Bene lo stanziamento di 600 mln, necessario al post pandemia di micro, piccole e medie imprese. Dopo il primo e incomprensibile stop nel Dl Sostegni bis, il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” era notizia tra le più attese da migliaia di imprese agricole, fiaccate dalla crisi pandemica, ma determinate a farsi carico dell’innovazione tecnologica e della transizione ecologica. A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani che considera una scelta responsabile, l’approvazione di uno stanziamento di 600 mln, da parte del Consiglio dei Ministri, nel Decreto legge contenente “misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese”.
Il rapporto di Bankitalia sull’economia lucana ci consegna una situazione difficile nella quale le imprese agricole hanno maggiori difficoltà ad effettuare gli investimenti necessari. Il valore aggiunto del settore agricolo, che era risultato sostanzialmente stabile nel 2019, si è ridotto del 5,0 per cento a prezzi costanti in Basilicata, un dato meno negativo rispetto alla media nazionale (-6,0 per cento). La dinamica del settore è stata condizionata dall’andamento della produzione agricola e soprattutto dall’impatto della pandemia sulle attività di prima lavorazione e su quelle secondarie. La produzione, complessivamente in calo del 2,6 per cento (-3,2 in Italia), ha risentito della flessione di alcuni prodotti, tra cui l’olio d’oliva, che ha subito una forte contrazione seguendo il normale andamento ciclico. Tra le attività secondarie ha inciso anche l’andamento degli agriturismi, la cui attività è stata condizionata dai provvedimenti che hanno disposto la chiusura delle strutture ricettive e dal calo delle presenze turistiche. I prezzi dei prodotti agricoli, misurati dal deflatore della produzione, sono cresciuti in misura più intensa della media nazionale (5,4 per cento; 0,8 in Italia), risentendo dei rincari dei prodotti frutticoli e dei cereali.
Pertanto la misura del Governo è “ossigeno” a favore delle micro, piccole e medie imprese nell’acquisto di beni strumentali nuovi e il suo rifinanziamento. Essa – sottolinea Cia – risponde alle numerose richieste presentate nel primo scorcio del 2021, che hanno determinato la chiusura dello sportello da parte del MISE a partire dal 2 giugno scorso per l’esaurimento dei fondi, dei quali ben 370 mln previsti nella Legge di bilancio 2021 e utilizzati in soli cinque mesi.
Per Cia si tratta, dunque, di un intervento di particolare importanza, perché incentiva l’ammodernamento e l’innovazione, attraverso una riduzione dei costi per gli investimenti. Un approccio di senso che riconosce la significativa perdita di liquidità, ma anche il rischio d’impresa che si concentrano nelle tasche e nei progetti degli imprenditori di tutta Italia per evitare la chiusura e ripartire davvero.
Infine, Cia apprezza che, stando a quanto stabilito dal Decreto, potranno ricevere le successive quote spettanti, tutte le imprese che hanno presentato la domanda di agevolazione in data antecedente al 1° gennaio 2021 e che hanno già ricevuto la prima quota di contributo per l’acquisto di beni strumentali legati al processo produttivo.