L’Associazione Zes Lucana interviene nel dibattito avviato in Regione Basilicata per l’istituzione di una Zes culturale a Matera. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La ZES non può rimanere solo una visione la Regione non può continuare nel suo ”operoso silenzio” a cui ci aveva abituati il precedente governo regionale. Ma la storia si ripete! Il 4 agosto 2017 la Giunta Pittella approvò alle ore 13,45 una delibera sulle ZES che faceva seguito ad un corposo documento dell’Osservatorio Banche Imprese, peraltro ricevuto solo trentasei ore prima e l’assessore regionale alle attività produttive espresse il suo voto favorevole. Corsi e ricorsi storici, ma i comportamenti umani sono sempre quelli. Ecco che anche questo mese di agosto 2021, a distanza di quattro anni, la storia si ripete: qualcuno questa volta parla dai banchi della minoranza, mentre la Giunta Regionale lucana ha ipotizzato una ZES della cultura a Matera, nell’ex pastificio “Padula” e poi Barilla e, addirittura, ne avrebbe già discusso con la MinistraCarfagna. Si dimentica che le aree della Zes Jonica sono ben delimitate, anche se chi le predispose “non era un geometra, come riferì in un incontro a Ferrandina, tanto che nella piccola Basilicata abbiamo aree Zes a macchia di leopardo, con alcune zone addirittura a molti chilometri di distanza dal porto di Taranto. Ma siamo abituati ormai ai miracoli della politica, solo che alcuni non hanno ancora compreso che una ZES non può nascere nell’abitato di Matera, salvo l’ennesimo miracolo della politica locale, magari con l’avallo ministeriale. Preme evidenziare che già il 19 maggio 2018, l’alloraComitato Zes Lucana 2017 promosse un incontro su “Zes e Cultura”, seguendo il confronto di idee che si era sviluppato sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno sulla proposta di istituire una zona franca della cultura nella città di Napoli. Fu così auspicato che anche il nostro Governatore Pittella potesse fare suoi gli spunti nati dagli interventi che si erano susseguiti anche nei giorni seguenti sul tema,anche in vista di Matera Capitale europea della cultura 2019.La realizzazione di una Zona economica speciale nella città di Matera poteva sorgere e quella proposta era avallata dagli strumenti giuridici che potevano essere innovati per adeguarli alla realizzazione magari di una zona franca della cultura. Si trattava infatti di proporre alla Regione Basilicata l’istituzione di una area fiscalmente agevolata nell’ambito del territorio urbano i cui destinatari dei benefici sarebbero stati i soggetti operanti in ambito culturale. In questo senso era di notevole aiuto la norma contenuta nella legge di Bilancio 2018 che introduceva nel nostro ordinamento la qualifica di imprese culturali e creative.Di un’area culturale speciale a Matera l’Associazione ne aveva discusso già in precedenza, il 30 settembre 2017 a Matera, con il sindaco De Ruggieri e il presidente e il segretario generale della Femoza, Juan Torrents e Maurizio D’Amico, riprendendo l’elaborazione del progetto di smart city in termini di innovazione e cultura. Al sindaco De Ruggieri fu anche consegnata una nota il 14 ottobre per l’istituendo laboratorio di ricerca del patrimonio e delle industrie cultuali che l’Associazione aveva elaborato con una società laziale per la redazione del progetto “La Zes culturale di Matera”. La bozza di tale idea è stata consegnata anche all’europarlamentare Sabine Verheyen, presidente della delegazione della Commissione cultura e istruzione del Parlamento Europeo, al termine di incontri istituzionali a Matera; nonché a Montecarlo in occasione dell’incontro mondiale Worls Free &EconomicZones Summit organizzato dalla FEMOZA insieme all’UNIDO Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale. Infatti, il ridimensionamento delle risorse stanziate nel corso degli ultimi anni, per supportare le politiche culturali, aveva innescato da un lato la crisi degli operatori tradizionalmente sovvenzionati dal pubblico ma anche un effetto inaspettato: l’affacciarsi sulla scena di progettualità innovative che sono riuscite a intercettare nuovi fabbisogni e nuovi pubblici. Sul fronte della produzione culturale e creativa la città di Matera vedevasvilupparsi numerosissime realtà culturali, protagoniste. Per tal motivo l’Associazione aveva sollecitato l’istituzione di un laboratorio di ricerca del patrimonio e delle industrie cultuali che provocasse una riflessione attenta, che evidenziasse un attivismo ed un protagonismo che si opponeva all’immagine stereotipata di un Mezzogiorno arreso e assistito. La proposta dell’Associazione, lanciata a Matera a maggio 2018 e resa nota anche alla Regione Basilicata, di realizzazione delle ZES della cultura rappresentava un’iniziativa concreta che le istituzioni avrebbero potuto implementare per dare un supporto reale alle numerosissime iniziative che in diversi ambiti si sono sviluppate sul territorio materano. Uno strumento automatico in grado di ridimensionare il ruolo dell’intermediazione politica istituzionale, agevolando soprattutto i nuovi attori del sistema culturale. Si trattava di una misura che avrebbe ridimensionato le conflittualità e le gelosie tra operatori culturali e favorito la collaborazione e l’aggregazione, ridisegnando l’orizzonte di una terra troppo spesso consegnata all’oleografia dei troppi talenti poche risorse, che vuole essere laboratorio creativo in Europa e nel Mediterraneo. Matera ha forse vinto il titolo di Capitale europea della cultura per essere la città in Europa creativa per eccellenza e la sua lunga storia lo dimostra , ecco perché non va perso il capitale reputazionale della città che non è solo quello storico ma è oggi anche quello dinamico, quello di un meridionalismo vincente e in città si registra ancora in questi giorni post pandemia che Matera è attrattore di un turismo culturale ed è diventata punto di riferimento di un nuovo snodo meridionale e mediterraneo che va sviluppato.
Pierluigi Diso, Coordinatore Associazione Zes Lucana