Il professor Eugenio Guglielmelli, originario di Cosenza e ordinario di Bioingegneria della Riabilitazione, Valutazione e Gestione delle Tecnologie Biomediche all’Università Campus Bio-Medico di Roma, è il nuovo direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Prorettore alla Ricerca dello stesso ateneo e delegato del rettore alla Consulta Nazionale Universitaria per la Disabilità (CNUDD), Guglielmelli ha ricoperto prestigiosi incarichi in progetti nazionali e internazionali nell’ambito della ricerca e del trasferimento tecnologico in relazione alle tecnologie per la salute e con particolare riferimento al campo delle tecnologie meccatroniche e robotiche per la riabilitazione e l’assistenza a disabili e anziani, della neuro-robotica, della bionica e della biorobotica.
Subentra alla professoressa Maria Chiara Carrozza, nominata di recente alla presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Questa mattina, all’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, il simbolico passaggio di consegne.
«La ricerca è al servizio dell’assistenza – ha detto il nuovo direttore nel suo messaggio di saluto – e la medicina riabilitativa può e deve rivelarsi il luogo dove la scienza più alta si impegna a fornire soluzioni efficaci ai bisogni delle persone più fragili. Sono grato alla Fondazione per l’incarico che mi è stato affidato: è una sfida che potremo vincere se riusciremo a fare squadra, facendo dialogare le numerose competenze presenti nelle strutture “Don Gnocchi”, costruendo reti e cogliendo le opportunità che gli scenari di oggi ci mettono di fronte».
«Desidero formulare un caloroso benvenuto in Fondazione al nuovo direttore scientifico – sono parole del presidente don Vincenzo Barbante -, augurando a tutte le risorse impegnate nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica di proseguire con rinnovato slancio il proprio impegno, contribuendo alla crescita della nostra Opera in fedeltà e coerenza con i valori e la missione affidataci dal beato don Gnocchi».
«L’impegno e le competenze del professor Guglielmelli – aggiunge il direttore generale Francesco Converti – saranno determinanti perché la Fondazione possa proseguire nella ricerca di tutte le strade possibili per recuperare e servire la vita delle persone più fragili. Uno sforzo nella direzione della traslazionalità, che si traduce nel miglioramento di molte pratiche cliniche e nel trasferimento dei risultati delle ricerche dai laboratori al letto del paziente e alle palestre di riabilitazione».
Oggi la medicina della riabilitazione è in profonda trasformazione. Secondo recenti stime, un terzo della popolazione mondiale nel corso della propria vita potrebbe trovarsi nella condizione di dover beneficiare di programmi di riabilitazione a causa di traumi o malattie. In questo scenario, l’impegno della Fondazione Don Gnocchi – riconosciuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico-IRCCS, in particolare per le sedi di Milano e Firenze – è orientato a sviluppare una serie di linee di ricerca traslazionali che diano sostegno e sviluppo ai percorsi riabilitativi, mediante l’integrazione di tecnologie di bioingegneria e di nanoscienza e tecnologie di robotica wearable per il recupero dei deficit e la riduzione delle condizioni di disabilità, attraverso soluzioni praticabili e accessibili a tutti.
La Fondazione Don Gnocchi è realtà leader in Italia in ambito sanitario-riabilitativo e socio-sanitario. È presente in 9 regioni italiane, con una rete integrata di oltre 50 strutture tra Centri residenziali e ambulatori territoriali, con 3.700 posti-letto e quasi 6 mila operatori.
Forte di un modello distintivo finalizzato alla presa in carico globale del paziente, accoglie, cura e assiste bambini e ragazzi con ogni forma di disabilità, affetti da complesse patologie congenite o acquisite; pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi in ambito neuromotorio e cardiorespiratorio; persone con esiti di traumi, colpite da ictus, sclerosi multipla, SLA, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer o altre patologie invalidanti; anziani non autosufficienti, malati oncologici terminali, pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite o in stato vegetativo prolungato. L’impegno sanitario e assistenziale è sostenuto da un’intensa attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica, in collegamento con università ed enti di ricerca nazionali e internazionali. Riconosciuta Organizzazione Non Governativa (ONG), la Fondazione è inoltre impegnata in progetti di solidarietà nei Paesi in via di sviluppo.