Un monologo, tre ballerine, una recitazione senza particolari sbavature. Infiniti Mondi stupisce nei Calanchi di Aliano, rende sobria una serata calda e afosa e offre il senso della vita, quella vissuta da personaggi legati a poliedriche essenze. La rappresentazione teatrale promossa nell’ambito del cartellone dei Teatri di Pietra 2021 organizzata dall’Associazione Pa. Ga. Scenamediterraneo Potenza, dai Comuni di Aliano, Grottole, Grumento Nova, Venosa, dalla Regione Basilicata, dalla BCC Laurenzana-Nova Siri, dal Museo Archeologico della Val d’Agri è un condensato di speranze, passioni pulsanti, divagazioni e stravaganti scene. Regista, ideatore e mente della serata Aurelio Gatti che porta in scena una piece di sessanta minuti tutti da gustare e vivere. Protagonista indiscusso è Mario Brancaccio, coadiuvato dalle ballerine Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Lucrezia Serafini. Un monologo che lega, autori, letterati, e la filosofia virile e impaziente tutta piena di eroiche passioni, quella portata in scena da Aurelio Gatti che non confonde il pubblico ne tantomeno lo mette nelle condizioni di rimanere perplesso. Questo perché le ballerine recitano alla perfezione il proprio ruolo in un valzer di relazioni. Lo spettacolo, i cui costumi sono stati prodotti da Marina Giarelli Genovese è bellissimo, e vede Mario Brancaccio, protagonista indiscusso della rappresentazione sempre scevro dalle manie di protagonismo e attento a non confondere gli argomenti trattati. Tutto è sinergico, tutto è brillante, la sinossi, leggera, versatile e mai prolissa non nasconde le ansie e le paure di Giordano Bruno e soprattutto permette di mettere in relazione la funzionalità di tutti i viventi. E loro che invocano gli Infiniti Mondi, rievocano sommosse e vedono spazi sempre più usuali tra le vicende umane. La speculazione tuttologa del lascito di Giordano Bruno rende inconfondibili i passi e il canovaccio di una vicenda tutta da raccontare, vissuta quasi in apnea dai protagonisti. Il finale, legato ai sentimenti, alle parodie del teatro danza, proposto magistralmente da Aurelio Gatti pone le basi per un continuo ripetersi di sogni, melodie e sensazioni tutte da provare. E quando gli artisti, nel segno e nella perfetta sintesi teatrale che evoca Giordano Bruno, lasciano la scena c’è quasi la sensazione che qualcosa possa tornare subito alla mente. Quella vera, quella legata ad un passato sempre da menzionare.
Ago 11