Strutture lucane servizi di salute mentale, Fp Cgil Matera e Fp Cgil Potenza: “Situazione drammatica. Personale in burn out, utenti e famiglie in difficoltà. Si apra tavolo regionale”. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi vi sono stati su tutto il territorio nazionale, interessando anche la Basilicata, controlli dei carabinieri del Nas in 536 strutture e centri incaricati dell’erogazione di servizi di salute mentale. I controlli hanno fatto emergere, come fotografato dal report della Fp Cgil nazionale, che “una struttura su cinque presenta carenze strutturali, condizioni ambientali inadeguate, mancanza di requisiti minimi di sicurezza, ma soprattutto carenza di figure professionali”. Una situazione di degrado che denunciamo da anni e che va fronteggiata con azioni concrete.
Il peso globale dei disturbi mentali, anche tra bambini e adolescenti, continua a crescere, ma a fronte di un incremento della domanda, complice anche la pandemia, non abbiamo assistito ad alcun tipo di potenziamento, né di attenzione nei confronti della tutela della salute mentale; abbiamo, di contro, continuato ad assistere ad un continuo depauperamento del capitale umano e all’insufficiente risposta dei servizi territoriali e a carattere semiresidenziale.
La situazione delle strutture lucane che erogano i servizi di salute mentale è drammatica: il personale è in burn out e gli utenti psichiatrici e le loro famiglie non riescono ad ottenere risposte multidisciplinari ai loro bisogni complessi. L’intero Dipartimento di Salute Mentale, cui afferiscono anche i Serd, ovvero i servizi contro le dipendenze, versa da tempo in una condizione di gravissima criticità. Sia all’ASP che all’ASM vi sono pesanti carenze di personale che rendono quasi impossibile assicurare i servizi, nel rispetto delle norme contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa degli operatori.
Alla cronica e drammatica carenza di personale, si aggiunge la presenza consistente di personale con limitazioni, con conseguente difficoltà alla predisposizione dei turni H24 nelle strutture di ricovero, che attualmente faticano ad assicurare i servizi minimi, con il rischio reale di chiusure che lascerebbero nel totale abbandono i pazienti e le loro famiglie.
Nel materano la predisposizione di turni, soprattutto per le ore notturne, continua ad essere possibile solo grazie alla grande disponibilità del personale del CSM effettivamente in servizio e a quella del neuropsichiatra infantile e dello psichiatra del Serd. A Potenza tra Csm e Spdc sono solo 6 i medici, con una convenzione con l’ospedale di Salerno sottoscritta ma non ancora operativa. In analoga situazione versa, d’altronde, il CSM di Villa D’Agri, dove è presente un solo psichiatra, e lo Spdc di Villa d’Agri, dove la carenza di medici viene sopperita con la convenzione con l’ospedale di Salerno. Non differente il quadro del Csm di Lauria e del Pod di Chiaromonte, dove l’istituzione di una Unità operativa dipartimentale semplice non ha fatto altro che depotenziare ulteriormente il Centro di Salute Mentale, come da noi denunciato nei mesi scorsi. Ben venga, infatti, l’istituzione di nuovi servizi; ma ciò non può essere fatto a parità di risorse umane, sottraendo unità di personale, anzitutto medico, ai servizi territoriali .
I centri di salute mentale territoriali, che in base alla legislazione di settore dovrebbero essere aperti 12 ore al giorno, allo stato attuale riescono a garantire solo l’apertura di mattina l’apertura e la situazione appare sempre più drammatica, con conseguente aumento delle urgenze e del disagio, in un circolo vizioso nel quale il mancato potenziamento delle strutture territoriali non fa altro che sovraccaricare gli Spdc, con i reparti ospedalieri che vanno a loro volta in sofferenza, facendo registrare insufficienza dei posti letto e sovraffollamento dei reparti.
A fronte di tutto ciò, la spesa sanitaria per la Salute Mentale in Basilicata continua essere largamente al di sotto della soglia minima cui si erano impegnate le Regioni con un documento sottoscritto all’unanimità da tutti i governatori nel 2001, ovvero pari al 5% percentuale rispetto al Fondo sanitario regionale. La Basilicata, con poco più del 2%, è fanalino di coda nella graduatoria nazionale.
E’ evidente che sia esplosa una vera e propria emergenza, che ha necessità di essere affrontata in maniera decisa, incisiva e veloce, attraverso una pianificazione regionale capace di fronteggiare le criticità mettendo un argine all’inadeguata gestione dei dipartimenti cui continuiamo ad assistere.
Ritorniamo, pertanto, a chiedere con estrema urgenza l’apertura di un tavolo regionale sul tema della salute mentale, anche al fine di comprendere le misure che la Regione Basilicata, di concerto con le Aziende Sanitarie, intende mettere in atto per superare la drammatica contingenza e ripensare al superamento del gap tra lo stato attuale della salute mentale nella regione e gli impegni di uno standard di spesa assunti da tempo dalla Conferenza Stato Regioni e mai minimamente rispettati.