Centro sperimentale di Cinematografia a Matera, chi l’ha visto? Matera Civica: ” Infelici storie urbane di Cinematografia, Archivi, castelli in aria e tempo perduto che non tornerà più”. Di seguito la nota integrale.
Sembra già storia lontana la firma della convenzione per l’insediamento a Matera della sede distaccata del Centro sperimentale di Cinematografia (Csc) con il presidente della Fondazione, Felice Laudadio. Iniziativa già attivata in Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Sicilia e Puglia. A Matera – si disse – la scuola troverà spazio nell’ex sede dell’Unibas in Via Lazazzera.
Per la precisione, nella ex sede della facoltà di Architettura in cui svolgere corsi d’alta formazione specialistica in regia-filmaking e recitazione, curati, tra gli altri, da Giancarlo Giannini, nelle prossime ore a Matera per il lancio del nuovo film sull’agente segreto 007, girato in parte negli antichi rioni Sassi.
Si anticipò pure che le lezioni sarebbero iniziate a partire da settembre. Questo mese di settembre. Ma niente di fatto, l’edificio, come prevede la convenzione, per questa data avrebbe dovuto già essere reso agibile dal Comune tenuto a provvedere anche alle spese di start up delle attività del primo anno. La Regione Basilicata, invece, si sarebbe dovuta fare carico dei costi di funzionamento e dell’attività didattica del Centro. Ma se il Comune non ha iniziato i lavori per via Lazazzera, come si fa ad avviare il bando per le candidature della scuola?
Sono i termini della polarizzazione che vedono contrapposti Comune e Regione con la concreta, se non quasi certa, prospettiva della perdita dei finanziamenti. Di più, sembra essere tornata in auge la possibilità di allocare nella sede di via Lazazzera il comando della Polizia municipale. Mentre dovrà sorgere all’interno dell’ex convitto comunale di via Montescaglioso la nuova sede dell’Archivio di Stato di Matera.
L’edificio, che in passato ha ospitato il Provveditorato agli studi, dovrebbe essere ammodernato e ampliato per ospitare nel seminterrato il deposito e, al piano terra, gli uffici della nuova sede dell’Archivio. Nei piani superiori, con ingresso separato, si vorrebbe invece ricavare una foresteria, alloggi destinati agli studenti che frequenteranno i corsi delle scuole di Alta formazione per il restauro e del futuro (?) Centro sperimentale di cinematografia.
Centro in un primo momento destinato a trovare casa nella ex sede di via Lucana della scuola media Alessandro Volta. Per quanto, oggi come ieri, per questo immobile appare naturale la destinazione all’ampliamento degli spazi espositivi del contiguo Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola”.
Una girandola di ripensamenti che, al momento, vede soccombente soprattutto l’enorme patrimonio custodito dall’Archivio di Stato, la cui sede di via Tommaso Stigliani seguirà il solito asset urbano edilizio, destinato a trasformarsi in alloggi, negozi e garage.
Un suo esilio incomprensibile all’estrema periferia della città, specialmente se si considera quanto sarebbe stato meglio seguire l’idea condivisibile di trasferire l’Archivio in una sede, come in via Lazazzera, dotata anche di un’aula magna in cui svolgere una serie di attività culturali pubbliche più consone rispetto alle esigenze, pur rispettabili, della Polizia municipale e del Centro di cinematografia, la cui realtà sembra sfumare giorno dopo giorno in un nulla di fatto.
Senza contare che esiste dimenticata una strutta già pronta e ristrutturata per la seconda volta nella zona produttiva della città, in via 1 Maggio.
È alla portata di mano dei “duellanti”, tanto della Regione quanto del Comune. Ma si preferisce che deperisca per la seconda volta senza dare seguito a un’iniziativa che finirà per rimanere nel grande libro dei sogni della città.