Si è svolta oggi, nella sede dell’Arpab, una conferenza operativa voluta dall’Assessore Gianni Rosa per definire un percorso chiaro sulle attività da mettere in campo.
Per la prima volta nella sua storia la Regione Basilicata si doterà di una legge recante “Norme per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene” che detta un chiaro e preciso percorso da attuare in caso di presenza di miasmi e composto, sinteticamente, da tre tappe: segnalazione dei cittadini al Comune di riferimento, verifica delle cause da parte dell’Arpab, azione della Regione Basilicata, dipartimento Ambiente, per il contrasto al fenomeno.
Lo ha reso noto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Rosa, che in mattinata ha convocato una conferenza operativa per affrontare il tema dei miasmi segnalati dalle imprese e dai cittadini di Tito e provenienti dalla zona industriale.
All’incontro hanno partecipato il direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci, il sindaco di Tito, Graziano Scavone, funzionari e tecnici delle tre istituzioni.
Durante la conferenza è emerso che le possibili fonti dei miasmi sarebbero determinate da degli impianti di smaltimento rifiuti presenti nella zona industriale di Tito. Questa ipotesi trova conferma dai monitoraggi che le stesse aziende eseguono in riferimento a precise prescrizioni contenute nelle autorizzazioni.
Accertata la presenza di emissioni odorigene, ora l’Arpab avvierà una campagna di monitoraggio nelle zone limitrofe degli impianti attraverso l’istallazione di centraline. Si è già proceduto all’acquisizione delle relative attrezzature che serviranno a comprendere non solo il livello delle emissioni, ma anche le tipologie di sostanze in esse contenute. Inoltre, per raggiungere gli obiettivi di contrasto ai miasmi, l’Arpab ha predisposto un’app con cui i cittadini, in modo assolutamente anonimo e a massima tutela della privacy, potranno segnalare le coordinate (luogo, data e ora) della percezione delle emissioni in modo che l’Agenzia possa circoscrivere dettagliatamente la zona interessata ed intervenire con le rilevazioni.
Dal suo canto il Dipartimento Ambiente della Regione, in considerazione della richiesta di modifiche alle autorizzazioni presentate dalle stesse aziende e in corso di istruttoria procederà alla individuazione delle opportune prescrizioni in materia di emissioni odorigene di adeguamento degli impianti.
Il sindaco Scavone, nel ringraziare l’assessore Rosa e il direttore Tisci per la disponibilità concretamente espressa nell’affrontare con determinazione il problema dei miasmi, molto sentito dalla comunità locale, ha espresso la totale disponibilità del Comune a mettere in campo ogni iniziativa utile a risolvere definitivamente questa problematica. E già nel prossimo consiglio comunale proporrà di approvare un ordine del giorno per chiedere a tutti i consiglieri regionali affinchè quanto prima diano il loro assenso al disegno di legge.
“Nell’attesa dell’approvazione delle norme – ha detto Rosa – dobbiamo tutti seguire velocemente il percorso individuato recependo i dati comunicati dalle aziende, verificando che non ci siano altre fonti di emissione, analizzando le sostanze contenute nei miasmi e procedendo con le conseguenti azioni. Vogliamo risolvere al più presto il problema di Tito e di tutte quelle aree soggette ad emissioni odorigene accertate. Abbiamo la volontà e abbiamo anche le risorse economiche grazie ai 3 milioni di euro che derivano dalle compensazioni ambientali sul petrolio e che riguardano specificatamente le reti di monitoraggio. Con la norma che il Consiglio regionale approverà nelle prossime settimane completiamo il quadro delle azioni finalizzate a contrastare definitivamente il problema con mezzi e strutture adeguate e a dare risposte certe e chiare ai cittadini lucani in materia di sicurezza ambientale”.
