Nomina dg Arlab, Consiglieri regionali Gianni Leggieri, Carmela Carlucci e Gianni Perrino del Movimento 5 stelle: “Nomina che non sembra giustificata dall’interesse pubblico, ma solo da motivi di convenienza politica”. Di seguito la nota integrale.
In questi quasi due anni di commissariamento dell’Agenzia Regionale per il Lavoro e l’Apprendimento Basilicata (Arlab) il M5S ha più volte chiesto alla Giunta Regionale di nominare il direttore generale dell’ente, sia presentando interrogazioni e mozioni, sia inoltrando missive al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e al Commissario Straordinario dell’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro). Pertanto, non può che esprimere apprezzamento per la recente nomina del nuovo direttore generale, con l’auspicio che si possa uscire dalla situazione di immobilismo in cui versa l’Agenzia e che finalmente possano pienamente concretizzarsi in Basilicata le politiche attive del lavoro. Ciò nonostante, non può sfuggire che la nomina in questione non appare pienamente conforme con il dettato normativo, essendo del tutto priva di motivazione, dal momento che proprio la grande discrezionalità riconosciuta in questa materia ed il rilievo pubblico del provvedimento avrebbero dovuto comportare la necessità di esplicitare le ragioni che la giustificano. In primo luogo, colpisce che, attraverso l’adozione del decreto n. 166 dell’8 settembre scorso, si sia provveduto alla nomina con una scelta ‘solitaria’ anziché ‘collegiale, se è vero che la legge regionale istitutiva n. 9/2016 e s.m.i., all’art. 7, comma 1, recita testualmente che “l’incarico di Direttore Generale è conferito, con provvedimento motivato, dalla Giunta regionale…”. Ma soprattutto, non è dato di comprendere le ragioni, da correlare ai requisiti richiesti dalla legge, che hanno condotto all’individuazione del direttore generale nominato, a preferenza di altri candidati, che pure – a quanto ci risulta – erano in possesso di un ottimo curriculum.
Ancora una volta una nomina che non sembra giustificata dall’interesse pubblico, ma solo da motivi di convenienza politica. Non vorremmo assistere anche in questo caso all’ennesima puntata di un provvedimento impugnato innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale e al suo annullamento per violazione di legge.