Concessioni demaniali, Thalia e operatori balneari costa jonica: “Siamo già fuori tempo massimo”. Di seguito la nota integrale.
Ancora una volta le proposte messe in campo dall’Amministrazione regionale per far fronte all’annosa questione delle estensioni delle concessioni demaniali marittime continuano ad essere inefficienti, inefficaci e prive di logica.
Fa specie leggere a fine agosto comunicati stampa in cui si paventa l’ausilio di una task force per le estensioni delle concessioni tenuto conto che ad oggi grazie solo alle norme Covid le concessioni mantengono la validità fino al 31/03/2022.
Siamo già fuori tempo massimo.
“Aiutare gli uffici ad uscire da una situazione di impasse….., superando lo scoglio della lentezza e delle titubanze amministrative”.
Per esperienza diretta l’Ufficio Regionale del Demanio Marittimo ha dimostrato sempre efficienza e professionalità e comunque sempre coerenza circa le valutazioni sulle estensioni, mai lentezza e titubanze.
Non solo, da voci di corridoio pare ci siano due DGR proposte dall’Ufficio Demanio Marittimo con le quali si propone l’estensione delle concessioni al 2033. Perché la Giunta non procede all’approvazione?
Una task force appare quanto meno inutile se, come ben sappiamo, la giurisprudenza italiana si è più volte espressa a sfavore della proroga generalizzata delle concessioni demaniali marittime e ad Ottobre si aspetta l’esito dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato.
Inoltre leggiamo le dichiarazioni del Ministro del turismo Garavaglia che ha annunciato che entro settembre il Governo dialogherà con l’Europa per risolvere la questione delle concessioni.
Per cui l’Assessore al ramo come pensa possa essere utile a questo una task force regionale?
In quanto all’utilizzo della task force per elaborare il Piano dei Lidi si ricorda all’Assessore che con una precedente DGR, riguardante il Piano Regionale delle Coste, è stata prevista la delega ai Comuni per la predisposizione dei PUAD (Piano dei Lidi).
In merito all’impiego di specifiche e qualificate professionalità non rinvenibili all’interno dell’amministrazione regionale, quindi rivolgendosi all’esterno, si rileva che il gruppo di lavoro che ha elaborato il Piano Regionale delle Coste, strumento di pianificazione territoriale sovraordinato al Piano dei Lidi, è costituito, da quanto si evince dalla DGR del Piano Coste, interamente da personale dipendente della Regione Basilicata compreso quello dell’Ufficio Demanio Marittimo.
Uno spreco di denaro pubblico. Per cui tutto sembra tranne che un’azione messa in campo a favore del settore turistico balneare lucano.
Quindi siamo in assenza di una chiara prospettiva circa le estensioni ed in assenza di strumenti di pianificazione che diano regole certe agli operatori del settore.
Quali aree saranno oggetto di concessione senza Piano dei Lidi che, conoscendo le tempistiche, non potrà vedere la luce nel medio-breve termine e comunque sicuramente non entro il 31/03/2022?
Se si dovessero prorogare fino al 2033 tutte le concessioni esistenti, saranno conformi agli strumenti urbanistici ancora da redigere? Quindi con queste incertezze quali investimenti si potranno programmare?
Non sarebbe stata più coerente una norma transitoria di più ampio respiro rispetto alla LR 41/2020 che prorogasse la validità delle concessioni demaniali marittime in attesa dei giudizi della giurisprudenza nazionale e nelle more dell’approvazione degli strumenti urbanistici? Rimaniamo ancora una volta basiti dalla sufficienza e dal disinteresse del Governo Regionale per un settore, quale quello turistico-balneare, di fondamentale importanza per una Regione come la Basilicata.