Antonio Friggione, Rappresentante per l’Europa Comitato Esecutivo della Commissione Regionale dei Lucani nel mondo: “Evitiamo che associazionismo e volontariato vengano trasformati in politica”. Di seguito la nota integrale.
In seguito alle polemiche sui lavori della commissione regionale dei lucani nel mondo, svociate addirittura in ricorsi al TAR Basilicata, ritengo sia arrivato il tempo di reagire. Premetto che, considerato il momento storico legato alla pandemia, credo davvero che la riunione e le elezioni siano state portate avanti nel miglior modo possibile, ecco perché non sono d’accordo con alcune dichiarazioni che, partendo con attacchi personali rivolti ad alcuni funzionari, arrivano a mettere in dubbio la legittimazione dell’elezione stessa, quasi a dire che nella Commissione regni il caos.
Qui non si tratta di prendere la parti di qualcuno, non aiuterebbe e non porterebbe alcun valore aggiunto. Chiunque sia stato eletto, e chiunque avrebbe potuto essere eletto, non avrebbe cambiato la sostanza del discorso. La Commissione e le federazioni sono chiamate ad andare avanti con il lavoro, ecco perché sinceramente non capisco il dramma di qualcuno che in questa fase non è stato scelto dalla maggioranza. C’è di più. Posso testimoniare che nell’ultima riunione c’è stato un grande cambiamento rispetto al passato. Infatti non credo che sia stato mai così alto il numero dei candidati per ciascuna area geografica, dando anche la possibilità a ciascuno di scegliere chiunque all’interno della lista presentata, ogni parte del mondo ha potuto votare per tutto il resto dei continenti. Davvero i componenti della Commissione hanno avuto l’imbarazzo della scelta, un grande esercizio di democrazia. Non vorrei che questo avesse causato il disagio di qualcuno, che ha partecipato tranquillamente alla riunione anche presentando pubblicamente la propria candidatura. La verità è che, come in tutte le elezioni, c’è qualcuno che vince e qualcuno che non vince. Volutamente non uso la parola perde, perché in questo caso non esistono perdenti, per il semplice motivo che ogni federazione ha piena facoltà di proporre progetti e organizzare grandi cose in accordo con la Regione. Si trattava semplicemente, come è sempre stato fatto, di eleggere il Comitato Esecutivo. Certamente le leggi vanno rispettate, ci mancherebbe, ma non abbandoniamo il buon senso, soprattutto in questo momento. Che le leggi vadano rispettate è il presupposto di tutto. Ma non dimentichiamo l’importanza, soprattutto in un ambiente come il nostro fatto di volontariato e associazionismo, del buon senso. I nostri soci non meritano di essere coinvolti in uno spiraglio di polemiche. È chiaro che le nostre associazioni non vogliono e non devono essere coinvolte in discussioni sterili che rischiano di avere come unico scopo le battaglie politiche interne. D’altra parte non vorrei neanche che questo atteggiamento, da parte di qualcuno, abbia come unica ragione il fatto che per una volta non sia stato votato. Pazienza. Dalla Basilicata spesso si ripete “Benvenuti nella famiglia dei Lucani nel Mondo”. Ecco, noi componenti della Commissione siamo chiamati ad agire come padri e madri di famiglia rispetto ai nostri soci. Sono convinto che quando in famiglia qualcosa non va bene, la prima cosa che un membro debba fare è radunare la famiglia, chiarire, individuare il problema e risolvere il tutto tra le mura di casa. Quello che in passato è sempre stato fatto. Io penso che il modo scelto da alcuni sia assolutamente sbagliato, perché porta solo alla divisione della Commissione. Abbiamo un Comitato Esecutivo regolarmente eletto e saremo molto lieti di parlare di tutto nell’unica sede opportuna. Il mio appello è uno solo e vale soprattutto per chi ha superato il limite: voltiamo pagina e torniamo a lavorare per i nostri soci e la nostra amata regione. Questo è l’unico scopo per il quale esistiamo. Ricordo che i Presidenti vanno e vengono, ma i lucani nel mondo restano. Qualora proprio ci si impunti per andare avanti, lo si faccia con calma e modestia, alla lucana, senza prepotenza. E non pensando di parlare a nome della Commissione.