperi entrò nella memoria collettiva della gente materana e chi ha vissuto nei Sassi di allora lo ricorda tutt’ora. Grotte, bettole, tuguri furono murati affinchè nessuno potesse più accedervi e sui Sassi per un ventennio calò l’oblìo, tanto che l’erba parietaria invase tutti i Sassi. Quest’erba, detta anche vetraiola, era già utilizzata dalle nostre massaie negli antichi rioni per pulire le bottiglie di vetro destinate alla salsa e ai pomodori a pezzettini, le conserve per l’inverno. La presenza smisurata di erba paretaria provocò un aumento del tasso di allergia nei materani che negli anni Settanta non disponevano in città di uno specialista che potesse intervenire per arginare il fenomeno e curare gli allergici. Fu il dottor Luciano Rossi il primo medico che nel suo laboratorio avviò un’attività di analisi allergologiche. A tanti materani fu così somministrato un vaccino che proveniva dall’Inghilterra. Adesso c’è chi desiderai portare la statua di Alcide De Gasperi nei Sassi, in rioni che oggi si sono rifatti il look tanto da essere considerati immobili di lusso, pronti ad ospitare chi non ci ha vissuto nei tempi di magra. All’epoca in cui per portare acqua nelle case occorreva fare la fila alle fontane dislocate in varie zone della città utilizzando le cosiddette “bagnarole” o “rizzole”. L’acqua poi era conservata nel cosidetto “cuapason”, una giara di terracotta. Oggi le grotte fanno moda, sono quasi uno status simbol della società materana e moltissimi sono i foresteri che decidono di abitare nei rioni tutelati dall’Unesco, gente che non ha vissuto sulla pelle la cultura e le tradizioni materane! La statua di De Gasperi in un contesto come Piazza Caveoso è fuori da ogni logica e da qualsiasi logica materana, soprattutto. De Gasperi sta bene laddove ci sono i materani che hanno vissuto gli abitati dei Sassi, per continuare a ricordare attraverso un passaparola generazionale che “chera stot iet d chir ca no lvet da js o soss” , cioè che “quella statua è di chi ci ha tolto dai Sassi”. La politica deve dare altri segni importanti perché la città possa cogliere le migliori opportunità e che guardi, in primis, alle giovani menti materane che avanzano negli anni ma si ritrovano ancora senza ancora un posto di lavoro! Considerando l’alto spessore politico di chi ha inteso promuovere questa iniziativa dello spostamento della statua di De Gasperi, sarebbe opportuno che il diretto interessato si occupasse di altre questioni, quelle che davvero possono cambiare in meglio le sorti della nostra città.
Carlo Abbatino
All’attenzione dell’onorevole Vincenzo Viti
Regione Basilicata
Potenza
Caro Vincenzo, mio dotto e illustre amico, concittadino
Comunemente si dice “Se ci sei , batti un colpo!
” Tu non hai bisogno di farlo perché ci sei, eccome! Per questo non hai bisogno di sloggiare De Gasperi che tu vorresti relegare nel ventre molle della città.
Il monumento, a mio avviso , sta bene dove a suo tempo l’hanno collocato; per giunta, su un basamento semplice ma così appropriato e ben fatto che sembra anch’esso una scultura. Del resto, la sua attuale collocazione ha una sua logica: posto quasi alle porte della città, sembra voler dare il “benvenuti!” ai visitatori che, malgrado tutto, ancora ci gratificano e ci onorano della loro presenza e sembra fare gli onori di casa nel quartiere che ha alle spalle , Spine Bianche, uno di quelli a suo tempo costruiti per il trasferimento degli abitanti degli antichi rioni, “le vergogna nazionale”.
Si tratta, piuttosto, di organizzare meglio l’arredo urbano dello spazio circostante con un leggero acciottolato, del verde e delle panchine d’autore (penso a quelle di Paradiso) che ne farebbero un luogo di incontro e di socializzazione. Illuminerei il tutto con fari adeguati e, dalla strada, sposterei il lampione in cemento che ne disturba la visione da lontano.
Per concludere, mio caro amico, con l’intelligenza e la sensibilità che ti contraddistinguono, prendi atto della improponibilità e della incongruenza del tuo progetto anche per non ripetere l’errore da altri fatto in Piazza Vittorio Veneto relegando in un angolo il Monumento ai Caduti per far posto a un inutile e discutibile sventramento….
