Colpo di scena al Comune di Policoro. Dopo il nuovo rimpasto nell’Amministrazione Comunale di Policoro, l’assessore all’ambiente Gianluca Marrese contesta la decisione del sindaco Enrico Mascia di revocargli la carica di vice sindaco. Di seguito la nota integrale.
“Io mi fermo qui”.
Nonostante da lungo tempo all’interno della maggioranza si siano create delle crepe, inutile nasconderle, generate da posizioni francamente incomprensibili, in particolare dei due consiglieri Mitidieri e Ranù, ho sempre auspicato che si potesse ripristinare una sorta di “normalità” per consentire di andare avanti e portare a termine gli impegni presi con la città.
Ho, pertanto, sempre dato la mia piena disponibilità al sindaco e a tutta la maggioranza ad accettare qualsiasi soluzione che potesse consentire di uscire da questa impasse generatasi, con ciò continuando sempre a portare avanti, con le difficoltà umane e comprensibili, il mio impegno quotidiano al servizio della comunità per la quale ho avuto l’onore di ricoprire il ruolo di vicesindaco e alla quale sono profondamente grato per la fiducia accordatami, all’esito delle elezioni che mi hanno visto eletto con 500 preferenze e,con l’attribuzione delle deleghe, dopo le dimissioni da consigliere per la fiducia riposta nel sindaco (rinunciare a 500 preferenze per accettare di entrare in giunta è un atto di enorme fiducia nei confronti del Sindaco!), con il ruolo assessorile e di vicario, facendomi sentire un punto di riferimento.
Tuttavia, dopo una lunga e sofferta (per tutti) gestazione, gli accadimenti nella maggioranza hanno trovato soluzione in una proposta del sindaco della quale prendo atto, comunicata ieri alla maggioranza e istantaneamente agli organi di stampa, come si fa con le soluzioni cristallizzate e irremovibili:
una sorta di “prendere o lasciare”.
Ebbene, mi sembra giusto informare tutti, così come anticipato ieri al sindaco stesso e al resto della maggioranza che, stando così le cose, ovvero alla luce della proposta definitiva di soluzione della crisi da parte del sindaco, il mio impegno si ferma qui per ovvie ragioni che vado a spiegare con poche e semplici parole.
La mia esperienza si ferma qui perché il rispetto deve essere alla base di tutto, di ogni rapporto; parlo innanzitutto del rispetto verso l’elettorato e la comunità che rappresentiamo e che viene offesa da questi “giochetti” di cui – guarda caso – restano vittime sempre coloro che gli elettori hanno scelto inequivocabilmente e “a pieni voti” e che non si sono mai risparmiati e sottratti ai loro compiti, anche nonostante tutte le difficoltà, senza se e senza ma.
La mia esperienza finisce qui perché la dignità va difesa sempre se si ha della Politica con la P maiuscola un’idea alta e autentica.
Ringrazio la comunità per quello che mi ha dato e spero di aver ricambiato la fiducia riposta in me.
In questi 4 anni ho sempre cercato di dare il mio contributo con serietà e tanta lealtà, con tutti i miei limiti, l’ho fatto verso i cittadini ma anche verso la maggioranza, soprattutto l’ho fatto nei confronti del sindaco a cui non ho fatto mai mancare il mio supporto ma, alla luce degli ultimi risvolti, mi rendo conto che è bene che io mi fermi, non potendo accettare l’ennesima umiliazione e l’ennesimo risultato dell’incontrollato e irrazionale modo di concepire l’appartenenza alla maggioranza da parte di uno sparuto gruppetto, che pensa di poter giostrare tutto e tutti e fare il bello e il cattivo tempo, probabilmente senza nemmeno conoscere a fondo cosa significhi dare un apporto concreto alle varie questioni che ci hanno visti impegnati in questi anni, spesso limitandosi solo a puntare il dito fino ad arrivare a imbrigliare un’intera amministrazione, sindaco compreso, e tramite essi, la comunità, tenuti in ostaggio per capricci e deplorevoli dietrologie.
La rimodulazione della giunta frutto di questi capricci che il sindaco ha comunicato ieri agli organi di stampa, comporta di fatto la inspiegabile e immotivata mia “bocciatura”, generata dalla revoca della delega di vicesindaco, probabilmente perché già bersaglio non dichiarato dei noti “paladini dell’ingiustizia”, dall’altro, cosa ben più grave, comporta una grave umiliazione verso una parte dei consiglieri di maggioranza che mai hanno fatto mancare il loro sostegno e che, evidentemente, contano meno di alcuni loro colleghi.
Si può soprassedere su qualsiasi trasformismo, su qualsiasi attacco al lavoro altrui, sulla politica e sul linguaggio del sospetto basato sul nulla, si può soprassedere su ripicche e mire da politicanti da quattro soldi, e si soprassiede per il bene della comunità, ma la violazione della dignità delle persone e, soprattutto, della comunità che rappresentano viene prima di ogni cosa e su questa non si può soprassedere.
Per queste ragioni “Io mi fermo qui”.