Gianni Leggieri (Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle): “Giorgia Meloni, triviale e truce al workshop dell’alta finanza”. Di seguito la nota integrale.
Sono di poche ore fa le parole vergognose della Leader di FdI, contro il Reddito di Cittadinanza.
Secondo Giorgia Meloni il RdC è paragonabile alla tossicodipenza e più nello specifico al metadone, farmaco utilizzato nella prevenzione dell’astinenza per chi sta tentando di disintossicarsi dalle droghe.
Le parole – già definite dal Presidente del M5S Giuseppe Conte come “volgari” – dimostrano ancora una volta la lontananza di certa politica dalla realtà più evidente del Paese.
La verità – diciamocela tutta – è che molto semplice prendersela con i poveri che non proporre misure adeguate per combattere la povertà.
In realtà non è la prima volta che Giorgia Meloni interviene nell’eterno dibattito contro il RdC utilizzando parole forti e senza senso; già il 21 luglio scorso – poco dopo l’annuncio di Matteo Renzi di voler indire un Referendum per abolire la misura – la Meloni utilizzò le stesse identiche parole, paragonando il RdC al metadone e definendo la stessa “una misura cretina e fatta male”.
Voglio ricordare a certa gente che millanta di aver sempre la ricetta pronta per ogni problema, che il RdC è una misura assolutamente opportuna -che pur deve essere soggetta a migliorie – e necessaria.
Utilizzo quindi nuovamente le parole del Presidente Conte che già intervenne in risposta alla parole della Meloni ricordando e invitando ad approfondire “le tante microstorie dei beneficiari del reddito, di oltre 1,3 milioni di minori e di mezzo milione di disabili per cui queste risorse rappresentano un sostegno imprescindibile per mangiare e per far fronte a bisogni di vita essenziali”.
L’unica vera tossicodipenza così evidente in Italia – specialmente negli ultimi periodi – è quella ideologica intrisa di frasi fatte e condita dalla costante ricerca di consenso e di like a mezzo social.
Sto aspettando, con eterna pazienza, i sedicenti leader di partito parlare e proporre soluzioni volte a combattere il precariato, a migliorare il mercato del lavoro, a combattere lo spopolamento di interi territori, ad arginare la fuga di migliaia di giovani disoccupati del Sud e del Paese Italia, ad incrementare i controlli verso la parte malata dell’imprenditoria italiana che sfrutta senza vergogna i nostri giovani migliori e poi attacca a man bassa qualsiasi forma di sostegno sociale indirizzata a prevenire e combattere la povertà e migliorare l’inclusione sociale.
A questi capitani coraggiosi, così forti verso i deboli ma sempre vili verso la parte più potente e ricca del paese, così ideologicamente collusi con quegli interessi economico – finanziari sempre pronti a far valere le loro ragioni, va il mio più profondo disprezzo.
L’italia ha bisogno di una classe dirigente responsabile in questo momento storico delicatissimo. La destruncola da stadio, tutta selfie e sguardi truci lascia il tempo che trova.