A seguito della rissa avvenuta il 12 luglio scorso tra due squadre del torno della Bruna che si svolge sul campo della parrocchia San Giacomo a Matera, valida per i quarti di finale, i giocatori delle due squadre coinvolte hanno inviato un comunicato per contestare le decisioni del giudice sportivo, che ha comminato l’esclusione delle due squadre e due anni di squalifica per due giocatori e tre mesi per altri due giocatori. Di seguito la nota dei giocatori e il comunicato ufficiale del giudice sportivo.
A seguito del comunicato ufficiale diramato dal CSI, conseguente all’episodio accaduto durante la ormai nota gara sospesa dei quarti di finale del “Torneo della Bruna” di Matera, si sottolinea quanto segue.
Lo diciamo subito e in premessa: crediamo fortemente nei valori dello sport quali fair play, educazione, correttezza e rispetto. Sono “pilastri morali” che ci hanno sempre accompagnato, da ragazzi di sport e di calcio quali siamo, in ogni attività e in ogni contesto. Valori di cui, peraltro, ci facciamo in ogni momento e in ogni luogo convinti precursori e promotori, senza dei quali non avrebbe senso nemmeno scendere in campo. Gli episodi di immaturità occorsi durante la partita dei quarti di finale vanno oltre tali valori e, se pur riconducibili a sole due persone (contrariamente a quanto descritto dal CSI Matera) non possiamo far altro che prenderne le distanze, condannarli con durezza e stigmatizzarli con convinzione, a voce unanime e univoca, in questa sede e all’esterno, coerenti con lo spirito di lealtà con il quale vogliamo sempre giocare le nostre partite, nel calcio come nella vita.
Crediamo però che, nella stessa misura in cui vigano i diritti, esistano anche dei doveri, che il CSI Matera ha evidentemente ed in maniera poco corretta (dichiarando il falso) non rispettato. Si descrivono di seguito i fatti:
Al 10′ del secondo tempo della partita, due giocatori avversari si rendono protagonisti di un battibecco che sfocia in una rissa, fra di loro. Ci saremmo aspettati che, come il regolamento impone secondo l’articolo 70, gli arbitri fossero tempestivamente intervenuti, estraendo per entrambi un cartellino rosso e provando a sedare gli animi evitando il peggio, grazie anche al ruolo che ricoprono e che impone loro decisione, autorevolezza e risolutezza, facendo di tutto per garantire il prosieguo della gara.
Nulla di tutto questo. Gli arbitri, scostatisi in un angolo, hanno volutamente lasciato “sfogare” i protagonisti, limitandosi a osservare l’episodio senza muovere un dito nè intervenire come impone la regola.
Inoltre la situazione fra i ragazzi, dopo qualche minuto di tensione, si risolveva grazie all’intervento di tutti altri componenti della squadra, che sono prontamente intervenuti a sedare gli animi, come sottolineato senza alcun supporto degli arbitri.
Di fatti il proseguo della rissa scaturiva da persone esterne (un dirigente di una squadra ed un genitore dell’altra), assolutamente estranee ai giocatori (bensì dipendenti dall’organizzazione che ha concesso di entrare in campo persone non in distinta), che, nonostante ciò, anche in questo caso si sono prodigati (sempre senza aiuto degli arbitri) a riportare la calma, pur in una situazione completante indipendente da loro.
In tal caso, anziché ringraziare e complimentarsi con tutti i componenti delle due squadre (esclusi appunto i due ragazzi da cui è partita la rissa) e constatare la propria non assunzione di responsabilità (in quanto arbitri ed organizzatori), il CSI con le sue comunicazioni ha ben deciso di beffare anche i giocatori in campo, dichiarando il falso (si fa fatica a comprendere per quale motivo).
Lascia stupefatti il referto arbitrale che parla di rissa generalizzata, quando i giocatori delle due squadre non sono mai arrivate alla colluttazione fra loro, bensì al contrario, senza l’auspicabile sostegno degli arbitri, hanno cercato da soli e in ogni modo, insieme, di dividere i propri compagni di squadra dalla contesa, riuscendoci anche abbastanza velocemente, risolvendo una situazione non solo complicata ma anche non dipendente da loro (tale la rissa fra dirigente e genitore), che è quella perdurata maggiormente.
Lascia perplessi anche il triplice fischio arbitrale, che ha decretato la partita sospesa/terminata con anticipo (di circa 15 min) con la conseguente minaccia, immotivata, di squalificare entrambe le squadre, quando le stesse, ripetiamo, hanno cercato esclusivamente di trattenere fisicamente i responsabili dell’accaduto e di riportare la calma in campo. C’è da segnalare, inoltre, nella dinamica della rissa dirigente-genitore, che non sono stati affatto garantiti i requisiti minimi di ordine pubblico e si è generato un grave e pericoloso precedente: chiunque potrebbe sedere a ridosso delle panchine, fuori distinta (“mandato” da qualcuno o recatosi sua sponte), e sentirsi autorizzato e legittimato a istigare giocatori di quella o dell’altra squadra, scatenando episodi similari, a favore e beneficio di una precisa squadra terza che in caso di doppia squalifica dei due papabili avversari, passerebbe il turno senza disputare la partita.
