I rappresentanti provinciali Cgil, Cisl e Uil in una nota denunciano il depauperamento degli uffici regionali nella città di Matera e chiedono un’organizzazione che tenga conto del territorio. Di seguito la nota integrale.
Cgil, Cisl, Uil della Provincia di Matera denunciano che, a circa due anni e mezzo dalle ultime elezioni regionali che hanno portato al governo della Basilicata la compagine di centro – destra, sempre più si delinea un’organizzazione del potere di tipo piramidale e verticistico incentrato soprattutto sulla Presidenza della Giunta regionale.
Siamo di fronte ad una Regione governata soprattutto a colpi di Decreti e atti monocratici che, come asserisce qualche autorevole giornalista e commentatore politico, di fatto ha commissariato la Presidenza portando alla sua “corte” figure esterne alla Basilicata e militarizzando la gestione del personale.
Questa interpretazione accentratrice si è strutturata con la legge regionale del 30 dicembre 2020 – Approvazione dello schema di Regolamento – che ha soppresso i Dipartimenti, strutture organizzative di direzione e di coordinamento eliminando l’insieme di più funzioni operative appartenenti a settori omogenei di attività sostituendoli con le strutture organizzative complesse di vertice dell’amministrazione, le Direzioni generali, che esaltano l’importanza nominalistica e dirigista della macchina regionale.
Questa trasformazione dell’impalcatura amministrativa non tiene conto della precaria condizione in cui versa complessivamente il sistema atteso che nei 60 Uffici presenti all’interno della macchina regionale, i Dirigenti a tempo indeterminato sembrerebbero essere circa 20 e saranno chiamati ad accollarsi ad interim in media ulteriori 2 uffici a testa.
Un depotenziamento, questo, dell’art. 4 del Decreto l.vo 165 del 2001 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) nato con l’intento di dividere il rapporto tra politica e amministrazione dando agli organi di governo la funzione di indirizzo politico organizzativo e ai Dirigenti l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi (gestione finanziaria, tecnica, amministrativa, risorse umane, strumenti di controllo).
La pianificazione adottata dal Presidente Bardi sembra rispondere a principi ideologici accentratori che, oltre a ridurre l’efficace e l’efficienza della macchina regionale, depauperano l’organizzazione articolata sui territori degli Uffici regionali.
In particolare gli uffici di Matera a cui il Presidente Bardi, da buon interprete della militarizzazione della Regione Basilicata, sta riservando un trattamento speciale ridimensionando il funzionamento della struttura regionale sul territorio attraverso tagli e trasformazioni a scavalco di ben 5 uffici con sede a Matera rispetto ai 6 uffici funzionanti fino all’approvazione del Regolamento del 30 dicembre 2020.
Con il nuovo regolamento l’Ufficio regionale di Matera viene ulteriormente e fortemente ridimensionata arrivando a sopprimere anche l’ufficio territoriale di Matera con funzioni di gestione della struttura e di rappresentanza della Giunta Regionale.
In definitiva il modello organizzativo e funzionale della macchina regionale risulta Potenzacentrico con una gestione spropositata ad interim lontana del territorio. La struttura di Matera diventa un semplice contenitore in cui si mantengono in servizio i dipendenti esautorandola da attività di governo e di rappresentanza.
Un prototipo tutto lucano di autonomia differenziata di tipo istituzionale che da alcuni anni, sempre più, sta depauperando il territorio materano trasferendo, sopprimendo e accorpando funzioni e servizi come il Demanio statale, il Consorzio industriale, la Camera di Commercio, la Banca d’Italia e anche gli Uffici regionali territoriali di Matera.