Il tavolo permanente per il rilancio e sviluppo della Valbasento composto da Provincia di Matera, Comuni di Matera, Ferrandina, Pisticci, Pomarico, Miglionico, Grottole, Grassano, Salandra, Garaguso, Cgil, Cisl, Uil di Matera, Confindustria, Confapi, CNA, Alleanze Cooperative ha promosso questa mattina un incontro nella sala consiliare dell’Amministrazione Provincia di Matera con l’obiettivo di approfondire le problematiche riguardanti la zona industriale della Valbasento e lo stato dell’arte della Zona Economica Speciale Jonica (ZES) per la Basilicata.
All’incontro hanno partecipato il Prefetto di Matera, Rinaldo Argentieri, l’Arcivescovo di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo, il Presidente dell’Amministrazione provinciale di Matera, Piero Marrese, i sindaci dei Comuni di Matera, Ferrandina, Pisticci, Pomarico, Miglionico, Grottole, Grassano, Salandra, Garaguso, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Eustachio Nicoletti, Giuseppe Bollettino e Bruno Di Cuia, Massimo De Salvo, Francesco Ramundo e Vito Gaudiano per Confapi Matera, Francesco Somma per Confindustria, Marcello Santantonio e Leo Montemurro per Cna Matera, Pino Bruno per Alleanza Cooperative, il consigliere regionale Enzo Acito per la Regione Basilicata in rappresentanza del governatore Bardi.
Di seguito l’intervento del sindaco di Matera, Domenico Bennardi: La Zona economica speciale Jonica è, probabilmente, l’ultima occasione per rilanciare l’economia della Valle del Basento. Spero che l’incontro di questa mattina possa servire anche a ridare slancio alla Zes Jonica: un’area a cavallo delle regioni Basilicata e Puglia e che comprende anche le zone industriali di Jesce, la Martella e, appunto, della Valbasento. Qui sarà possibile beneficiare di politiche di defiscalizzazione e semplificazione burocratica, oltre a massicci investimenti destinati alle regioni del Sud per un totale di 100 miliardi di euro. Una grande occasione per attrarre gli investitori. A patto che si punti su quei segmenti dell’economia che comprendono la cultura, la valorizzazione del patrimonio storico, il turismo, l’industria creativa. E senza dimenticare la necessità di superare i limiti infrastrutturali: la complessiva inadeguatezza delle interconnessioni tra il sistema portuale di Taranto e le altre reti di trasporto (ferrovia e strade), lo sbilanciamento della rete autostradale e ferroviaria verso la dorsale adriatica; mentre il sistema viario a servizio delle aree produttive necessita di interventi di urbanizzazione da parte delle Amministrazioni comunali”.
Di seguito il documento sottoscritto dai promotori dell’iniziativa
Premesso che
• la Val Basento costituisce una delle storiche aree industriali della Basilicata in cui ancora oggi insistono insediamenti produttivi d’eccellenza nei settori della chimica, farmaceutica, meccanica, servizi e agroalimentare;
• la base produttiva in essa insediata ha conosciuto nel corso degli ultimi decenni un significativo ridimensionamento, atteso che sono attualmente operanti oltre 40 imprese piccole, medie e grandi, per un totale di circa 1500 dipendenti;
• la Val Basento rientra tra le aree SIN e che tale situazione, ancora vigente, rappresenta un elemento di penalizzazione rispetto a qualunque iniziativa finalizzata al suo rilancio e sviluppo;
• la Val Basento, per contro, dispone a tutt’oggi di asset consistenti, avuto riguardo sia ai livelli di infrastrutturazione, certamente da potenziare, sia per l’offerta di servizi in ambito energetico e ambientale;
• anche per la sua posizione e le tipologie di specializzazione produttive presenti, essa può e deve rappresentare un volano per il processo di ripartenza dell’intera economia della Basilicata;
• la Val Basento rientra, insieme ad altre aree produttive della Regione Basilicata, nel perimetro territoriale della Zona Economica Speciale Jonica (ZES);
considerato che
• il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità storica e irripetibile per il Paese e in particolare anche per la Val Basento, perché essa ritorni a essere un’area industriale importante per lo sviluppo della Basilicata e del Mezzogiorno;
• il PNRR riconosce il ruolo strategico delle ZES ai fini del rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno, tant’è che declina all’interno della componente M5C3 – Interventi speciali per la coesione territoriale – lo specifico obiettivo della “Riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle aree ZES funzionali ad accrescere la competitività delle aziende presenti e l’attrattività degli investimenti”;
• il PNRR prevede, all’interno della richiamata componente, Interventi per le Zone Economiche Speciali (ZES), con una dotazione di 630 Meuro, per il finanziamento di investimenti infrastrutturali finalizzati ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle Aree ZES con la rete nazionale dei Trasporti e, in particolare, con le reti Trans Europee (TEN.-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle Zes. Nello specifico, all’interno dei piani di sviluppo delle ZES sono previste diverse priorità infrastrutturali che intendono intervenire sulle principali necessità quali:
collegamento “ultimo miglio” per realizzare efficaci collegamenti tra le aree industriali e la rete SNIT e TEN-T, principalmente ferroviari, che consentano ai distretti produttivi tempi e costi ridotti nella logistica;
urbanizzazioni primarie nelle aree produttive, dotazioni infrastrutturali delle aree individuate e approvazione di altri strumenti di regolazione (piani regolatori comunali, piani paesistici regionali, ecc.);
reti di trasporto resilienti ed efficienti con interventi locali mirati a rafforzare il livello di sicurezza relativamente all’accesso alle strutture principali (porti, aeroporti, aree produttive) e comunque secondo le regole dettate dalle vigenti normative tecniche (NTC18) e linee guida dedicate;
• il PNRR, all’interno della predetta componente, prevede, inoltre, una specifica riforma (Riforma1) per il rafforzamento della Zone Economiche Speciali, finalizzata a semplificare il sistema della governance della ZES ,e a favorire i meccanismi in grado di garantire la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi nonché a favorire l’insediamento di nuove imprese;
• la suddetta riforma è contenuta all’interno del D.L 31 maggio 2021 n. 77 che, all’art. 57, apporta delle modifiche alla disciplina delle ZES di cui al D.L. n.91/2017 e nello specifico:
estende i poteri del Commissario Straordinario che assume, ad esempio, funzioni di stazioni appaltante;
prevede che le Regioni adeguino la programmazione e riprogrammazione dei Fondi Strutturali al funzionamento e sviluppo delle ZES;
dimezza i termini di cui all’art. 17-bis della legge n. 241/90 (silenzio assenso tra amministrazioni) per quanto riguarda i procedimenti in ambito ZES;
specifica che i termini per il rilascio degli atti di assenso per l’avvio delle attività economiche o di investimenti di natura incrementale delle ZES sono perentori e che l’inutile decorso degli stessi comporta il rilascio in senso favorevole degli atti richiesti;
agisce positivamente sugli interventi di natura fiscale, incrementando da 50 a 100 Meuro il massimale del credito d’imposta investimenti ZES;
prevede un’estensione significativa del “Credito d’imposta ZES” anche agli immobili strumentali agli investimenti;
introduce l’autorizzazione unica per i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno delle ZES.