Credimi, dall’alto della Sua Galassia De Gasperi ti sarebbe grato e continuerebbe a farti da angelo custode nel tuo cammino verso mete sempre più auliche e impegnative.
Ad malora !
Tuo Augusto Viggiano e Briciola
P.S.
E l’UNESCO? “ Se ci sei, batti due colpi!
Augusto Viggiano
D’estate c’è sempre qualcuno che sotto la calura dell’ozio balneare accende la lampadina della creatività e si fa venire idee geniali E’ quanto è capitato al mio amico Vincenzo Viti sul trasferimento della statua di Alcide De Gasperi dal rione Spine Bianche a P.zza San Pietro Caveoso. E’ un idea che lo scrivente ritiene, senza usare tanti preamboli, totalmente sbagliata; mentre è in totale accordo con quanto detto da Augusto Viggiano. Idea sbagliata perché De Gasperi, così come altri politici illustri di quel tempo anche dell’opposizione, dopo aver toccato con mano il degrado della vita nei Sassi, varò una stagione per promuovere l’ esodo “biblico” verso il “piano”della popolazione materana stipata fino ad allora in malsani ed angusti tuguri. Negli anni 50 questa operazione che fu logistica, ma anche e soprattutto culturale e sociale, richiamò i migliori urbanisti, architetti e sociologi del mondo per disegnare i nuovi quartieri di Matera cercando di salvare le tradizioni e la cultura del “Buon Vicinato”. Nacquero cosi gli splendidi quartieri di Spine Bianche, La Nera, Serra Venerdì, Villa Longo e dei Platani, oltre che i borghi di La Martella e Venusio. Quartieri con palazzine dell’INA casa alte al massimo 3-4 piani, dotati di piazzetta, scuole, chiese e tanto tanto verde, con finanche centri sociali (stiamo parlando degli anni 50 e 60). Quindi l’opera di De Gasperi-Colombo è legata più alla creazione di questi bellissimi quartieri utili a dare una vita degna al popolo che abitava i Sassi. Non a caso, checché ne dica Viti, Di Lorenzo, Buccico o il vecchio e stimatissimo sindaco Gallo (mi meraviglio soprattutto di quest’ultimo!) , fu deciso di posizionare la statua del grande statista (il più grande che l’Italia abbia mai avuto, insieme al suo presidente della Repubblica Einaudi!) in uno dei nuovi quartieri costruiti grazie alla sua opera. De Gasperi pertanto sta bene dove sta e guai a chi la tocca! Piuttosto l’amministrazione si impegni a riqualificare in termini di arredo urbano e di verde questi esemplari quartieri che dobbiamo sentire parte integrante del patrimonio culturale dell’UNESCO. Piuttosto si impegni ad essere all’altezza di questa irripetibile stagione tornando a disegnare quartieri della medesima qualità invece di dare continuità al sacco urbanistico della città costruendo rioni bastardi ed invivibili come è stato fatto invece “dolosamente” nell’ultimo quarto di secolo. Quartieri come San Giacomo 2, centro direzionale, la zona 33 o Aquarium meriterebbero di essere rasi al suolo perché indegni del retaggio urbanistico bello ed armonioso della nostra città. Caro Sindaco quando ospiti vengono a trovare chi scrive, il giro turistico che viene loro offerto comprende l’escursione nei Sassi; ma anche la visita a questi bellissimi rioni periferici sui quali la statua di De Gasperi veglia sempre più “sconsolato e malinconico”.
Francesco Vespe
REPLICA DEL SINDACO DI MATERA BUCCICO IN MERITO AL COMUNICATO DI FRANCESCO VESPE.
In riferimento alla posizione assunta da Francesco Vespe in merito al dibattito sul trasferimento della statua di De Gasperi, il Sindaco Emilio Nicola Buccico ha così commentato: “Sono sempre stato contrario allo spostamento del monumento e proprio ieri ho ribadito pubblicamente la mia posizione. Mi si attribuisce un pensiero non mio, visto che ho sempre mantenuto una posizione coerente e chiara. Farebbe bene, Vespe, ad informarsi meglio prima di attribuirmi pareri non rispondenti alla realtà”.
Emilio Nicola Buccico, sindaco di Matera.
