Fortunato Martoccia, segretario provinciale di Matera, informa che il sindacato Unione Inquilini della provincia di Matera aderisce anche quest’anno alla campagna “Sfratti Zero”. Di seguito la nota integrale.
Appello a tutte le sedi di Inquilini, alle associazioni, ai comitati locali.
Quest’anno la campagna “Ottobre Sfratti Zero” parte l’11 ottobre con lo sciopero generale di tutto il sindacalismo di base per dire no contemporaneamente ai licenziamenti e agli sfratti e per affermare che il diritto al lavoro e alla casa sono due facce della medesima medaglia.
Perdi il lavoro? Perdi la casa!
La morosità incolpevole è responsabile del 90% degli sfratti che si emettono e questo dimostra l’incompatibilità degli affitti privati con i redditi di centinaia di migliaia di nuclei familiari.
Basti pensare che, nel 2020in Basilicata sono stati emessi 87 provvedimenti esecutivi di sfratto di cui a Potenza 22, e Matera si stacca anche da Potenza con 65 provvedimenti esecutivi di sfratto: 18 per finita locazione a Matera e 6 in Provincia; 23 sfratti per morosità o altra causa per Matera e 18 per il reto della Provincia.
Con questo disastro dell’abitare non ci può essere serenità tra i Prefetti e i propri concittadini, non ci può essere serenità tra i Sindaci e i propri concittadini. Il passaggio da casa a casa deve diventare una regola imprescindibile e non si può pensare di buttare famiglie per strada e rischiare di creare delle bombe ad orologeria pronte a innescarsi per una guerra tra poveri.
Per la nostra città di Matera servono subito 440 alloggi popolari per soddisfare le graduatorie e non è sufficiente dare 40 alloggi ogni 7 anni perché in questo lasso di tempo le graduatorie salirebbero ancora di numero.
Il comune di Matera abbandoni immediatamente la farsa delle Social Housing. Appropriazione indebita della trasformazione della parola sociale.
Serve un vero piano casa: la realizzazione di 500 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, senza consumo di suolo e senza cementificazione selvaggia, con il recupero e riuso ai fini abitativi del patrimonio immobiliare pubblico e privato abbandonato, causa di degrado nelle città.
Il PNRR ne potrebbe essere il volano ma il governo Draghi guarda altrove, agli interessi della rendita speculativa e all’affare di un “social housing all’italiana” che non ha niente a che vedere con il modello europeo e che non affronta i nodi strutturali della sofferenza abitativa.
“Sfratti zero” nelle città vuol dire realizzare accordi territoriali che consentano il differimento degli sfratti e l’assunzione delle misure idonee a impedire di buttare per strada famiglie in difficoltà economica e sociale.
“Sfratti zero” vuol dire riaffermare la responsabilità primaria dei sindaci per la salvaguardia della salute pubblica e la necessità che l’Italia rispetti le convenzioni e i trattati internazionali che ha ratificato, a partire dalla tutela dei minori.
Vogliamo costruire una “coalizione per il diritto all’abitare”, ampia e pluralistica, aperta ai sindacati, alle forze sociali, alle associazioni e ai comitati, partendo dai territori e dalle vertenze.
Proponiamo una iniziativa unitaria per abrogare i contratti di lavoro precari.
Lavoro stabile e sicuro, case popolari a canone sociale per tutti: la lotta è una sola.