In territorio di Banzi, in località masseria Lancellotti il 12 agosto 2021 si è conclusa la campagna di scavo, finanziata nell’ambito del progetto ministeriale “Appia Regina Viarum. Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano”. Le indagini sono state condotte tra il 19 luglio ed l’11 agosto 2021, per conto della Soprintendenza ABAP della Basilicata (direzione scientifica di Sabrina Mutino), coordinate sul campo dall’archeologo Felice Perciante.
Sono stati aperti due saggi di scavo, distanti tra loro 127 m, che misurano 11,20 x 8 m (Saggio 1) e 8,50 x 8,50 m (Saggio 2). Il saggio I (fig. 1) ha comportato una operazione piuttosto particolare, ovvero la riapertura di uno scavo precedente, realizzato nel 2017 durante la sorveglianza archeologica dello schema idrico “Bradano-Basento”, che aveva messo in luce un tratto di strada glareata, a circa 1,60 m dal piano di calpestio attuale. Grazie alla nuova esplorazione è stato rintracciato anche il limite meridionale dell’asse viario intercettato nel 2017. Si tratta, quindi, di una strada di circa 6 mt, composta da ciottoli eterometrici ed eterogenei apprestati in una matrice argillosa di colore bruno scuro molto tenace, che presenta un orientamento nord-ovest/sud-est ed una pendenza da est verso ovest. La stessa direttrice si localizza a nord della soprastante collina in località Marascione e corre parallela sul lato meridionale all’attuale S.P.79 “Marascione-Lamacolma”.
Nel saggio 2 (fig. 2), immediatamente sotto lo strato di humus, è riemerso un ulteriore asse stradale, composto da ciottoli calcarei più piccoli immersi in una matrice sabbiosa-limosa di colore giallastro, largo circa 4 m, che oblitera la strada glareata, qui rintracciata ad una profondità di ca 1,10 mt. Anche questa strada più recente, forse identificata già nel 2017, ma in punti diversi della stessa area, presenta orientamento nord-ovest/sud-est. Il limite settentrionale di questo secondo tratto stradale è composto da blocchi rettangolari in calcare finemente sagomati, in gran parte rinvenuti smossi. Molto probabilmente questi elementi litici dovevano costituire sia il limite settentrionale dell’asse, sia una vera e propria sostruzione di contenimento della strada verso valle.
La sequenza degli strati rimossa con lo scavo in questo punto, al momento allo studio degli archeologi, permette di descrivere una storia del paesaggio fortemente condizionata dalle attività agricole, ma anche da importanti eventi naturali, come deboli fenomeni alluvionali e di frana, con successivi processi di pedogenesi; rilevanti sono anche le tracce lasciate dagli ultimi interventi di scavo e posa di condotte idriche, giunte fino a circa 1,60 m dall’attuale piano di calpestio. La lunga frequentazione di questo asse stradale giunge sino all’età moderna, e questo sottolinea l’importanza di questa direttrice nei secoli. L’intersecarsi ed il sovrapporsi di strade nella stessa area non fanno che confermarne la posizione strategica lungo i percorsi di collegamento tra l’ager Venusinus e quello Bantinus.
Si ringrazia il proprietario dei terreni, signor Lancellotti, per la disponibilità e la collaborazione prestati, indispensabili per l’indagine.