A pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica, bambini e ragazzi con diabete di tipo uno continuano ad avere problemi nel frequentare serenamente la scuola. È quanto denuncia l’Associazione di Genitori e di Giovani Diabetici della Basilicata, che opera sul territorio lucano da circa tre anni e si occupa di questa patologia, attraverso l’informazione e il coinvolgimento di famiglie, ambienti socio educativi e istituzioni.
In particolare, la presidente Angela Possidente e la vicepresidente Nadia Errichetti, nonché referente del progetto scolastico volto all’inclusione e alla risoluzione dei problemi “A scuola con il diabete di tipo uno”, si sono viste sommerse da richieste di aiuto, provenienti da famiglie di associati che hanno riscontrato numerose difficoltà al rientro tra i banchi scolastici. Problematiche diverse che hanno tutte un filo conduttore: la mancanza di informazione e conoscenza del diabete giovanile che ben si differenzia da quello più comunemente conosciuto e che colpisce in prevalenza gli adulti.
Nonostante le famiglie si siano mosse con largo anticipo nel presentare la documentazione per richiedere alle scuole di effettuare dei corsi di formazione per il personale, in collaborazione con le ASL, permangono oggi casi eclatanti di impossibilità di entrare in classe e frequentare le lezioni, in diversi istituti della nostra regione.
Pertanto l’associazione chiede alle autorità preposte di vigilare su tali situazioni affinché si risolvano quanto prima, nell’interesse specifico di bambini e ragazzi, a cui non deve essere negato il diritto allo studio.
AGGD Basilicata sottolinea inoltre che a distanza di qualche mese dalla sua scadenza, non si sono avute più notizie del rinnovo del Protocollo per la somministrazione dei farmaci a scuola, documento indispensabile che consente la gestione dei bambini diabetici durante le ore scolastiche.
“È risaputo che quello che non si conosce, maggiormente spaventa, ed è per questo che l’Associazione è a disposizione degli istituti scolastici, dei comuni e di quanti vogliano avere maggiori informazioni sul diabete di tipo 1. È fondamentale per questi ragazzi, che già si trovano ad affrontare questa patologia nella loro infanzia e adolescenza, non sentirsi ulteriormente esclusi e diversi dai propri compagni”, ha concluso Angela Possidente.
Set 15