Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, il locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, nelle giornate precedenti, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della medesima Procura Distrettuale, avente ad oggetto le quote sociali (corrispondenti al del capitale) dell’azienda agricola Ofanto S.r.l., con sede in Rionero in Vulture (PZ), nota impresa lucana che opera nel settore vinicolo.
Il provvedimento di sequestro, che ha interessato le quote societarie formalmente intestate a Potito Ruggiero e Buglione Michele, è stato emesso all’esito di un’attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e svolta dai militari del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Potenza.
L’indagine ha permesso di acquisire plurime e convergenti evidenze indiziarie rispetto a una fittizia operazione di intestazione delle quote della società agricola precedentemente intestate a Bafuno Irma – figlia del principale indagato, Bafunno Pasquale, professionista di origini lucane residente in Piemonte ed a Buglione Anna Maria – moglie dello stesso da cui si sarebbe separata solo in maniera simulata – a favore dei predetti Buglione Michele e Potito Ruggiero, entrambi ritenuti, all’esito delle indagini, meri prestanomi del medesimo Bafunno Pasquale, da ritenersi sulla base delle acquisizioni investigative, il reale ed effettivo dominus dell’azienda.
Il Bafunno, in particolare, secondo le risultanze investigative attualmente acquisite, risultava interessato a non apparire formalmente nella compagine societaria (in quanto, come ipotizzato dagli inquirenti e ritenuto dal Gip, consapevole del rischio di sequestri e confische a suo carico) negli anni precedenti e, segnatamente, era stato a raggiunto sia da misura cautelare della custodia in carcere che il G.I.P. presso il Tribunale di Torino aveva emesso nel Luglio 2015 a suo carico, nell’ambito di una indagine della DDA piemontese nei confronti dei componenti di una ‘ndrina calabrese operante in nord Italia, che da provvedimento interdittivo antimafia emesso in data 10.02.2016 dal Prefetto di Potenza.
Le indagini hanno permesso di far luce sul notevole volume di affari, anche nell’ordine di centinaia di migliaia di euro che, nel corso degli anni, la società agricola Ofanto è stata in grado di sviluppare, sul compendio immobiliare, attestatosi su un valore di oltre € 250.000,00, oltre che su numerosi investimenti immobiliari e operazioni finanziarie, come quella del valore chiarato di € 360.000,00 relativa alla locazione non finanziaria di terreno agricolo all’azienda “Tenuta i Gelsî’, a fronte dei redditi modesti, e in taluni casi irrisori, dichiarati dai cessionari delle quote negli anni antecedenti e successivi alla cessione di quote del 2016, rispetto a cui è stato ipotizzato il reato di trasferimento fraudolento di valori ex art. 512 bis c.p.
La gestione delle quote societarie sequestrate è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Ai cinque indagati è stata è stata anche notificata l’informazione di garanzia, emessa dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Potenza.
Alle ore 11,30 odierne si terrà presso la Procura della Repubblica una conferenza
Set 15