Il Lucania Classica Festival si conclude con quattro eventi dedicati alla celebrazione dei compositori che hanno, di fatto, forgiatolo scenario classico europeo. Lo sguardo indagatore e l’atteggiamento itinerante del festival, nel suo risalire il fiume della musica classica per esplorarne i confini e la materia, si conclude nello sforzo di coglierne l’essenza. Ancora una volta è l’atmosfera principesca del teatro F. Stabile a lasciar prendere corpo alla musica tessuta dai fiati, dagli archi e dalle corde nelle loro diverse lingue.
L’espressione nobile e sincera di una musica intima e al contempo esuberante è raccolta dal trio Lanzini, che riunisce il clarinettista Michele e i suoi figli Giovanni ed Elisa, astri nascenti nel panorama musicale. “Musica in salotto fra Vienna, Milano e Napoli”, evento del 4 agosto, assume il volto di un XVII secolo dedito alla diffusionedi una musica da camera sempre più consapevole, attraversando il classicismo di Haydn, Mozart e Verdi, doveil virtuoso duetto tra clarinetto e violino si svolge sui meticolosibassi del violoncello.
Il 6 agosto, il “Lucania Classica Young”, evento-dedica alle giovani promesse, offre l’occasione a musicisti emergenti e lucani, formati nel conservatorio “G. Da Venosa” di Potenza, di portare sul palco la personale interpretazione di composizioni pioneristiche: brani firmati da Mozart, Henselt, Brahms e Chopin sonoproposti dal pianoforte di Antonio Garripoli, mentre piacevoli e briose sonate di Mozart, Beethoven e Grieg vengono rilette dal Duo Šostakovič, morbido abbraccio tra il violino di Vita Cisullo e il pianoforte di Antonello Alagia.
La notte di San Lorenzo si perde con aria sognantenella “Fantasia notturna” di Maurizio Moretta, pianista dalla brillante carriera concertistica, costellata di esibizioni in Italia e all’estero per associazioni concertistiche prestigiose e rinomati teatri. Il profilo creativo e immaginoso di Mozart, Beethoven, Chopin, Debussy e Gershwin emerge nella sinestesia di notturni, preludi, motivi e fantasie dalle tinte fiabesche e suggestive.
L’epilogo dell’11 agosto, “Mozart verso Est”, si muove con passo trascendente verso una contaminazione musicale tra culture, accentuando ancor più il senso di dialogo e scambio che ha dato la piega all’intero festival. La Kazakh State Chamber Orchestrasarà l’armonica collettività che disegnerà il paesaggio alle linee soliste tracciate dal violino di Aiman Mussakhajayeva, tra i più brillanti rappresentanti della scuola di violino del Kazakistan, vincitrice di concorsi internazionali, nonchémembro di importanti organizzazioni (tra cui Academy for the Arts, Associazione Europea dei Conservatori, Associazione del Tchaikovsky International Competition, Comitato degli Interessi delle Donne del Kazakhstan, Commissione Nazionale per Unesco e Isesco), e del pianoforte di Maria Rita Panella, giovanissima musicista lucana già impegnata in numerosi concerti solistici e cameristici in Italia e all’estero.
Come da nuove disposizioni governative, per assistere ai concerti distribuiti in queste date sarà necessario essere in possesso della certificazione verde COVID-19 (che si ricorda essere emessa automaticamente dalla Piattaforma nazionale del Ministero della salute dopo la vaccinazione oppure un test negativo oppure la guarigione da COVID-19).
Questi ultimi 4 concerti comunica la direzione artistica che è stata curata da Valeria Veltro e Raffaele D’Angelo: “Saranno destinati a chi è meno fortunato di noi, pertanto si è pensato che parte del ricavato verrà devuluto sottoforma di buoni spesa all’ Associazione Avanti Gli Ultimi che si occuperà della distrubuzione di derrate alimentari alle famiglie bisognose della città”.
Nello spirito che investe la volontà propositiva di tornare a comunicare attraverso la musica, questo linguaggio così pregno di significatoe tantoprivilegiato per le sue immediatezza e universalità, il Lucania Classica Festival ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al fitto dialogo di questi mesi, con l’invito di non smettere mai di tendersi all’ascolto. “La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori” (Johann Sebastian Bach).