Una delegazione di giovani agricoltori primi insediati grazie all’Operazione 6.1.1 “Incentivi per la costituzione delle nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori” in una nota chiedono un incontro urgente con l’assessore regionale all’agricoltura Fanelli per sostenere con adeguate risorse le attività già penalizzate dalla pandemia invece di avviare nuovi bandi per far nascere altre piccole aziende agricole. Di seguito la nota integrale.
Richiesta di un tavolo urgente tra l’Assessore Fanelli e i giovani agricoltori primi insediati dell’ultima finestra della 6.1.
Era il giorno 22 febbraio 2019 quando, in sala Verrastro a Potenza, veniva consegnato a noi, ben 180 giovani lucani titolari di aziende agricole, il provvedimento di concessione di contributo derivante dal PSR 2014/2020-Misura 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese” Sottomisura 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori Operazione 6.1.1 “Incentivi per la costituzione dei nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori”.
Fu per le nostre aziende un fondamentale momento, teso all’avviamento delle stesse, attraverso la puntuale esecuzione del P.S.A. (piano di sviluppo aziendale)attuabile nei tre anni successi che, insieme ad altri requisiti, ci portò ad essere aggiudicatari del Bando al quale partecipammo. Ci apprestammo ad offrire all’agricoltura lucana un vero ed indispensabile ricambio generazionale, mettendo in campo energie, idee, progetti e tecnologie, partendo però con il grande svantaggio di non poter beneficiare dell’integrativa Sottomisura 4.1 “Investimenti nelle aziende agricole”, la quale, non a caso, all’articolo 1 del Bando recita: “…………..PSR Basilicata 2014/2020, riservata alle aziende agricole che hanno ottenuto il contributo forfettario del primo insediamento………..” avente come obiettivo il “…. miglioramento delle prestazioni economiche di tutte le aziende agricole…. promuovendo l’aumento della dimensione economica delle imprese… “ (art. 3). Utilizziamo volutamente il termine svantaggio in quanto i nostri colleghi, giovani agricoltori primi insedianti che parteciparono al medesimo bando, ma a finestre precedenti, ebbero a differenza nostra, la grande opportunità di vedersi beneficiari anche della sopracitata sottomisura integrata. La finestra alla quale partecipammo noi, invece, si trovava ormai alle porte della chiusura del PSR 2014/2020 e, come si può ben immaginare, non vi erano in Regione Basilicata le disponibilità finanziarie per garantire a noi parità di trattamento rispetto le precedenti finestre, o almeno così ci fu detto. A gennaio dell’anno scorso chiedemmo e ottenemmo un incontro in Dipartimento con l’Assessore Fanelli, il quale dimostrò attenzione e sensibilità verso la nostra vertenza, ovvero: l’apertura di un nuovo bando 4.1 dedicato alla nostra finestra ingiustamente non finanziata.
Eravamo ignari che da lì a pochi giorni ci saremmo trovati a fare i conti con la pandemia (Covid 19) e la sua tremenda diffusione che ha arrecato danni enormi alle nostre aziende, costringendoci ad operare nel cotesto storico-economico-finanziario più difficile dal secondo dopo guerra ad oggi. Tra i tanti effetti prodotti dal Covid, vi è stato anche il trascinamento della scadenza del PSR, che dal 2020 è slittato al 2023, dando all’Ente regionale la possibilità di impegnare nuovamente fondi.
A tal fine, a maggio scorso abbiamo chiesto un nuovo incontro in Regione per portare avanti una vertenza che per noi si è trasformata in bisogno di speranza, la quale a nostro avviso, mai come in questo momento di crisi risulta essere opportuna ed indispensabile per il futuro delle aziende. La nostra posizione si pone in un ottica di investimento a medio-lungo termine sul nostro amato territorio lucano, animata da un oculato impiego dei fondi pubblici. Non avrebbe senso alcuno utilizzare nuove risorse per far nascere altre aziende piccole, cosi facendo resteremmo tutte imprese ad alto potenziale ma inespresse. Bensì, è la dimensione su cui, a nostro avviso, bisogna puntare, la stessa dimensione che permette di arrivare ed essere competitivi sui mercati, obiettivo del PSR stesso. Infatti, se non arriverà un sostegno teso al consolidamento di quanto già avviato, diverse giovani aziende saranno costrette a chiudere tra pochi anni. La chiusura di un’azienda è sempre sinonimo di crescita di disoccupazione e relativo spopolamento, soprattutto nelle aree interne della nostra regione. Il PSR e quanti negli anni hanno lavorato ad esso, hanno già fondato delle basi solide tese al contrasto di questi fenomeni nella nostra Terra, ora tocca a noi crederci e lottare per preservare e garantire all’agricoltura lucana il suo futuro. Siamo portatori di un potenziale enorme: siamo custodi della tradizione agricola, a noi tramandata dai nostri padri e dai nostri nonni, che unita alla nostra cultura e all’innovazione tecnologica crea i prodotti di altissima qualità.Il nostro appello a Fanelli è: “Assessore ci dia fiducia, ci dia la possibilità di ottenere tale strumento per poter consolidare le nostre giovani aziendee rispondere a questa sfida epocale, ne abbiamo bisogno oggi”.