Antonio Melfi (già sindaco di Tricarico e consigliere regionale Basilicata): “No alla oppressione delle diocesi di Tricarico e Acerenza”. Di seguito la nota integrale.
L’annuncio dato dal metropolita della CEI di Basilicata, mons. Salvatore Ligorio, già vescovo di Tricarico, della soppressione delle diocesi di Tricarico e Acerenza, ha fatto sussultare un sentimento, mai sopito, di forte attaccamento ad una cultura religiosa che dopo anni di splendore nell’intera Basilicata e perché no anche a livello mondiale, perde il suo vigore e la sua visibilità. Certo non è assolutamente pensabile contrastare le decisioni che vengono assunte dal Vaticano, ma ciò non può farci retrocedere dal sostenere che non è concepibile pensare che il piccolo sia superfluo e pesante nel rapporto costi e benefici. La diocesi di Tricarico è assurta negli anni a punto di riferimento per il messaggio di carità cristiana diffuso nel mondo. Non si scopre niente di sconosciuto se si sottolinea l’opera del venerabile mons. Raffaello Delle Nocche che ha portato in più di un continente il messaggio evangelico attraverso l’ordine delle suore di Gesù Eucaristico da Lui istituito per volontà del Signore. Non è trascurabile l’imponenza della cattedrale di Tricarico, il MUDIT, Museo Diocesano di Tricarico, che sono pilastri di una cultura e di una storia che nella diocesi di Tricarico hanno trovato l’archetipo della essenzialità di un’opera di diffusione della cristianità. Non possiamo non fare sentire questo nostro accorato appello al Santo Padre, con umiltà e con preghiera, affinché possa riconsiderare, nell’ottica di una rivalutazione temporale, le strategie assunte sulle sorti delle piccole diocesi, esortandoLo a tenere in alta considerazione la funzione da queste svolta nei secoli e la necessità che in ogni angolo di questa nostra regione si senta la parola suadente di un pastore fortemente legato alle sue pecorelle. Senza volere peccare di irriverenza, non ci si può tuttavia non sorprendere del fatto che gli stessi pastori, che si sono avvicendati nelle due sopprimende diocesi prima di passare a giudarne altre (solo a titolo esemplificativo ricordiamo che l’arcivescovo Ligorio è stato vescovo di Tricarico, così come l’attuale vescovo della diocesi di Tursi- Lagonegro, mons. Orofino) non abbiano “osato” avanzare al Santo Padre la possibilità di costituire una diocesi Tricarico-Acerenza, allo scopo di salvaguardare sia la tenuta dei costi che soprattutto, la cura ed il plusvalore dei benefici, in termini di accoglienza e prossimità con fedeli che, per quanto esigui secondo la mera logica dei numeri, tuttavia patiscono situazioni di isolamento e marginalità a causa della particolare morfologia del territorio lucano oltre che della atavica carenza di infrastrutture di collegamento. Dal canto nostro, non possiamo che affidare e confidare le nostre speranze alla preghiera a Colui che è Padre di tutti e che ha a cuore il destino degli ultimi.