Crediamo poi, che chi scriva i regolamenti debba essere il primo ad applicarli. La decisione di sospendere l’incontro, a nostro avviso risulta essere esagerata, dettata piu’ dalla fretta di dover disputare le altre due partite da calendario durante la serata che dalla presunta gravità di una situazione che poteva essere gestita molto meglio dai due arbitri che, non solo non hanno provveduto a porre in atto tutte le misure e le decisioni necessarie per garantire il prosieguo della stessa (ci viene in sostegno l’art. 70 e 99 del regolamento CSI) ma hanno ben pensato di abbandonare anzitempo il terreno di gioco, dileguandosi, senza far valere il proprio ruolo autorevole in campo.
Risulta poi fuori luogo minacciare la squalifica di entrambe le squadre (come poi è stato fatto), se i responsabili sono riconducibili e facilmente individuabili a 2 giocatori (secondo l’art.32 non ci sono i presupposti dell’applicazione del principio della responsabilità oggettiva). La gara aveva tutti i requisiti per essere proseguita pro-forma (secondo l’art 71), dopo l’allontanamento dei due responsabili dall’impianto di gioco, anche e soprattutto a beneficio del regolare svolgimento e prosieguo del torneo che poteva essere facilmente garantito, come garantita poteva essere una regolare futura semifinale senza che l’attualmente unica semifinalista dell’incrocio previsto da tabellone si ritrovi automaticamente qualificata in finale.
Il tutto ci sembra una immotivata non assunzione di responsabilità e grave mancanza di rispetto verso un gruppo di giocatori (esclusi appunto i due coinvolti), che si è sostituito ad arbitri ed organizzatori riportando la calma e dimostrando grande maturità.
Non considerando anche il fatto che gli sponsor si impegnano pagando cifre non piccole anche per ricevere dei servizi da parte di chi organizza, cosa che è evidentemente mancata, non solo in questo caso.
Ci eravamo detti addirittura disposti a trovare, insieme al CSI, soluzioni che potevano scrivere certamente un finale piu’ dignitoso dell’intera vicenda, anche con iniziative volte a far trionfare i valori del fair play e del rispetto, come quella di ritrovarsi in campo e leggere una lettera al pubblico in cui, dopo le dovute e sacrosante scuse per quanto successo, avremmo rimarcato, a voce unanime, i valori del rispetto e del fair play. Credevamo che così facendo, da una situazione di generale imbarazzo e amarezza, si potesse uscirne tutti vincitori, con il merito di aver lanciato un forte messaggio di rispetto anche davanti a tutto il pubblico, ai grandi e ai più piccoli, oltre che al cospetto dell’intera città.
Il CSI, però, si è comportato diversamente. Nessuno degli organizzatori del Torneo ha voluto accogliere questo nostro appello, restando totalmente indifferenti, senza rispondere né a messaggi né a telefonate, salvo poi tempestare di messaggi i responsabili delle squadre a inizio torneo quando richiedono la quota di iscrizione in tempi strettissimi.
Il provvedimento del “Giudice Sportivo” (??) poi, è quanto più di eclatante. Esclusioni delle squadre (incolpevoli), multe salate, come fossimo società plurimiliardarie della “Uefa SuperLeague”. Ancora una volta il CSI, oltre alla già elevata quota di iscrizione, prova a estorcere ulteriori soldi a poveri ragazzini senza lavoro. A volte, quando non si usa il buonsenso e l’intelligenza di cui tutti siamo stati dotati, si incorre in queste spiacevoli situazioni, che non hanno a che fare né con lo sport né con i principi di lealtà reciproca.
Resta tanto rammarico per quelle che erano le squadre più giovani dell’intero torneo, arrivate ai quarti di finale contro ogni pronostico, come fossero dei piccoli “Davide” che passo dopo passo si opponevano e superavano egregiamente tanti “Golia” del torneo, suscitando, come sempre succede in queste favole sportive, le simpatie della gente, degli appassionati, dell’intera Città e persino della stampa locale. Tutto questo, ovviamente, è stato estremamente vantaggioso per tutto il movimento del CSI lucano, ai quali moltissimi ragazzi hanno guardato, fino a ieri, di buon occhio, dicendosi pronti a seguire a ruota queste due squadre, emulandole (nell’impegno e nella passione) e provando a scrivere favole simili nei prossimi tornei. Peccato che una favola bella come questa si è deciso, volutamente, di farla terminare nel peggiore dei modi possibili.
