Nella tarda serata di giovedì 24 giugno, personale della Polizia di Stato di Potenza ha tratto in arresto un 64enne cittadino italiano, condannato in via definitiva per reati di violenza sessuale commessi a Potenza tra il 2012 e il 2016.
In particolare, l’uomo, abusando della sua qualità di esercente un pubblico servizio e dello stato di particolare fragilità e vulnerabilità delle vittime, aveva, in più occasioni, indotto giovani donne, alcune delle quali minorenni, a subire atti sessuali.
Le accurate indagini, all’epoca dei fatti condotte dalla III Sezione della Squadra Mobile di Potenza – che si occupa dei reati commessi in danno dei minori e delle vittime vulnerabili e dei reati sessuali – avevano consentito di circostanziare in maniera dettagliata gli episodi delittuosi e di raccogliere solidi elementi di responsabilità nei confronti del soggetto che era stato raggiunto, nel maggio 2017, da un’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari e dalla sospensione dall’esercizio della professione.
Successivamente l’uomo era stato condannato dal Tribunale di Potenza, all’esito del giudizio abbreviato, alla pena di anni 4, mesi 8 e giorni 20 di reclusione, sentenza confermata dalla Corte di Appello di Potenza e resa definitiva, pochi giorni fa, dalla Suprema Corte di Cassazione.
Il condannato, dedotto il periodo già trascorso agli arresti domiciliari, dovrà quindi scontare la pena residua di anni 4, mesi 2 e giorni 24 di reclusione con applicazione, inoltre, delle pene accessorie dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici e di quella perpetua verso qualsiasi tipo di incarico in scuole e in qualunque struttura frequenta da minori.
L’uomo è stato condotto dai poliziotti della Squadra Mobile presso la Casa Circondariale di Matera.
Nella giornata dello scorso 23 giugno, inoltre, la Squadra Mobile ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un 43enne indagato per il delitto di atti persecutori nei confronti di una donna con la quale, nel passato, aveva avuto una breve relazione sentimentale.
A seguito della denuncia della vittima, fatta oggetto di minacce, pedinamenti, offese, l’uomo era stato già raggiunto dal divieto di avvicinamento verso la stessa ma, incurante del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, aveva persistito nella condotta persecutoria, avvicinando in più occasioni la parte offesa.
In conseguenza del grave comportamento tenuto dall’indagato il Tribunale di Potenza ha aggravato la misura cautelare già in atto sostituendola con quella degli arresti domiciliari.
Giu 25