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Il 19 Agosto scorso Il Tgr Basilicata mandò in onda un servizio dall’area industriale di Tito ed intervistò abitanti e lavoratori del posto e che protestavano perchè in tutta l’area c’era una puzza insopportabile di miasmi provenienti da rifiuti. Va da sè che un impianto che tratta rifiuti non deve emettere odori nausaebondi, questo accade o perchè l’impianto non è correttamente funzionante o perchè non si rispettano le norme prescritte nell’A.U.A.- Autorizzazione Unica Ambientale- rilasciata dalla Provincia di Potenza. Parliamo di A.U.A. e non già di A.I.A.- Autorizzazione Integrata Ambientale- rilasciata dalla Regione perchè trattasi di piccolo impianto di trattamento. L’incontro tenutosi oggi all’Arpab è un modo per prendere in giro i cittadini di Tito Scalo! Invece di avviare i controlli sull’azienda per verificare l’ottemperanza alla A.U.A. si aspetta l’approvazione della legge sulle emissioni odorigene. Nel 2019, invece, il sindaco di Tito emise una apposita ordinanza proprio per limitare le emissioni odorigene che poi di sicuro provenivano dalla non osservanza dell’AUA , questa volta si fa prendere in giro, avrà cambiato casacca? Alla stessa azienda è stata appena comminata una sanzione amministrativa per inosservanza alle prescrizioni in merito allo scarico delle acque reflue. Ricordiamo che sono acque che confluiscono nel Tora, un torrente che poi confluisce nel Basento dove le acque non sono proprie cristalline e più di una volta i cittadini sono insorti protestando. Ciò detto il Sindaco di Tito è stato rassicurato: è tuttapposto!
Si è tenuto questa mattina l’incontro tra Comune di Tito, Arpab e Dipartimento Regionale all’Ambiente richiesto nei giorni scorsi dal sindaco di Tito Graziano Scavone per affrontare le problematiche relative alle emissioni odorigene nell’area industriale di Tito. Si è deciso, d’intesa con il direttore generale Arpab Antonio Tisci e con l’ assessore regionale Gianni Rosa, che il sindaco Scavone ha voluto ringraziare per l’attenzione e la disponibilità mostrata nel voler affrontare e portare a soluzione la problematica, di attivare nei prossimi giorni un monitoraggio permanente sulle fonti emissive attraverso l’installazione di strumentazione dedicata in fase di acquisizione da parte di Arpab, attuando di fatto le procedure operative di gestione degli episodi di disturbo olfattivo correlati ad impianti esistenti previste dalle Delibere di Giunta Regionale già approvate in materia di caratterizzazione e limitazione delle emissioni odorigine. A tal proposito Arpab trasmetterà quanto prima al Comune il crono-programma delle fasi di monitoraggio, da attuare anche attraverso il coinvolgimento della popolazione locale, per quanto riguarda ad esempio le indagini sensoriali, procedura avviatasi a seguito delle segnalazioni pervenute dal Comune di Tito. Saranno, inoltre, avviati da subito i controlli da parte di Arpab sulle campagne di monitoraggio dell’aria già effettuate e la verifica del rispetto delle prescrizioni autorizzative dei diversi impianti di trattamento di rifiuti. È stato, inoltre, anticipato dall’assessore Rosa la previsione di realizzazione di una rete di monitoraggio permanente sulla qualità dell’aria del polo produttivo di Tito a seguito della zonizzazione effettuata dal Dipartimento Ambiente e certificata da Ispra ed Enea.
“Attendiamo ora l’avvio delle attività di monitoraggio e controllo al fine di addivenire al più presto alla risoluzione di un problema che si trascina da tempo – ha commentato il sindaco di Tito Graziano Scavone – e, soprattutto, auspichiamo che il Consiglio Regionale approvi rapidamente i disegni di legge in materia di odori molesti proposti dall’assessore regionale all’Ambiente da oltre un anno, affinché ci siano presupposti normativi che consentano a tutti gli enti locali di poter esercitare ogni prerogativa utile per tutelare e salvaguardare la salute pubblica”.