LE SCUSE AL SINDACO DI FRANCESCO VESPE
Accolgo con piacere il pronunciamento del Sindaco Buccico circa la inamovibilità della statua di De Gasperi. Probabilmente chi scrive nel riportare una sua posizione opposta a quella poi ufficialmente assunta, è stato tratto in inganno dalla piega che ha assunto il dibattito sui giornali in questi giorni. Da esso infatti chi scrive aveva erroneamente evinto che il Sindaco di Matera fosse “possibilista” sulla soluzione proposta. Impressione rafforzata da una sua, forse a lungo, meditata presa di posizione sulla questione. Chi scrive, così come credo qualsiasi altro cittadino della città, non può che essere rassicurato da un sindaco che conta prudentemente fino a dieci prima di intervenire. Allo scrivente non rimane altro che scusarsi dell’equivoco.
Francesco Vespe
A seguito del dibattito sul posizionamento della statua dedicata a Alcide De Gasperi da registrare un intervento di Ivo Winkler, figlio dello scultore che ha realizzato la statua di Alcide De Gasperi a Matera e curatore dell’Archivio Winkler di Trento. Lo riportiamo integralmente.
“Sto seguendo con attenzione il dibattito sulla stampa lucana, ma anche trentina, lanciato dall’on. Viti per portare nei Sassi il monumento di De Gasperi. Dibattito avviato dal saggio di Filippo Radogna su “Basilicata Regione Notizie” (119/2008) che colma una lacuna sulla presenza di De Gasperi a Matera e sulla sua politica per il Sud. Quale figlio, ma ancor più quale curatore dell’opera di Othmar Winkler, autore del monumento, desidero portare un contributo grazie anche ai documenti conservati in Archivio. La collocazione fu prevista inizialmente nel rione Lanera “con vista giù nei Sassi”, perchè nel 1965, causa il loro degrado, non era possibile collocare l’opera nei Sassi, luogo naturale di “unione” tra De Gasperi e Matera. Il monumento fu poi inaugurato nel 1971 dall’allora presidente del Consiglio Emilio Colombo, già collaboratore di De Gasperi, che con il suo intervento diede il massimo risalto all’iniziativa. Fu la partecipazione della popolazione però che trasformò l’evento in una “festa di popolo”, testimonianza del legame dei materani verso lo statista trentino. Più volte ho riflettuto sulla scelta di affidare la realizzazione della scultura a mio padre. Sicuramente gli amministratori dell’epoca volevano creare un “gemellaggio ideale” tra Matera ed il Trentino, tanto che giunsero a Trento, nel 1965 e 1966, la seconda volta solo per “rendere omaggio alla terra di De Gasperi”. Per quanto riguarda la proposta di spostamento mi ha fatto molto piacere “l’attaccamento” del rione per conservare la statua dove si trova. E’ evidente però che quest’opera fu realizzata non per necessità di abbellimento, ma con la funzione di eternare la gratitudine della popolazione e di onorare la memoria di De Gasperi che aveva permesso la rinascita di Matera che da “vergogna nazionale” diventa poi Patrimonio dell’Unesco. Penso che oggi solo Matera possa dare un importante contributo per far conoscere un De Gasperi che non è solo lo statista europeo (cosa che peraltro stanno facendo in altri luoghi, tra cui in Trentino) ma l’Uomo legato ai valori della solidarietà e che, come ha ricordato la figlia, quando vide la popolazione nei Sassi pianse. Riposizionare la statua nei Sassi, oggi patrimonio dell’umanità, è il miglior modo probabilmente che Matera ha di far ricordare al mondo la figura di De Gasperi”.
Ivo Winkler
La replica dell’artista materano Augusto Viggiano a Ivo Winkler.
“Credevo che l’intervento di Buccico, da primo cittadino, ponesse fine a questo che sta diventando un inutile “tormentone” estivo, ma così non è.
La squadra di Viti ha ingaggiato un “oriundo”, Ivo Winkler, che scende in campo con l’autorevolezza che gli deriva all’essere il figlio di Othmar Winkler, autore della scultura.
Con tanto di rispetto che si deve alla sua opinione, occorre che lui prenda atto del fatto che la scultura è di Matera e che sono i materani a decidere dove collocarla.