Purtroppo il CSI Matera ha deciso di gonfiare il petto, di accanirsi e di infierire senza alcuna logica, quasi per divertimento, su dei semplici ragazzini (peraltro per bene ed educati, forse fin troppo) infierendo, mortificando e infangando la loro immagine di uomini e di giocatori del domani. Ragazzini oggi rimasti increduli, delusi, affranti, demoralizzati e demoliti da una “istituzione”, come il CSI, che avrebbe dovuto garantire per primo il rispetto che chiede, ma che ha deciso di mettere in moto una gratuita e ingiustificata macchina del fango che, francamente, non meritavano di vedere in azione nei loro confronti.
Fa specie che tutto questo poteva essere evitato se solo il CSI e i suoi arbitri si fossero dimostrati all’altezza di una situazione che richiede anche competenze e preparazione. Certo, non siamo in ambito professionistico. Ma amatoriale non vuol dire “dilettanti allo sbaraglio”.
Sicuramente dopo questa triste vicenda nessuno può dirsi vincitore. Siamo tutti sconfitti. Ognuno trarrà le sue conclusioni, ma di sicuro il CSI Matera ha perso tanto, forse troppo, in termini di immagine e credibilità.
I giocatori delle due squadre coinvolte.
COMUNICATO GIUDICE SPORTIVO RELATIVA ALLA GARA DEL 12-07-2021: IMP. MEVOLI/LION SERV./ON.F.TATARANNI c/ THE BARBER
Il giudice sportivo, esaminati gli atti ufficiali relativi alla gara in oggetto osserva: L’incontro in epigrafe è stato definitivamente sospeso dall’arbitro al minuto 10 del 2° tempo a seguito di una rissa scoppiata tra calciatori di entrambe le società, che coinvolgeva la generalità dei tesserati di ambedue le compagini.
Dal referto arbitrale, risulta inequivocabilmente che il fatto che ha generato la rissa suddetta è scaturito da uno schiaffo da parte del sig. Lombardo Quirico Sante (Imp. Mevoli/…) verso il sig. Di Cuia Davide (The Barber) che a sua volta reagisce sferrando spinte e schiaffi. A seguito di ciò i sigg. Ruggieri Vittorio, Tralli Lorenzo e Ramundo Luca (The Barber) cercano di difendere il proprio compagno scatenando una rissa generalizzata fra entrambe le squadre. A tale rissa partecipano attivamente sia i restanti giocatori della squadra The Barber, sia i compagni del sig. Lombardo. L’entrata sul terreno di gioco di gente “estranea” agli atleti in gara provoca, peraltro, un “fuggi fuggi” generale per cui, a questo punto, erano definitivamente e assolutamente venute meno le condizioni per il prosieguo della gara.
Il direttore di gara valutava infatti che a seguito della rissa generalizzata erano venute meno sia le ragioni per continuare la gara con regolarità, sia le motivazioni per cercare i soggetti vi avessero dato origine o l’abbiamo ulteriormente alimentata. Infatti la interruzione anticipata della gara ha avuto causa non da un semplice diverbio fra calciatori, ma da una vera e propria rissa, dove era diventato inutile capire chi l’avesse provocata (cosa peraltro chiara e già descritta) ma dal fatto che alla stessa abbia partecipato la generalità degli tesserati delle due squadre.
La situazione si normalizzava solo dopo l’arrivo delle forze dell’ordine invitate ad intervenire su sollecitazione di uno degli arbitri.
Da quanto sopra esposto, visto quanto previsto da “Sport in Regola”, ne consegue che per il combinato disposto ex art. 32 – “Principio della responsabilità oggettiva” e ex art. 99 – “Gare interrotte o sospese per motivi occorsi durante il gioco”, la mancata conclusione dell’incontro debba essere imputata a titolo di responsabilità diretta ed oggettiva ad entrambe le società, ragion per cui si decide:
a) di comminare alle squadre IMP. MEVOLI/LION SERV./ON.F.TATARANNI e THE BARBER la punizione sportiva della perdita della gara col punteggio di 0-6, con conseguente esclusione dal prosieguo della manifestazione.
b) Provvedimenti a carico di tesserati della gara:
– LOMBARDO QUIRICO SANTE (SQUADRA IMP. MEVOLI/LION SERV./ON.F.TATARANNI)
– DI CUIA DAVIDE (SQUADRA THE BARBER)
SQUALIFICATI PER DUE ANNI;
– Ruggieri Vittorio, Tralli Lorenzo e Ramundo Luca (The Barber)
SQUALIFICATI PER TRE MESI DALL’INIZIO DELL’ATTIVITA’ SPORTIVA;
c) Ammende a società e atleti:
– Ammenda di €.120,00 alle due squadre IMP. MEVOLI/LION SERV./ON.F.TATARANNI e THE BARBER
in quanto oggettivamente responsabili della rissa tra propri tesserati avvenuta sul terreno di gioco;
– Ammenda di €.50,00 ai sigg. Lombardo Quirico Sante e Di Cuia Davide a seguito dei fatti sopra descritti.