Alfredo Cestari, presidente Camera ItalAfrica: “Dare seguito a dichiarazione Matera G20”. Di seguito la nota integrale.
Prima che si spenga l’eco del G20 a Matera, l’attenzione mostrata per i Paesi del Continente Africano, che in questo momento storico rappresenta una priorità per la politica estera dell’Italia, che ha un interesse diretto alla stabilità della Libia e di tutto il Nord Africa, richiede una continuità d’azione che la Camera ItalAfrica sosterrà proiettandola nella promozione dell’internazionalizzazione delle pmi delle regioni del Sud in Africa.E’ significativo che sul tema dell’attenzione alle condizioni di vita dei popoli africani non solo i Governi ma anche i rappresentanti delle Organizzazioni non governative partecipanti al G20 hanno richiamato la necessità di pervenire presto a misure più concrete e incisive, presentando il progetto Release G20. Non va sottovalutato che secondo le analisi delle Ong nei prossimi tre anni il debito pubblico dei Paesi africani supererà i 950 milioni di dollari, ogni anno l’Africa perde 99 milioni di dollari di finanziamenti. In particolare, in base ad uno studio della John Hopkins University, il 20% del debito africano è nei confronti della Cina, atteso che dal 2008 i governi africani avrebbero contratto con la Cina debiti per 148 miliardi di dollari, sia attraverso fondi pubblici che attraverso soggetti privati cinesi. È noto che la Cina ha investito molto nel continente, concedendo però ingenti prestiti che potrebbero non essere pagati e quindi potrebbero determinare l’acquisizione della proprietà di alcune infrastrutture, come nel caso del porto di Gibuti. La proposta delle Ong presentata al G20 prevede la riconversione di almeno parte del debito in investimenti sostenibili in valuta locale, per cui ogni Paese invece di ripagare il debito ai diretti creditori, o ai partner privati che hanno acquistato quote del debito, potrà depositare la stessa cifra in valuta locale direttamente nel Paese, in modo da creare un fondo di investimento da usare in azioni di sviluppo interno.
In queste prospettive consideriamo di estrema importanza l’appuntamento del G20 “Incontri con l’Africa”, previsto il 7 e 8 ottobre a Roma. E durante il G20 di Matera la presidenza italiana del G20 ha avuto modo di anticipare quale linea intende perseguire sul tema africano, confermando l’obiettivo della ristrutturazione del debito, ma anche richiamando gli obiettivi dell’Agenda Onu di Sviluppo 2030 e dell’Agenda dell’Unione Africana di Sviluppo 2063. La strategia proposta dalla Presidenza italiana del G20 è stata annunciata quindi nell’intendimento di promuovere anche iniziative con le banche di sviluppo, e con le altre organizzazioni internazionali pertinenti, per finanziare le attività in Africa, con l’ obiettivo specifico di migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, minacciate dalla sovrappopolazione, dall’ impoverimento delle terre, dai cambiamenti climatici, dalla mancanza di reti elettriche e servizi sanitari. In sostanza si tratterà di condurre nuove sfide e sostenere nuovi impegni su tutti i possibili profili dello sviluppo economico e sociale del continente africano, da cui è evidente che potrebbero derivare i principali rischi sui cambiamenti climatici, sulla sicurezza alimentare, sulla pressione migratoria, sulla minaccia del terrorismo, in definitiva, sulla sicurezza globale e sul futuro dell’umanità.L’approccio sulla sfida ai cambiamenti climatici con la carbon neutrality 2050, lo sviluppo sostenibile e la transizione verde pertanto con il G20 a Matera sono strettamente legati agli obiettivi strategici che la Camera ItalAfrica persegue da sempre: il miglioramento degli scambi commerciali, la sicurezza alimentare e il miglioramento della nutrizione, lo sviluppo di un modello agricolo sostenibile, la lotta alla fame con l’obiettivo “Zero fame nel 2030”. In definitiva, la Dichiarazione di Matera ripercorre ancora una volta un’idea di un impegno comune e condiviso nella cooperazione sulle sfide globali e si conclude con l’enunciazione di un obiettivo che è anche l’affermazione di un principio-guida per le relazioni internazionali: “promuovere società giuste, pacifiche e inclusive”.