Davanti a una nutrita delegazione di giornalisti locali, presso la sala congressi di Go Desk a Potenza, stamani è stata presentata la proposta di legge regionale ‘Personale sanitario emergenza Covid – proroga termini contrattuali’. La Pdl, protocollata lo scorso 8 giugno in Consiglio regionale, è stata illustrata dal vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese e dal capogruppo di Italia Viva in Regione, Luca Braia che sono i proponenti della stessa Pdl. Al tavolo dei relatori presenti anche Roberto Zaccagnino e Davide Tantone del ‘Comitato precari Oss e infermieri’ che hanno auspicato l’approvazione della Pdl da parte del Consiglio regionale il tempi brevissimi, “perché da un momento all’altro potremmo essere mandati a casa. Sarebbe un atto ingiusto nei nostri confronti, visto che non ci siamo mai risparmiati nel fronteggiare anche in maniera drammatica la pandemia, e sarebbe grave per il sistema sanitario lucano che si troverebbe scoperto in molti servizi sanitari fondamentali”.
Durante i loro interventi i consiglieri regionali, annunciando anche la partenza di una petizione popolare a sostegno dell’iniziativa, hanno illustrato le finalità della proposta di legge che mira a dare contezza normativa alla possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato in essere di coloro che sono stati assunti in via straordinaria in virtù della grave penuria di operatori sanitari e dell’ancora vigente stato emergenziale legato alla pandemia da Covid 19. La Pdl tecnicamente prevede la proroga dei contratto fino ad un massimo di 36 mesi come previsto dalla legge presso le Aziende del servizio sanitario regionale del 12 gennaio 2017. Allo stesso tempo se la la proposta di legge fosse approvata di consentirebbe ai precari di raggiungere il limite massimo possibile del ‘tempo determinato’ di 36 mesi, per dare la possibilità di partecipazione ad eventuali piani di stabilizzazione a tempo indeterminato nel rispetto delle normative nazionali.
In particolare Polese ha spiegato: “Questa proposta di legge va nella direzione di trasformare una emergenza in una opportunità. Con la pandemia è cresciuta la necessità di dare una risposte alla domanda di salute da parte dei cittadini. Questo lo si fa innanzitutto potenziando le risorse umane partendo da coloro i quali si sono già spesi fino ad oggi”. E ancora ha sottolineato Polese: “La nostra proposta mira a garantire questi operatori sanitari che in prima linea hanno offerto i loro sacrifici. Non si può dimenticare infatti l’impegno delle centinaia di operatori che si sono trovati in trincea permettendo di affrontare l’emergenza Covid. Prorogare e poi stabilizzare i loro contratti permetterebbe di affrontare il presente con una garanzia anche per il futuro. Il rischio pandemico purtroppo rischia di essere una costante anche per i propri anni. Per questo serve una Sanità pronta e all’altezza delle sfide che il mondo ci pone. Abbiamo fatto istanza per capire i numeri di cui necessitò il sistema sanitario lucano. Si parla di 600 – 700 unità che vanno tutelate per garantire il loro futuro ma anche per la sicurezza dei lucani”.
Da parte sua Luca Braia ha aggiunto: “Servono medici, infermieri e oss, sono fondamentali per la medicina di prossimità. La nostra Pdl è linea con questa direzione per consentire a chi ha maturato caratteristiche ed esperienza adeguate anche occasioni di partecipare ai concorsi. Parliamo di giovani assunti in un periodo difficile, il più critico che la sanità abbia vissuto per soccorrere e assistere. Riteniamo necessario oltre che doveroso prolungare tali assunzioni ed arrivare ai 36 mesi e poi avere il diritto di poter procedere con la stabilizzazione. E’ solo un atto di civiltà. La sanità lucana è forse il contesto che ha pagato più di tutti e che continua a pagare le conseguenze del Covid che si è aggiunto a problemi esistenti e già da risolvere. Dobbiamo tenere in considerazione che l’emergenza pandemica ha oramai resa evidente la grave penuria di operatori sanitari e lo stato emergenziale, purtroppo, non è ancora terminato. Stabilizzare il personale precario già in servizio consentirebbe alla Regione Basilicata di coprire i vuoti in organico aggravati dai tantissimi pensionamenti che ci sono stati e, contemporaneamente, dare la possibilità di utilizzare personale già formato ed esperto. Con il rilancio e i fondi del Recovery bisognerà uscire dallo stallo, dal blocco del turn over dopo i pensionamenti, con una poderosa azione assunzione del personale sanitario”.
Per quanto riguarda il percorso verso l’approvazione della Pdl, già nella mattinata è partita una raccolta firme sul portale di Italia Viva nazionale tps://www.italiaviva.it/stabilizzazione_medici_basilicata per rafforzare l’iniziativa. Seguiranno nelle prossime settimane altre iniziative nei territori della Basilicata a sostegno della Pdl.
