La promozione turistica, culturale ed economica nei Balcani di Acerenza, nota per la monumentale cattedrale, ristrutturata nel 1520 /1524, dai coniugi Ferrillo- Balsa, riparte dalla ricerca delle spoglie della figlia del Conte Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come il Conte “Dracula”. Una leggenda che trova “testimonianza” nello stemma incastonato nella Cattedrale che mostra un drago alato. Tra la Serbia e la Romania , l’unico che possedeva nel blasone simbolo il Drago è il celebre Vlad III Basarad o Balsarad- detto Dracula, che deriva il nome proprio da Draco : drago (nello stemma) , divenuto celebre nel corso del 1800 a seguito del romanzo di fantasia dello scrittore irlandese Stoker. C’è di più: le narici del naso ed il riccio del drago sono identiche a quelle del signore raffigurato e in una cripta vi è una rappresentazione di S.Andrea Patrono di Romania. Ancora: si trovano in cattedrale un sarcofago funerario vuoto, una effige di un uomo molto simile perfino nei denti a Dracula ed all’ingresso un drago che morde sul collo una donna ed un uomo. Una leggenda ripresa dal video realizzato dal Ministero della Cultura, in collaborazione con Invitalia, per la promozione del turismo lento alla scoperta dei borghi italiani meno conosciuti. Nel video è stata scelta Acerenza come simbolo di borgo da visitare proprio raccontando la leggenda che narra che il Sacro Graal e le spoglie della figlia di Dracula siano custodite nelle mura della cattedrale.
Ed allora perché non partire da qui per rinsaldare rapporti culturali ed economici tra Acerenza e i Paesi dei Balcani? Da questo interrogativo ha preso le mosse un protocollo di intesa rinnovato dopo la prima intesa in “era pre-Covid” tra Palazzo Italia Bucarest, incubatore di imprese creato nella capitale romena da un’acheruntino doc, Giovanni Baldantoni e il sindaco di Acerenza Fernando Scattone. A Palazzo Italia – ha riferito Baldantoni – già esiste il “desk Acerenza”, un ufficio-vetrina permanente per dare informazioni sulla realtà economica, sulle risorse turistiche e culturali della città della Cattedrale agli imprenditori che operano nei Balcani. Con la ripresa degli scambi commerciali e dell’export dopo la pandemia – ha aggiunto – vogliamo rilanciare questa opportunità facendo incontrare imprese della città e del comprensorio Alto Bradano-Vulture-Melfese e imprese romene, serbe, moldave, bulgare ed ungheresi. Il sindaco Scattone ha accettato la “sfida” di far diventare Acerenza destinazione di turismo internazionale. Con i turisti stranieri, in questa estate il 25% dei flussi complessivi – ha detto – viaggiano prodotti e merci e siamo certi si intensificano gli scambi come dimostra l’attività di un’impresa di Acerenza che da anni a Bucarest è attiva sui mercati delle grandi macchine da lavoro. Ad arricchire il protocollo sono venuti l’impegno della Pro Loco di Acerenza con il presidente Luciano D’Andria che ha fornito un quadro dei flussi turistici di quest’estate in base alla provenienza (Lazio 21%, Lombardia 14%, Puglia 12%, Campania 11%) e sollecitato la definizione di un piano turistico acheruntino e l’impegno dell’Unpli con il presidente Rocco Franciosa per l’animazione diffusa rinnovando l’esperienza di turismo culturale di Matera 2019. Per Saverio Lamiranda, ad Terre di Aristeo, Acerenza può diventare esperienza pilota del Distretto di Turismo Rurale che è in fase di implementazione ed investimento. Adesso che tutti hanno riscoperto i borghi come destinazione turistica – ha detto – qui non c’è nulla da inventare, c’è già tutto per l’accoglienza che va migliorata ed adeguata nelle strutture ricettive e nella viabilità di collegamento. Contro la “retorica” dello spopolamento dei borghi è questa – ha affermato Lamiranda – l’arma vincente tenuto conto che il turismo italiano e di prossimità non sono più sufficienti a garantire il futuro e che va intercettato il turismo internazionale in buona ripresa. Per raggiungere gli obiettivi le parole d’ordine scelte sono “fare rete” e “comunità turistica”.