Sabato 19 settembre presso l’hotel “Il Chiostro delle Cererie” a partire dalle 19 è in programma la presentazione del libro “Perché io, perché non tu” di Barbara Balzerani. Un evento culturale promosso dall’associazione culturale Energheia, Africa Peace Point e Libreria dell’Arco. L’incontro, sarà moderato da Paride Leporace – direttore de Il Quotidiano della Basilicata.
L’autrice, nei primi anni ’70 milita in Potere Operaio, per poi passare nelle fila delle Brigate Rosse. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta ventuno anni di carcere. Questo è il suo terzo romanzo, dopo “Compagna luna” (Feltrinelli 1998) e “La sirena delle cinque” (Jacabook, 2003). Un libro denso e intenso, secondo i critici letterari, che fa economia di parole per esprimere il senso di scelte che hanno trasformato una vita, molte vite, la vita stessa di un Paese. E insieme un dolore, sempre in bilico tra fatti pubblici e sentimenti privati, nutrito da una lunga e dura carcerazione speciale. Poi i primi passi incerti, le prime parole balbettate, i primi sguardi allucinati in una libertà costantemente vigilata, e ricattata. Una narrazione che accende improvvisi fasci di luce su eventi esistenziali, anche minimali, trasformandoli poi, come d’incanto, in secche metafore di consapevolezza di errori e sconfitte, mai disgiunte però da una ferma e orgogliosa rivendicazione di un’etica della dignità.
Il romanzo, che vede la prefazione di Erri de Luca, si conclude con uno sguardo intenso sulla città di Matera, così riportato: “ E’ bella, devi andarci a Matera… Comincio a riconoscere. La città mi parla ed è anche di me che dice. Sono dunque arrivata dove sarei dovuta tornare da tanto tempo? Come pensavo di sapere da così lontano? Avrei detto di non averla mai vista, eppure somiglia a mia madre, alla fatica che ho respirato dentro di lei, agli scatti di amor proprio ferito, al travaglio con cui mi ha dato la vita. Somiglia a quello che, dal primo sguardo posato, per me sarebbe stato il modo di guardare il mondo.” (dal libro Perché io, perché non tu)