Tampon tax, Angela Blasi, Consigliera Comunale Insieme per Bianca: “Dopo anni di richieste finalmente una svolta”. Di seguito la nota integrale.
Un anno fa il Consiglio comunale di Potenza votava all’unanimità una mozione, presentata da alcune forze politiche, volta a sollecitare il governo a diminuire la percentuale Iva degli assorbenti ed alla Regione di trovare soluzioni in attesa di tale provvedimento. Ad agosto la città è stata anche tappa del tampon tax tour.
L’Italia, fino ad oggi, si annoverava tra i pochi Paesi che non avevano previsto tale diminuzione.
Il 19 ottobre 2021 , il Governo, finalmente, ha annunciato che in manovra sarà inserito il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile. Finora tutti i tentativi di abbattere l’Iva a livello nazionale erano andati a vuoto, era stato riconosciuto il 5% solo per gli assorbenti compostabili, lavabili e le coppette mestruali.
I prodotti igienico-sanitari femminili sono necessari per la salute ed arrivano a tale risultato dopo tre anni dai tartufi, considerati beni non di lusso.
La famosa Tampon Tax, argomento ostico e tanto complicato da modificare, trova finalmente largo tra le manovre di Governo. Nel 2016 Giuseppe Civati parlò in Aula per la prima volta di Tampon tax, la proposta di abbassare l’Iva sugli assorbenti dal 22 al 4% fu accolta con risatine e sguardi di imbarazzo. Cinque anni dopo, gli assorbenti entrano nella prima legge di Bilancio del governo Draghi e con loro il taglio dell’Iva al 10%.
Le richiesta portata avanti a gran voce tra gli scranni del Parlamento, nelle piazze e nei Consigli comunali non si è mai fermata. Non sarà una riduzione al 4 o al 5% come sperato, ma il taglio dell’Iva è di oltre il 50%, con un risparmio medio di circa 10 euro. Il Mef l’anno scorso ,dopo l’emendamento di Laura Boldrini alla Manovra, aveva stimato che portare l’aliquota al 5% necessitava di circa 300 milioni di euro.
Si confida in un ribasso. C’è ancora molto da fare perché in Europa la nostra nuova aliquota resta comunque alta mentre in Portogallo e Belgio è al 6%, in Francia è al 5,5 % e in Irlanda allo 0%.
Un passo importante e significativo per un Paese che possa definirsi civile.