È il primo romanzo di una saga di quattro volumi, tre dei quali ancora inediti. È il più corposo, al contrario dei tre successivi dal formato pocket. È un’opera di narrativa letteraria ambientata, in Basilicata, nella zona del Pollino, nel periodo della seconda guerra mondiale ed è piena di tipicità italica dal notevole esotismo geografico e antropologico. Angela (Gli eredi dei Messapi), di Bruna Spagnuolo (edizioni S.O.S. ROOTS, giugno 2021), narra la storia vera, gli eventi leggendari e le epopee di un personaggio femminile straordinario, Angela, che incontra il suo amato, Gaetano, un dragone dell’esercito regio, lo sposa e lo perde nello sconvolgimento degli eventi mondiali. Il lettore scorre le pagine tra le molte incognite, continuando a domandarsi se Angela si salverà dalle mille insidie anche mortali e se i due sposi riusciranno, infine, a riabbracciarsi, mentre il romanzo lo conduce attraverso il “ritaglio” completo della realtà ambientale, geografica, storica e sociale, che incastona le mappe vitali dei personaggi.
Contadinella leggendaria, la protagonista trova la sua collocazione storica tra le generazioni eroiche narrate che consegnano il canto, il pianto e la sapienza millenaria del loro tempo alle generazioni future, insegnando loro che è necessario “ricordare chi erano, per capire chi sono e sapere dove stiano andando”.
Nella “Nota dell’autrice”, in fondo al libro si legge: “Ho immortalato in quest’opera un contesto umano e ambientale che è già storia passata, dandogli il supporto dei collegamenti con la sua storia remota e con quella recente (…) desidero permettere a chi ha sete di identità e di conoscenza di venire a contatto con la scomparsa civiltà contadina (…) e con tutte le usanze e le abitudini a essa connesse”. Questa è la caratteristica per cui il presente romanzo è una pubblicazione S.O.S. ROOTS, piccola entità letteraria nata per rubare all’oblio le identità umane in estinzione.
Ciò che la “strozzatura” rappresenta per l’archeologia, quando congloba e preleva perfettamente i reperti, questo romanzo rappresenta per la cultura delle aree di riferimento. Esso salva dall’oblio pezzi di una cultura millenaria che è ormai scomparsa e non è stata tramandata.
La cosa che interessa al lettore, però, è una e una soltanto: questo libro non è, in ultima analisi, che un romanzo d’amore. Ed è proprio l’amore, quello epico, travolgente, appassionato e appassionante; che confina con l’epopea torreggiante, a fare da binario alla guerra al fronte e a quella contro le intemperie, ai sogni, alle speranze, alle sarchiature, alle mietiture, alle semine e ai loro incanti.
È l’amore, sempre, comunque e dovunque, il vero protagonista incontrastato che, attraverso “ricordi” mai vissuti e “percezioni” inspiegabili, mette a dimora, qua e là, i tasselli sapienti per la narrazione a venire degli altri volumi della saga, sono i prodromi delle storie che saranno narrate nei volumi successivi: ** Eliade. (Gli eredi di Priamo)”; ***Virgilia (Gli eredi del cavaliere che volle erba per 7 cavalli); ****Egea (….e i vinti assoggettarono il vincitore).
Questa grande opera, unica nel suo genere, ha portato l’autrice, lucana di origini, lombarda di adozione e cittadina del mondo per elezione, a farsi esule, in cerca delle tracce sospese tra storia, protostoria, mito e leggenda (dalla valle dell’Indo, alla Troade, alla Siritide e alle valli del Sarmento e del Sinni) per dare alle sue eroine l’avallo della ricerca e dell’archeologia, ma la sua opera nulla ha a che fare con i saggi: è narrativa letteraria libera, elegiaca e creativa.
