“A fine settembre ricorre un importante anniversario: la celebre immagine di un euforico Luigi Di Maio, sulla balaustra del balcone di Palazzo Chigi, annunciare con esultanza da stadio, l’accordo sul nascente ‘Reddito di cittadinanza’. L’allora ministro del Lavoro ed inquilino del Mise, prima di trasferirsi alla Farnesina, aveva promesso di: ‘Abolire la povertà’ ma alla prova dei fatti, purtroppo, non ha abolito l’indigenza, non l’ha neppure mitigata”. Lo afferma il consigliere regionale di FdI Tommaso Coviello che aggiunge: «In compenso, come dimostrano le numerosissime operazioni della Guardia di Finanza, si è dimostrato un ottimo strumento per far piovere denaro a vantaggio di ex terroristi, mafiosi, immigrati irregolari, truffatori e semplici furbetti appartenenti alla platea dei ‘non poveri’, disincentivati a procacciare un lavoro o incentivati, come noto, a procacciarne uno definito in gergo ‘in nero’ e poco o nulla sono stati in grado di fare i noti navigator, a tratti ‘giustificati’ dalla pandemia e dalle sue drammatiche conseguenze economiche”.
“È necessario e fondamentale – conclude il consigliere di FdI -che ci siano politiche attive per favorire l’occupazione e il sostegno, purché abbiano criterio, forma e sostanza, requisiti che la principale misura del Movimento 5 stelle non ha mai soddisfatto. Chi monta ad arte sterili polemiche per le parole di Giorgia Meloni sembra voler applicare il mantenimento al metadone: una forma di immobilismo assistenziale per chi non è in grado di risolvere il problema della disoccupazione ma pretendeva, certamente in buona fede e con molto entusiasmo, di abolire la povertà”.