Inail, aumentano infortuni sul lavoro tranne in sanità, Summa (Cgil): “Chiaro effetto dell’obbligatorietà del vaccino. Se si vuole garantire il diritto alla salute e il diritto al lavoro l’unica soluzione è l’obbligo vaccinale e la gratuità dei tamponi”.“Gli ultimi dati Inail sugli infortuni sul lavoro mettono in evidenza due aspetti fondamentali: la necessità di rafforzare i controlli nei luoghi di lavoro incrementando il personale e come l’obbligo vaccinale nel settore sanitario abbia ridotto gli episodi di infortunio”. È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa.
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 312.762 (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 677 delle quali riferite a eventi mortali (-5,4%). In aumento le malattie di origine professionale denunciate, che sono state 33.865 (+34,4%). Lo comunica l’Istituto nei suoi Open data, precisando che il confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021 “richiede molta prudenza ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta tardività nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con il 2021”. Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,4% nella gestione Industria e servizi (dai 249.499 casi del 2020 ai 265.499 del 2021), del 4,4% in Agricoltura (da 14.797 a 15.450) e del 29,4% nel Conto Stato (da 24.577 a 31.813).
In controtendenza rispetto all’aumento in tutti i settori produttivi è quello della sanità e assistenza sociale: nei primi sette mesi di quest’anno presenta una riduzione del 34,4% degli infortuni sul
lavoro rispetto allo stesso periodo del 2020 (sintesi di un +163% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno e di un +3% a luglio) pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi.
“Quest’ultimo aspetto – conclude Summa – è da leggersi in termini di obbligatorietà al vaccino per gli operatori sanitari e che, ribadiamo, riteniamo debba essere esteso a tutti a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, senza lasciare le imprese a decidere in modo unilaterale della salute dei lavoratori introducendo obblighi e sanzioni. Se si vuole garantire il diritto alla salute e il diritto al lavoro – conclude Summa – l’unica soluzione è l’obbligo vaccinale e la gratuità dei tamponi”.