Con il conferimento degli incarichi effettuato dalla giunta regionale della Basilicata con la deliberazione del 6 ottobre ai sensi del Regolamento ”Ordinamento amministrativo della giunta” si è materializzato ciò che avevamo evidenziato essere uno degli elementi di illegittimità del regolamento stesso: la mancata definizione del metodo di individuazione dei dirigenti apicali nemmeno con riferimento ai principi e criteri direttivi stabiliti dal decreto legislativo sull’ordinamento del lavoro pubblico (art. 19 del decreto legislativo 165 del 2001). La norma disciplina, infatti, la fase di pubblicazione degli avvisi con la relativa valutazione delle candidature come momenti preliminari alla fase di scelta rendendoli conoscibili in applicazione del generale principio di trasparenza. Tali principi sono ineludibili in quanto costituiscono il presupposto di quella separazione tra potere politico e gestionale che è alla base del nostro ordinamento.
D’altronde, in assenza di una specifica disciplina all’interno del regolamento, valgono, per quanto non espressamente disciplinato, i principi generali del già citato decreto legislativo sull’ordinamento del lavoro pubblico come espressamente sancito dalla legge regionale 29 del 2019 sul riordino degli uffici della presidenza e della giunta regionale, agli articoli 1 e 2. Ferma restando la discrezionalità nella scelta, questa non può che essere ancorata a criteri chiari e prestabiliti come la costante giurisprudenza ammnistrativa e contabile ha anche di recente ribadito. Ciò non inficia quel rapporto fiduciario che non è intuitu personae, come nella prima stesura di quel regolamento era stato indicato, ma basata su obiettivi e programmi stabiliti dall’organo di vertice e sui quali i dirigenti apicali dovrebbero misurarsi.
Tali considerazioni, come detto, erano state oggetto di una specifica segnalazione da parte di questa organizzazione sindacale alla corte dei Conti nel marzo 2021, alla quale chiediamo e sollecitiamo ancora una volta una verifica su quel regolamento che, a nostro avviso, crea una sbagliata commistione tra indirizzo politico e potere gestionale la cui separatezza costituisce uno dei principi ispiratori di un processo di cambiamento avviato con il decreto legislativo 29 del 1993 sulla privatizzazione del pubblico impiego e in continua evoluzione. e in continua evoluzione.