Angeli in ginocchio (la saga del popolo messapico): esce il primo volume *Angela (Gli eredi dei Messapi), di Bruna Spagnuolo
Il libro (Ed. S.O.S.ROOTS, giugno 2021) è un romanzo d’amore ambientato nella civiltà contadina delle pendici lucane del Pollino. Salva dall’oblio pezzi di una cultura millenaria ormai scomparsa.
È il primo romanzo di una saga di quattro volumi, tre dei quali ancora inediti. È il più corposo, al contrario dei tre successivi dal formato pocket. È un’opera di narrativa letteraria ambientata, in Basilicata, nella zona del Pollino, nel periodo della seconda guerra mondiale ed è piena di tipicità italica dal notevole esotismo geografico e antropologico. Angela (Gli eredi dei Messapi), di Bruna Spagnuolo (edizioni S.O.S. ROOTS, giugno 2021), narra la storia vera, gli eventi leggendari e le epopee di un personaggio femminile straordinario, Angela, che incontra il suo amato, Gaetano, un dragone dell’esercito regio, lo sposa e lo perde nello sconvolgimento degli eventi mondiali. Il lettore scorre le pagine tra le molte incognite, continuando a domandarsi se Angela si salverà dalle mille insidie anche mortali e se i due sposi riusciranno, infine, a riabbracciarsi, mentre il romanzo lo conduce attraverso il “ritaglio” completo della realtà ambientale, geografica, storica e sociale, che incastona le mappe vitali dei personaggi.
Contadinella leggendaria, la protagonista trova la sua collocazione storica tra le generazioni eroiche narrate che consegnano il canto, il pianto e la sapienza millenaria del loro tempo alle generazioni future, insegnando loro che è necessario “ricordare chi erano, per capire chi sono e sapere dove stiano andando”.
Nella “Nota dell’autrice”, in fondo al libro si legge: “Ho immortalato in quest’opera un contesto umano e ambientale che è già storia passata, dandogli il supporto dei collegamenti con la sua storia remota e con quella recente (…) desidero permettere a chi ha sete di identità e di conoscenza di venire a contatto con la scomparsa civiltà contadina (…) e con tutte le usanze e le abitudini a essa connesse”. Questa è la caratteristica per cui il presente romanzo è una pubblicazione S.O.S. ROOTS, piccola entità letteraria nata per rubare all’oblio le identità umane in estinzione.
Ciò che la “strozzatura” rappresenta per l’archeologia, quando congloba e preleva perfettamente i reperti, questo romanzo rappresenta per la cultura delle aree di riferimento. Esso salva dall’oblio pezzi di una cultura millenaria che è ormai scomparsa e non è stata tramandata.
La cosa che interessa al lettore, però, è una e una soltanto: questo libro non è, in ultima analisi, che un romanzo d’amore. Ed è proprio l’amore, quello epico, travolgente, appassionato e appassionante; che confina con l’epopea torreggiante, a fare da binario alla guerra al fronte e a quella contro le intemperie, ai sogni, alle speranze, alle sarchiature, alle mietiture, alle semine e ai loro incanti.
È l’amore, sempre, comunque e dovunque, il vero protagonista incontrastato che, attraverso “ricordi” mai vissuti e “percezioni” inspiegabili, mette a dimora, qua e là, i tasselli sapienti per la narrazione a venire degli altri volumi della saga, sono i prodromi delle storie che saranno narrate nei volumi successivi: ** Eliade. (Gli eredi di Priamo)”; ***Virgilia (Gli eredi del cavaliere che volle erba per 7 cavalli); ****Egea (….e i vinti assoggettarono il vincitore).
Questa grande opera, unica nel suo genere, ha portato l’autrice, lucana di origini, lombarda di adozione e cittadina del mondo per elezione, a farsi esule, in cerca delle tracce sospese tra storia, protostoria, mito e leggenda (dalla valle dell’Indo, alla Troade, alla Siritide e alle valli del Sarmento e del Sinni) per dare alle sue eroine l’avallo della ricerca e dell’archeologia, ma la sua opera nulla ha a che fare con i saggi: è narrativa letteraria libera, elegiaca e creativa.