“Auspichiamo che la Regione Basilicata avvii al più presto le pratiche necessarie per l’apertura del centro di accoglienza per i braccianti stagionali di Palazzo San Gervasio. Il rischio è che i migranti tornino a vivere in baracche e in alloggi di fortuna, come già sta accadendo in questi giorni, alimentando quel sistema di illegalità proprio del fenomeno del caporalato che in questi territori è ancora radicato, oltre a mettere a rischio la salute stesse dei migranti e di intere comunità vista l’impossibilità di verificare il rispetto dei protocolli anti Covid in un momento molto delicato della pandemia”. È quanto afferma il segretario generale Flai Cgil Basilicata Vincenzo Esposito.
“I ritardi da parte del governo regionale mette a repentaglio tutto il lavoro svolto fin qui per il contrasto al caporalato nella nostra regione – continuano Esposito – Ricordiamo che l’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio ha accolto fino a 400 lavoratori stagionali, offrendo servizi igienico sanitari, una mensa, un poliambulatorio e il trasporto dal centro ai campi grazie a un accordo tra le organizzazioni agricole e le organizzazioni sindacali di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. Snodo, quest’ultimo, fondamentale per ripristinare la legalità nel settore ed evitare tragici incidenti che purtroppo sempre più spesso la cronaca ci racconta.
L’apertura di Palazzo San Gervasio è indispensabile per consentire di proseguire le attività di contrasto al capolarato e ripristinare la legalità. La Regione Basilicata porti a compimento l’iter necessario per l’apertura del centro e la conclusione del bando per l’affidamento, allo stesso tempo si adoperi affinché, così come previsto dalle legge 199/2016, vengano istituite anche in Basilicata le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità e le sue sezioni territoriali, 16 in tutta Italia, volte a prevenire il fenomeno del caporalato e a prevedere collocamento e trasporto legale per le imprese e per i lavoratori agricoli. A tal fine è necessario il coinvolgimento diretto di prefetti e Inps provinciali”.