Nella “pattuglia” degli apicoltori lucani che hanno ricevuto riconoscimenti alla 41ª edizione del concorso “Tre Gocce d’Oro 2021 – Grandi Mieli d’Italia”, manifestazione organizzata dall’Osservatorio Nazionale Miele, che si è svolta a Castel San Pietro, in provincia di Bologna, con 17 mieli lucani premiati, c’è anche Francesco Vaccaro, giovane titolare dell’azienda Agricola di contrada Torrette, alla periferia di Potenza. Anche quest’anno il suo “Millefiori bio” prodotto in montagna ha ottenuto “due gocce d’oro”.
Grande la soddisfazione di Francesco Vaccaro che sottolinea come “il settore apicoltura è stato in prima linea sul fronte dei cambiamenti climatici. Infatti siamo stati travolti da una forte gelata in piena primavera (il 9 aprile) e da tre mesi di siccità ininterrotta (giugno, luglio e agosto). Così la stagione 2021 ha registrato una calo rispetto alla media produttiva del 50 %.Nonostante tutto – aggiunge – ci siamo difesi spostando più volte gli alveari alla ricerca delle fioriture migliori, è questo è il risultato. Infatti siamo stati premiati a questo importante concorso come miglior millefiori per la Basilicata. In questo modo la stanchezza di tante notti passate insonni a spostare le api di fioritura in fioritura svanisce e l amarezza di una annata magra si allevia”.
Una storia – quella di Francesco – innanzitutto di amore per l’apicoltura. L’azienda Vaccaro nasce nel 1980 a seguito della grande passione di Canio per l’apicoltura. La piccola azienda agricola, lavora il miele in maniera completamente artigianale e data la qualità dei processi e dei metodi con cui opera nel 1997 ottiene, per i propri prodotti, la certificazione di “Agricoltura biologica”. Nel 2001 Francesco, figlio di Canio, che sin da giovane aveva seguito la sua passione gli subentra e ne continua la tradizione – cominciata dai bisnonni (la nonna di 104 anni è il “simbolo” di longevità) rispettando gli insegnamenti e le tecniche per la produzione di miele e prodotti agricoli di altissima qualità. Adesso è arrivato a produrre 200 quintali l’anno esportando anche in Germania e in Francia.
Per Francesco “c’è un potenziale ancora inespresso in Basilicata che per qualità di miele è in grado di competere a livello mondiale. I nostri apicoltori devono fare i conti con un prodotto a importazione, con cui è impossibile competere sul fronte dei prezzi: troviamo negli scaffali della Gdo vasetti di miele da mezzo chilo a 1,29 euro, mentre un prezzo remunerativo per la stessa quantità di miele prodotto in Italia è di almeno 5 euro per il millefiori e da 6 euro per il monofloreale. E fra i problemi principali i costi di produzione che sono molto alti (la prima voce è il personale) superiori di 5 volte rispetto ai paesi extra UE. Quindi oltre a valutare il prezzo del prodotto finale, (che dovrebbe essere maggiore di almeno 5 volte), bisognerebbe analizzare la qualità del miele che arriva da fuori nei nostri scaffali. Il miele importato viene prodotto con regole diverse e questo il consumatore lo deve sapere”.
In Basilicata sono circa 600 gli apicoltori e circa 20 mila gli alveari, con una produzione media di 30 chilogrammi «a famiglia», ovvero per ogni alveare, con un valore della produzione di circa tre milioni di euro l’anno, di cui il nove per cento per il miele biologico: le varietà di miele lucano sono 18, sulle 54 italiane, di cui «ben 6 rare, a testimoniare la ricchezza della biodiversità e un grande indicatore di qualità ambientale».