Fisac Cgil Basilicata: “Dal 3 gennaio 2022 la direzione regionale Puglia e Basilicata di Bper verrà trasferita da Matera a Napoli. La Basilicata svuotata di ogni presidio direzionale”. Di seguito la nota integrale.
Dopo l’acquisizione di 532 filiali seguito all’operazione di accorpamento UBI ed ISP e a circa un mese dalla chiusura di 140 agenzie nel territorio nazionale, l’amministratore delegato di BPER, Luigi Montani, nell’attesa della presentazione del nuovo piano industriale che probabilmente vedrà la luce nel prossimo mese di febbraio, annuncia il cambio d’assetto sui territori e la riduzione delle direzioni territoriali da 17 a 9.
Operazioni di questo genere non rappresentano una novità nel panorama bancario nazionale, ma purtroppo neanche in quello locale visto che ancora una volta uno dei territori che verrà maggiormente penalizzato sarà quello della Basilicata.
Dal 3 gennaio 2022 la direzione regionale Puglia e Basilicata di Bper, che attualmente ha sede a Matera nei locali storici dell’ex direzione generale della locale Banca popolare del Materano (istituto confluito nel 2009 in Banca Popolare del Mezzogiorno con la “scippo” della direzione generale in favore della piazza di Crotone e poi nel 2014 in Bper), traslocherà nella più allettante Napoli svuotando di fatto la Basilicata di ogni presidio direzionale. E non è tutto, insieme alla direzione migreranno in Campania anche gli “uffici mercati” lasciando come unico presidio nel territorio un ufficio d’Area, anche se ad onor del vero possiamo affermare che di lucano oramai era rimasta soltanto la sede dato che il medium ed il top management della Basilicata aveva ben poco in quanto di fatto “importato” dalle regioni limitrofe, come se in nostri corregionali non fossero in grado di dirigere un ufficio o una grande filiale. E di questo passo non ci meraviglieremo se tra qualche tempo dovessero comunicare che la sede di piazza San Francesco venisse dismessa per lasciare il posto magari ad un hotel di lusso.
Presumibilmente un’operazione di questa portata finirà per creare una serie di disagi anche al personale dipendente che se vorrà mantenere il proprio ruolo dovrà trasferirsi fuori regione (con notevole aggravio di costi) o, in caso contrario, riciclarsi in altri incarichi (vedendo sfumare gli auspicati percorsi di carriera). In questi casi sarebbe bene che le aziende ricordassero che il profitto nel conto economico si raggiunge in primis per lo spirito di sacrificio e di abnegazione dei dipendenti, che poi sono i primi a rimetterci in termini di “taglio di teste” quando si tratta di risparmiare (come se i dipendenti stessi non fossero i primi stakeholders).
Probabilmente il nostro territorio non è più appetibile, lo è stato però sicuramente negli anni scorsi quando gli istituti bancari hanno raccolto risparmi in Basilicata e nel Sud dell’Italia, impiegandoli però a sostegno delle aziende del Nord Italia. Riteniamo che sia giunta l’ora d’invertire questa tendenza, ma in tutto ciò la cosa che più colpisce è “l’assordante” silenzio delle Istituzioni locali e regionali che non hanno speso una parola negli ultimi 2 anni quando è aumentato in maniera esponenziale lo spopolamento nei comuni con la chiusura delle filiali (ad oggi sono diversi i comuni della Basilicata a non avere uno sportello bancario o un ATM evoluto).
Rinnoviamo nuovamente l’invito al presidente della Regione e ai sindaci dei comuni interessati a farsi da portavoce con ABI e con le direzioni degli Istituti bancari per istituire un tavolo di concertazione volto a tentare una risoluzione di questi problemi.