La giurista Silvana Arbia scende in campo con l’associazione di volontariato “Azione Disabili Marziolino Odv” e chiede di porre fine ora allo scandaloso ritardo dell’eliminazione delle barriere architettoniche e di altre barriere in danno dei disabili. Di seguito la nota integrale.
Silvana Arbia è una giurista italiana; già magistrato, già procuratore internazionale dell’ONU presso il Tribunale penale internazionale per il Ruanda e cancelliere della Corte penaleinternazionale.
È Silvana Arbia, la donna più temuta dai grandi criminali di guerra ricercati in tutto il mondo. Ed è lucana, originaria di Senise. Pretore prima a Venezia, poi a Roma, Giudice alla Corte d’Appello di Milano, fino alla Prima Sezione Penale specializzata in processi di crimine organizzato e crimini contro abusi su minori. Silvana Arbia è una donna abituata a «mettere la corda sempre più in alto». E a superarla. Ha assunto ruoli apicali in ambito internazionale prima come Chief of prosecutions presso il Tribunale penale internazionale delle Nazioni Unite per il Ruanda, e poi come Capo della Cancelleria della Corte Penale internazionale dell’Aia.
“ E’ ora di passare all’azione, ogni ritardo non è più tollerabile. L’Italia ha firmato la Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità; è parte dell’Unione europea che ha riconosciuto essere diritti fondamentali della persona quelli che consentono ai disabili di vivere una vita dignitosa a livello individuale, familiare e sociale senza esclusioni ”. “Ha emanato leggi che si devono far rispettare”
“Le istituzioni pubbliche e i privati sono obbligati per legge ad eliminare ostacoli materiali e o morali alla piena realizzazione di quelle persone”.
“E’ sconvolgente sapere che in alcune città ancora oggi risultano omessi i piani PEBA per l’eliminazione delle barriere architettoniche, in spregio alla legge che li prevedeva già nel 1986”.
“Una legge che non viene applicata per 35 anni è un vulnus grave alla legalità, che va ristabilita al più presto. Nessuno è al di sopra della legge e chi ricopre cariche pubbliche è più degli altri tenuto a eseguire il comando della legge”.
“Matera risulta inadempiente e nessuna vigilanza risulta operata dalla Regione. La legalità è dunque in sofferenza”.
“Non rimediare subito a tali gravi inadempienze significa escludere sempre di più l’Italia, e particolarmente il suo Sud, di cui conosco i disagi e le ingiustizie, da quel mondo avanzato disegnato nell’Agenda 2030, cui anche l’Italia ha aderito, intesa a realizzare uno sviluppo sostenibile attraverso un viaggio in cui nessuno è lasciato indietro (leave none behind)” . L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 ed in particolare il traguardo 11.7 inteso a fornire, entro il 2030, accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili, é irraggiungibile a Matera? No, mai si potrebbe tollerare! La legge va osservata e le responsabilità di coloro che sono tenuti a rispettarla vanno accertate”.
“Le azioni dovute per comando di legge vanno realizzate ,ORA, in consultazione con rappresentanti dei disabili come le associazioni e i comitati che ne curano gli interessi”.