Gianni Leggieri, Consigliere regionale M5s: “Il settore culturale della Basilicata merita attenzione e rispetto”. Di seguito la nota integrale.
Il particolare interesse di tante iniziative di qualità svoltosi o in corso di svolgimento in questi giorni in Basilicata dà la dimensione di un confortante fermento del settore culturale. Ecco perché ritengo che a distanza di due anni dalla loro formulazione, le mie richieste di riformare tale settore sono più che mai attuali e improcrastinabili. Alla passione e all’impegno di tanti operatori si contrappone, purtroppo, qualcosa di poco edificante ed incoraggiante. Il riferimento è a come alcune risorse pubbliche vengano utilizzate con una confusione dei ruoli sotto certi versi tragicomica e al tempo stesso surreale. Situazioni che fanno venire in mente l’indimenticabile Alberto Sordi nei panni del Marchese del Grillo. Tutto a discapito di un mondo e una categoria di lavoratori, che, tranne poche eccezioni, raramente esce allo scoperto con senso critico e con argomentazioni serie e motivate. Eppure in questo momento occorre reagire, fare squadra, evitare situazioni che rendano il settore culturale marginale più di quanto abbia fatto la pandemia.
Chi è impegnato nella cultura, di base, dovrebbe essere una persona libera e battersi per le proprie idee. Se si è allineati a certi sistemi, filiere, fratellanze si diventa altro. È un pensiero questo che emerge pure nei ragionamenti dei tanti artisti che ho incontrato e che incontro nelle mie visite nei borghi lucani. Qualcosa davvero non ha funzionato in questi ultimi anni. A nulla sono valsi i richiami alla trasparenza, al merito, alla competenza anche nel giudicare progetti culturali ed assegnare contributi. Qualcosa si è inceppato nei meccanismi amministrativi, che molte volte non sono lineari e chiari. Ecco perché, a mio parere, non ha funzionato il controllo degli atti amministrativi.
Altra nota dolente è il coinvolgimento dei territori. La “cabina di regia” capace di armonizzare interventi anche di altri Enti, si pensi a Matera 2019 o all’APT, si è bloccata. Appare ancora più assurdo ed incredibile quello che viene denunciato a proposito di un funzionario pubblico che non garantisce piena autonomia ed azione di controllo indipendente a discapito della terzietà che è fondamentale nella vita pubblica. Quando due anni fa rilevavo la necessità di riforma del settore della cultura e dello spettacolo dal vivo, ero motivato dalla forte disparità di giudizi sugli organismi culturali che operano in regione. Mi riferivo ai mancati controlli, per esempio, sui forti ritardi nei pagamenti delle compagnie.
Ora più che mai diventa indispensabile dare credibilità al settore della cultura in Basilicata, che rischia di tradire – se non lo ha già fatto – il termine stesso di cultura. La necessità di distinguere la posizione di chi deve controllare, cosa fanno soggetti finanziati con danaro pubblico, rispetto a chi li amministra diventa indispensabile ed improrogabile. Se non si pone rimedio a questa gestione allegra, in pieno conflitto di interesse, continuerà ad essere fertile il terreno per ogni tipo di attività ai limiti della legalità. Una gestione lineare e imparziale del settore culturale lucano è necessaria.