Uno scatto in cui la nostra Memoria diventa, simbolicamente, richiesta di verità. Quella verità che dopo 29 anni ancora non conosciamo. Libera Basilicata ha voluto celebrare così l’anniversario della strage di via D’Amelio, dove morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loy, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Libera Basilicata ringrazia le tantissime persone che hanno risposto all’appello, affidando alla viralità dei social una loro fotografia con in mano, in primo piano, un’agenda rossa o un libro dello stesso colore, per chiedere, con forza, che i depistaggi, le menzogne e l’omertà che ancora persistono intorno a quello che accadde il 19 luglio 1992 a via D’Amelio e a quello che accadde nei mesi e negli anni successivi,
possano finalmente essere illuminati dalla luce della giustizia.
Chi fece sparire quell’agenda rossa, lo fece, secondo il fratello del giudice ” perché doveva servire per gestire i ricatti incrociati con i nomi. Una scellerata congiura del silenzio che è durata 29 anni”.