Consigliere regionale Zullino (Lega): “Che fine ha fatto la proposta di legge che interviene anche sulla nuova Governance del Consorzio di Bonifica?”. Di seguito la nota integrale.
La proposta di legge del consigliere della Lega, Massimo Zullino, ancora ferma in Terza commissione consiliare presieduta da Piergiorgio Quarto (Fratelli d’Italia).
Gli operatori agricoli dell’area Nord lucana sono allo stremo delle forze, vessati nel silenzio generale dalla totale insufficienza di risorsa idrica. Il Consorzio unico di Basilicata non ha richiesto all’Autorità di Distretto le quantità minime necessarie per garantire una serena stagione irrigua, in un periodo in cui, tra l’altro, nelle dighe lucane, ci sono (pare) 100 milioni di metri cubi in più rispetto allo scorso anno.
Il settore è allo stremo e non ci sono servizi minimi adeguati. Non si riesce nemmeno ad organizzare squadre di forestali per le attività antincendio, generosamente finanziate dalla Regione Basilicata, Dipartimento Protezione Civile, con 1,5 milioni di euro.
Tutto ciò è da addebitare al Consorzio unico della Basilicata, simbolo di una riforma di un recente passato dell’amministrazione regionale, che non ha dato alcun frutto, ma che ha solo peggiorato la situazione.
Mi risulta difficile, a questo punto, capire come mai la mia proposta di legge per una rivisitazione complessiva di tutta la governance dei Consorzi di bonifica in Basilicata, sia ancora ferma nei cassetti della terza commissione.
Mi chiedo cosa stia tenendo fermo ai box un provvedimento che potrebbe ridare linfa e slancio alla governance dei Consorzi.
Mi chiedo come mai una proposta importante per il territorio si sia incagliata e non riesca a riprendere il suo cammino verso la definitiva approvazione.
Tornando all’emergenza idrica, che ha fiaccato i nostri operatori agricoli in giorni di grande afa e temperature elevatissime, il Consorzio aveva richiesto per gli oltre mille ettari dell’area Nord lucana, risorse pari a 700 litri al secondo, quando per garantire la copertura di tante superfici coltivate ce ne vorrebbero non meno di duemila.
Sono state così messe a rischio le preziose colture delle campagne in una vasta area compresa tra Gaudiano, Lavello, Montemilone, Venosa e Palazzo San Gervasio. Parliamo di centinaia e centinaia di ettari coltivati a grano, ortaggi, prodotti ortofrutticoli, ma anche del comparto zootecnico e di alcuni milioni di euro di investimenti dei nostri imprenditori.
Nel Vulture Alto Bradano l’assegnazione di acqua è risultata del tutto insufficiente. Ma per il nostro Consorzio di bonifica va bene così.
Così come va bene, evidentemente, che con l’approvazione del Piano regionale antincendio 2021 e lo stanziamento di oltre 1,5 milioni di euro, l’ente consortile si sia fatto trovare impreparato e disorganizzato, nonostante il 18 giugno scorso sia stato chiuso il bando interno per il reclutamento dei lavoratori della Forestazione per le squadre Aib.
Quelli appena rappresentati sono solo alcuni degli esempi di disfunzioni e disservizi del sistema consortile in Basilicata.
Non vogliamo toccare in questa sede il tema Diga del rendina, a valle oggi dell’ennesima segnalazione del Ministero che ci rappresenta come nessuna manutenzione se pur minima sia stata eseguita per consentire di tenere in vita questa infrastruttura e considerarla ancora utilizzabile.
Ci si chiede, quindi, il reale motivo dell’ostruzionismo ingiustificato ad opera di Piergiorgio Quarto, nei confronti di una proposta di legge che rivisita completamente il sistema e che è stata fatta esclusivamente nell’interesse della comunità.
Proprio lui che, per anni, ha rappresentato il mondo degli agricoltori e che, invece di fare passerelle sterili nella Città di Lavello, dovrebbe spiegare perché, da 2 mesi circa, tiene ferma la proposta di legge in commissione e che per la sua inerzia, gli agricoltori hanno già perso almeno il 50% della loro produzione perché rimasti senza acqua. Agli agricoltori del vulture, anziché andare in ferie, non resta che piangere le perdite dei loro raccolti.
Sarà, quindi, mia premura richiedere al Presidente Cicala, l’immediata discussione della proposta di legge direttamente in consiglio, nella prima seduta utile ai sensi del regolamento interno, visto che sono già trascorsi i 60 gg a disposizione delle commissioni..