Polese e Braia: “Non possiamo dimenticare lo straordinario impegno di tanti operatori che sono stati sottoposti ad uno stress lavorativo senza precedenti durante lo stato emergenziale Covid 19”
Il problema della carenza di personale sanitario in ambito nazionale e regionale, sia medico che infermieristico, esiste già da epoca precedente a quella della diffusione del Covid-19; il problema oggi è solo esponenzialmente cresciuto in conseguenza della pandemia, con ripercussioni gravi sull’intero sistema. Partendo da questa analisi i consiglieri di Italia Viva, Mario Polese, Vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata e Luca Braia, capogruppo in Consiglio regionale, hanno preparato una proposta di legge, presentata alla stampa stamane, presso ‘Go Desk’ a Potenza. “Una proposta che – come sottolineato dai proponenti – in considerazione della grave penuria di operatori sanitari (medici, infermieri, Oss) e dell’ancora vigente stato emergenziale legato alla pandemia da Covid 19 va nella direzione di dare contezza normativa alla possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato in essere di coloro che sono stati assunti, presso le Aziende del servizio sanitario regionale, in via straordinaria per la situazione pandemica, fino ad un massimo di 36 mesi, così come previsto dalla legge regionale numero 2 del 12 gennaio 2017. Con il raggiungimento del limite massimo possibile del tempo determinato di 36 mesi, è stato precisato, si offrirebbe la possibilità di partecipare ad eventuali piani di stabilizzazione a tempo indeterminato nell’ambito di quanto previsto dalla normativa nazionale di settore ai sensi e per gli effetti del Decreto legislativo n. 75 (Legge Madia) e s.m.i..
“La pandemia – ha sottolineato il Vicepresidente del consiglio regionale Polese – ha finito per squarciare il velo sulle fragilità strutturali dei sistemi sanitari di tutto il mondo, riportando il tema della salute pubblica al centro dell’agenda politica, chiarendo a tutti che è indispensabile mettere in atto nuove scelte e mostrandoci il prezioso contributo di tanti operatori sanitari, uomini e donne, che hanno messo a rischio la propria salute, operando con dedizione e professionalità in prima linea, e consentendo di fronteggiare l’emergenza. Un impegno che è doveroso riconoscere, intelligenze che vanno trattenute nella nostra regione e alle quali va data una risposta”. “Stabilizzare il personale già in servizio – ha affermato Polese – consentirebbe di coprire i vuoti in organico aumentati con i massicci pensionamenti che ci sono stati e, contemporaneamente, darebbe la possibilità di utilizzare personale già formato ed esperto”. “Questo obiettivo – ha aggiunto – non va assolutamente in contrasto con la scelta di procedere al concorso unico regionale per l’assunzione di nuove figure sanitarie, tecniche e amministrative, sono iniziative raggiungibili entrambe, ma non possiamo dimenticare lo straordinario impegno di tanti operatori che sono stati sottoposti ad uno stress lavorativo senza precedenti”.
Il consigliere Braia ha richiamato l’attenzione sull’ultima indagine Censis dell’aprile 2019 sul sistema sanitario che “consegna due numeri emblematici: per la sanità del futuro servono 58 mila medici e 72 mila infermieri. Un dato rilevante che è cresciuto in seguito ad alcune scelte messe in campo, quali il turn over e quota 100 che, hanno depauperato il sistema pubblico e, in particolare, quello sanitario, determinando per i sistemi sanitari più deboli, come quello della regione Basilicata, maggiori criticità. Ai precari della sanità lucana – ha sottolineato il consigliere – arrivati nelle nostre strutture sanitarie dopo una selezione di evidenza pubblica, entrati nella fase più difficile della pandemia, va riconosciuto il merito di aver offerto con professionalità la propria disponibilità. Concorso e stabilizzazione non sono affatto strade in contrapposizione, anzi tutte e due le possibilità hanno legittimazione sia per la più ampia disponibilità economica derivante dai maggiori trasferimenti al sistema sanitario regionale ma, soprattutto, per l’adozione di nuovi modelli che fanno dell’assistenza sanitaria territoriale una formula valida, nel breve termine, ma che potrà avere ricadute positive anche nel lungo, superata la fase pandemica. In questa fase di necessità – ha concluso Braia – si inserisce questa pdl che chiediamo venga iscritta immediatamente all’ordine del giorno della quarta commissione consiliare, affinché possa arrivare quanto prima in Aula. Una pdl che abbiamo voluto fosse partecipata e sostenuta dalla società lucana, da qui l’idea di lanciare la raccolta di una petizione per raccogliere firme”.
Ai lavori erano presenti Roberto Zaccagnino e Davide Tantone del Comitato “Precari Oss e infermieri” che si è costituito spontaneamente nelle scorse settimane. Entrambi hanno rimarcato l’impegno profuso in tutti questi mesi di lavoro presso le strutture sanitarie della regione, in un momento di grande difficoltà, quale quello dell’emergenza da Covid: “Non ci siamo arresi, ci siamo presi cura dei pazienti, vivendo a stretto contatto con il dolore che, purtroppo, troppo spesso ha avuto esiti infausti”, ed hanno auspicato il desiderio di poter continuare a lavorare nella propria regione.