Lunedì 4 ottobre 2021 alle ore 18, presso il cortile della Prefettura di Matera (Via XX Settembre, 2) è in programma l’incontro con Antonello Pagliuca sul tema “La costruzione della Cattedrale di Matera” per il quarto ed ultimo appuntamento del ciclo di incontri Il mito e la storia. Dialoghi intorno alla Città di Matera, a cura del Prof. Aldo Corcella e la partecipazione dell’artista Giuseppe Mitarotonda.
Dopo l’inaugurazione di mercoledì 8 settembre della mostra, Storia di una città. Matera nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda, a cura di Edoardo Delle Donne, organizzata dal Circolo Culturale La Scaletta e il Presidente Paolo Emilio Stasi, in collaborazione con la Prefettura di Matera e con il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata, si conclude il ciclo di incontri con l’ultimo appuntamento con il Prof. Antonello Pagliuca, La costruzione della Cattedrale di Matera.
Come in un incontro tra due piani narrativi diversi per spazio e tempo, ma uniti dalla medesima idea di riconoscersi nella propria storia, durante il periodo espositivo della mostra, professori dell’Università della Basilicata, del Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo, si sono confrontati sul passato (e dunque il suo lascito per il futuro) della città di Matera e le sue più interessanti vicende, partendo proprio da alcuni dei temi proposti nelle opere di Giuseppe Mitarotonda.
Anche per quest’ultima serata l’ingresso è libero ma su prenotazione con esibizione di Green Pass, per il rispetto delle normative anti-Covid, all’email info@lascaletta.net o al num. 0835 336726.
L’incontro di oggi, 4 ottobre, dal titolo La costruzione della Cattedrale di Matera, vede la presenza del Prof. Pagliuca che spiega: ‹‹Attraverso la lettura delle opere del maestro Mitarotonda che hanno come soggetto (direttamente o indirettamente) la Cattedrale di Matera, l’intervento verterà sulla analisi di alcuni particolari proposti che sembrano volerci restituire una immagine “fotografica” della Cattedrale nel costro del tempo, dalla fase della sua costruzione a quella precedente il grande intervento di rinnovamento operato da Mons. Brancaccio. In altri termini, riprendendo le parole dello storico e architetto Renato Bonelli, si cercherà di dimostrare come “il Duomo originario rifiuta ogni altro accostamento alle risoluzioni costruttive e formali delle grandi chiese contemporanee […] in quanto sviluppa una propria singolarissima poetica architetturale e uno spiccato linguaggio figurativo e si colloca nella sua epoca come una forma-struttura, decisamente autonoma rispetto all’intero sviluppo della cultura artistica e architettonica italiana”››.
Ogni pannello della mostra del ceramista materano Giuseppe Mitarotonda, composto da formelle (circa 20) di vario numero e dimensione, in ceramica maiolicata, evoca ritmi, luci, colori, stagioni antiche e un passato che reca nel fondo la verità più umana ed intima della storia di Matera. Il filo conduttore è il tema del ricordo dell’antico, tramite l’arte, affinché diventi storia; la pittura è liquida, limpida, svelta, e per tale ragione, forma e spazio diventano puro colore, quel colore che è un mezzo capace di esercitare un influsso diretto sull’anima.
Si ricorda che la mostra sarà visitabile fino al 10 ottobre 2021 con i seguenti orari: lun/sab 10/13 – 17/20, dom 10/12.30 – 17/19.30 (ingresso libero con esibizione di Green Pass).
Giuseppe Mitarotonda. Nasce a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, apre un suo laboratorio nel quale sperimenta varie tecniche operative privilegiando il percorso della ceramica come naturale necessità di una particolare espressione artistica. Negli anni Mitarotonda, giunge ad una concezione dell’arte quale unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, come motore primo, come visione scatenante e l’immaginazione, elemento intimamente formale. Alla formazione di tale pensiero contribuiscono gli incontri e le collaborazioni con grandi artisti, che giunti a Matera, frequentano come naturale luogo di incontro il suo laboratorio, da Pietro Consagra a Francesco Alvarez, da Mino Maccari a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino), fino a Kengiro Azuma e H. B. Assadour. Ma più intensa tra tutte sarà la collaborazione ed il rapporto di vera amicizia, con il pittore José Ortega, durante il soggiorno dell’artista spagnolo nella città dei Sassi. Così nasce in Mitarotonda, un senso più profondo per il colore inteso come principio visivo, trasceso nel concetto che il cielo è metafora dell’azzurro e non viceversa.