Il ruolo e il ricordo di De Gasperi a Matera non dipendono certo dalla collocazione di una scultura…
Per quanto riguarda poi il “malinteso” fra Vespe e Buccico, senza voler fare l’avvocato difensore del primo (non ne ha bisogno) penso che la sua volesse essere una provocazione (simpatica quanto lui) per sollecitare la “discesa in campo” del primo cittadino facendosi così interprete di un’esigenza largamente sentita. Buccico lo ha quasi fatto e da par suo. Egli è un politico di razza e alla cultura aggiunge la capacità di sentire il polso della gente che amministra , dote, purtroppo assai rara nella classe politica che ci amministra e dirigente. Per concludere, caro Vincenzo, rinnovo l’invito a ritirare l’improponibile e incongruente proposta per porre fine a questa inutile “querelle” dall’esito scontato e per chiamare gli addetti ai lavori e la semplice opinione pubblica a confrontarsi e, se necessario, a “scontrarsi” su ben altri più gravi problemi che attanagliano la città. Con buona pace del monumento a De Gasperi.
Augusto Viggiano
BASTA CON I DIBATTITI POLITICI SUGLI SPOSTAMENTI DELLE OPERE D’ARTE A MATERA
Il Consiglio comunale di Matera deve essere chiamato a discutere ed a prendere decisioni ben più importanti ed urgenti rispetto ai trasferimenti di statue e monumenti, più o meno opportuni che siano. Il riferimento è al dibattito politico scaturito nell’ultima settimana dalla proposta del Consigliere del PD, Vincenzo Viti, di spostare il monumento allo statista DC Alcide De Gasperi dal rione Spine Bianche, dove si trova dal 1971, ai Sassi. Pur riconoscendo l’intraprendenza, la fermezza e lo spirito di abnegazione mostrati mezzo secolo fa da De Gasperi per garantire alla comunità contadina materana condizioni di vita più dignitose e l’opportunità di conferire a questa azione un valore di memoria sicuramente maggiore, occorre forse ricordare tanto alla maggioranza quanto all’opposizione dell’assise cittadina che Matera oggi si trova in una condizione di emergenza diversa nei connotati rispetto a quella degli anni ’50 ma non per questo meno importante. Il riferimento è alla ormai endemica, e tutt’altro che superata, crisi economica e produttiva del territorio ma, senza andare troppo lontano, anche a questioni che richiedono un approccio risolutivo meno impegnativo ma non per questo non immediato. Basti pensare, per esempio, all’annosa vicenda della realizzazione dei balconi nel rione Spine Bianche (lo stesso dove campeggia la statua di De Gasperi), tirata fuori durante l’ultima campagna elettorale dal sindaco Buccico come merce di scambio con l’elettorato e poi rientrata dopo l’intervento dell’opposizione. Ad oggi i residenti del quartiere attendono ancora una risposta che però non può più tardare ad arrivare. Ben farebbe, insomma, il collega Viti a garantire una maggiore presenza in Consiglio e, soprattutto, a far valere la sua indubbia ed indiscutibile esperienza politica nel sollevare questioni cruciali per la città, sottoponendole all’attenzione del primo cittadino Buccico che, stando a quanto sempre più spesso si apprende dalla stampa, è un suo amico di vecchia data che, ormai, ha dimenticato gli impegni presi e sottoscritti con i suoi concittadini materani. Le vacanze sono finite e con esse forse è il caso che cessino le polemiche da rotocalco e che si torni (o forse si cominci) a lavorare per la città.
Giovanni Angelino
Vice-Presidente vicario del
Consiglio comunale di Matera
CON TUTTI I PROBLEMI CHE ABBIAMO VOI PENSATE A NA STATUA !!CERTO KE SIAMO UNA CITTTA DI BURRATTINI!!MA POSSIBILE CHE I VERI MATERANI FURONO QUELLI KE UCCISERO IL KONTE TRAMONTANO?? MA PERCHE NON CI UNIAMO TUTTI E MADNIAMO FUORI STA BANDA DI MANGIAPAN A TRADIMENTO??!!VERGOGNAAAAAAarriverrano di nuovo l’elezioniiii!!a stambat inkl vi cacciaaaa!!!QUI C’E GENGTE CHE E SENZA LAVORO IN CASSA INTEGRAZIONEE E SI PENSA A LITIGARE PER UNA STATUA!!ALCIDE S STE RVOLT INDALLA TOMBAAA
Vincezo Viti non viene eletto da una vita….e sta acora li a governarci…ma che PAESE è QUESTO?
Il primo cittadino oltre a fornire delle repliche giustificatorie, dovrebbe dare delle risposte di sostanza su quali provvedimenti intende attuare nel concreto per RIQUALIFICARE LE TROPPE aree in degrado della città. I cittadini sono stanchi delle solite giustificazioni perchè la qualità della vita dei loro quartieri potrebbe migliorare se solo venissero ascoltati con scelte semplici e poco onerose!