Dopo l’inaugurazione di mercoledì scorso della mostra Storia di una città. Matera nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda, a cura di Edoardo Delle Donne, organizzata dal Circolo Culturale La Scaletta in collaborazione con la Prefettura di Matera e con il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata nel chiostro della Prefettura di Matera è partito nel tardo pomeriggio il ciclo di incontri Il mito e la storia. Dialoghi intorno alla Città di Matera, a cura di Aldo Corcella e la partecipazione dell’artista Giuseppe Mitarotonda. In particolare questa sera Francesca Sogliani ha illustrato Le immagini di Matera tra archeologia e iconografia mentre il prossimo 17 settembre sarà il professore Marcello Schiattarella a relazionare sul concetto di Antropocene tra consapevolezza e criticità. Il 24 settembre Antonio Conte affronterà il tema “La ceramica e lo spazio dell’architettura mentre il 30 settembre Antonello Pagliuca ripercorrerà le tappe della costruzione della Cattedrale di Matera.
Come in un incontro tra due piani narrativi diversi per spazio e tempo, ma uniti dalla medesima idea di riconoscersi nella propria storia, durante il periodo espositivo, professori dell’Università della Basilicata, del Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo, si confrontano ul passato (e dunque il suo lascito per il futuro) della città di Matera e le sue più interessanti vicende, partendo proprio da alcuni dei temi proposti nelle opere di Giuseppe Mitarotonda.
Ricordiamo che per quattro serate l’ingresso è libero, ma su prenotazione per il rispetto delle normative anti-Covid, all’email info@lascaletta.net o al numero 0835 336726.
Per quanto riguarda l’incontro di questa sera dal titolo Le immagini di Matera tra archeologia e iconografia, la docente universitaria Francesca Sogliani ha spiegato che “nell’ambito di un progetto di ricerca promosso dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, volto a chiarire l’evoluzione del centro urbano di Matera nella diacronia tra antichità e post-medioevo, si è potuta approfondire l’analisi dell’assetto urbano di età altomedievale e medievale grazie all’utilizzo congiunto dei dati archeologici, storici ed iconografici. Il rapporto tra insediamento rupestre e costruzioni sub-divo, quindi tra architettura scavata e architettura costruita, ha determinato a partire dall’altomedioevo, da quando cioè viene a configurarsi la facies urbana di Matera e a seguire fino al tardomedioevo, la formazione degli spazi urbani, la loro distribuzione gerarchica e lo sviluppo di saperi legati alla realizzazione degli spazi abitati. La ricerca in corso, affrontando questi aspetti, ha tentato inoltre un approccio comparativo tra l’edificato storico che caratterizza la topografia della città medievale e le prime rappresentazioni iconografiche della città risalenti al XVII e XVIII secolo, evidenziando un impianto urbano articolato in un polo preminente, costituito dalla Civita, sede di rappresentanza del potere civile e religioso, distinto da una prima cinta muraria e in un tessuto abitativo in progressiva espansione sulle pendici e ai piedi di essa”.
Ogni pannello della mostra del ceramista materano Giuseppe Mitarotonda, composto da formelle (circa 20) di vario numero e dimensione, in ceramica maiolicata, evoca ritmi, luci, colori, stagioni antiche e un passato che reca nel fondo la verità più umana ed intima della storia di Matera. Il filo conduttore è il tema del ricordo dell’antico, tramite l’arte, affinchè diventi storia; la pittura è liquida, limpida, svelta, e per tale ragione, forma e spazio diventano puro colore, quel colore che è un mezzo capace di esercitare un influsso diretto sull’anima.
Si ricorda che la mostra sarà visitabile fino al 10 ottobre 2021 con i seguenti orari: lun/sab 10/13 – 17/20, dom 10/12.30 – 17/19.30 (ingresso libero con esibizione di Green Pass).
Giuseppe Mitarotonda. Nasce a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, apre un suo laboratorio nel quale sperimenta varie tecniche operative privilegiando il percorso della ceramica come naturale necessità di una particolare espressione artistica. Negli anni Mitarotonda, giunge ad una concezione dell’arte quale unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, come motore primo, come visione scatenante e l’immaginazione, elemento intimamente formale. Alla formazione di tale pensiero contribuiscono gli incontri e le collaborazioni con grandi artisti, che giunti a Matera, frequentano come naturale luogo di incontro il suo laboratorio, da Pietro Consagra a Francesco Alvarez, da Mino Maccari a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino), fino a Kengiro Azuma e H. B. Assadour. Ma più intensa tra tutte sarà la collaborazione ed il rapporto di vera amicizia, con il pittore José Ortega, durante il soggiorno dell’artista spagnolo nella città dei Sassi. Così nasce in Mitarotonda, un senso più profondo per il colore inteso come principio visivo, trasceso nel concetto che il cielo è metafora dell’azzurro e non viceversa.
La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)