tanto premesso e considerato ritiene che
• vi siano pertanto le condizioni di partenza affinché, stanti le richiamate opportunità normative, procedurali e programmatiche e la presenza di un’offerta di servizi ad alto valore aggiunto, si apra una nuova stagione di sviluppo della Val Basento;
• a tal fine le direttrici prioritarie sulle quali focalizzare l’azione convergente degli attori istituzionali e il sistema delle organizzazioni datoriali e sindacali riguardino i seguenti temi:
INFRASTRUTTURE: occorre innanzitutto “avvicinare” la Val Basento ai mercati di sbocco e di fornitura per cui assume rilievo fondamentale il trasporto delle merci e delle materie prime su linea ferroviaria diretta dal porto di Taranto al centro intermodale di Ferrandina, per poi essere smistate nelle differenti aree produttive lucane. Allo stesso modo, i prodotti finiti ritornerebbero al porto di Taranto per raggiungere i mercati europei ed extraeuropei. In tal senso la predisposizione della piattaforma logistica ferroviaria integrata è una priorità assoluta per abbattere i costi di trasporto delle merci da parte delle aziende della Val Basento, in uno con la istituzione della zona franca doganale interclusa. Accanto al collegamento con il Porto di Taranto, inoltre, rivestono pari importanza per la Val Basento il completamento della Linea Ferroviaria Ferrandina – Matera, entro il 2026 e il suo ulteriore prolungamento verso l’Adriatico, la realizzazione di nuovi interventi di adeguamento della S.S.407 Basentana e, non da ultimo, il potenziamento infrastrutturale dell’Avio Superficie “Enrico Mattei”, da realizzare entro 24 mesi, che potrebbe entrare all’interno della rete degli aeroporti meridionali e fungere sia da ulteriore utility logistica a servizio della Zes, sia da canale di accesso all’offerta turistica della provincia di Matera;
SERVIZI e UTILITIES: tali elementi rappresentano fattori di attrattiva degli investimenti e di competitività territoriale. Da questo punto di vista, va tenuto presente che la Val Basento rappresenta una delle zone produttive più infrastrutturate del Mezzogiorno, se non dell’intero Paese, e vanta la presenza in loco di una struttura di servizio per attivare le partnership atte a sviluppare e gestire infrastrutture tecnologiche di avanguardia;
AMBIENTE: occorre accelerare la bonifica delle aree ricadenti nel Perimetro SIN, con la Regione Basilicata che si deve fare parte attiva per svincolate tutte le aree già bonificate e rispettare i termini relativi alle attività inserite nell’ “Accordo di programma per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nei Siti di Interesse Nazionale di Tito e Area Industriale della Val Basento”, sottoscritto da Ministero e Regione Basilicata;
PIANO INDUSTRIALE INNOVATIVO DI RILANCIO: incardinato sui driver della transizione digitale ed ecologica, deve essere finalizzato ad attrarre investimenti produttivi nel solco della sostenibilità e dell’economia circolare, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, dalla chimica verde alla meccanica di precisione, dalla produzione industriale alimentare e agricola alla farmaceutica, dal tessile all’offerta di servizi tecnologici e ambientali. Inoltre, va recuperata e attualizzata la vocazione della Val Basento sotto il profilo energetico: sia realizzando uno specifico hub italiano per la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno (come parte di una più ampia Hydrogen Valley Appulo -Lucana), sia candidandosi a ospitare un centro di ricerca di eccellenza sui temi dell’energia e dell’ambiente;
TRANSIZIONE ECOLOGICA E INDUSTRIA 4.0: nel prossimo futuro ogni investimento non potrà prescindere dalla Transizione Ecologica, compresi i progetti di Ricerca & Sviluppo e di Industria 4.0. L’aspetto ambientale, infatti, come dimostrato dalla creazione di un apposito ministero, deve essere al centro di ogni bando di finanziamento che riguardi la Val Basento;
la finalizzazione dell’auspicato percorso di rilancio della Val Basento sia prevalentemente correlata alla concludente implementazione del progetto strategico della ZES e che essa dipenderà, oltreché dall’efficacia del coordinamento interistituzionale dei vari soggetti pubblici coinvolti, anche dal positivo e reattivo apporto delle forze economiche e sociali, in rappresentanza del mondo delle imprese e del lavoro.
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La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)