Riportiamo di di seguito l’intervento del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, alla manifestazione “Una staffetta per il milite ignoto”.
“Ringrazio il Colonnello Augusto Gravante per il cortese invito a partecipare a questa manifestazione, che l’Esercito ha organizzato in collaborazione con il Comune di Potenza nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della traslazione della salma del milite ignoto.
Mi preme poi porgere un cordiale saluto alle autorità ed ai cittadini presenti.
Credo che la manifestazione sportiva “Una staffetta per il milite ignoto” contribuisca ad avvicinare le persone e soprattutto i giovani alla ricorrenza che fra pochi giorni siamo chiamati a celebrare. Il milite ignoto – lo dico per mera memoria storica – fu un’invenzione di un grande poeta italiano come Gabriele d’Annunzio, il poeta soldato. E fu subito avvertito come unificante da tutti gli italiani. In ogni famiglia italiana vi erano stati combattenti, mutilati, vittime o dispersi. Queste vittime senza volto, questi soldati che avevano dato la vita alla Patria e non poterono più essere riconsegnati alle famiglie, furono rappresentati dal “Milite Ignoto”.
Ci avviciniamo anche in Basilicata alla scadenza del 4 novembre, data nella quale in tutta Italia si concluderanno in modo solenne le manifestazioni che ricordano un momento emozionante della nostra storia. Fu allora, il 4 novembre 1921, che la salma “di un soldato ignoto caduto in guerra” fu sepolta all’Altare della Patria, per onorare il sacrificio di quanti persero la vita nella Grande Guerra.
Il 4 Novembre è un giorno molto importante per il nostro Paese, perchè ci ricorda la Vittoria nella Prima Guerra mondiale. Per la prima volta gli italiani combatterono insieme. E vinsero.
A cento anni di distanza quel sacrario è uno dei simboli della nostra Repubblica e testimonia il legame indelebile fra la nostra comunità e le Forze Armate, oggi come ieri impegnate a difesa dell’Italia e sempre pronte ad andare in aiuto di chi ha bisogno, anche oltre i confini nazionali.
In tutti i 131 Comuni della nostra regione il ricordo dei caduti nelle guerre, ed in particolare della prima e della seconda Guerra mondiale, viene custodito e onorato come valore fondante di ogni comunità. Ovunque c’è un monumento ai caduti, ci sono i loro nomi, si conoscono e si tramandano le loro storie. Sono spesso la storia di tutte le nostre famiglie.
E non potrebbe essere altrimenti.
Come gli storici hanno più volte sottolineato, infatti, la Basilicata, in proporzione al numero degli abitanti, è la regione che ha offerto il maggior tributo di morti alla Patria nella prima e nella seconda Guerra mondiale. I lucani hanno dato il sangue alla Patria. E questo non va mai dimenticato.
Un dato che testimonia quanto questi eventi hanno segnato la nostra storia ed hanno contribuito a formare l’identità della Basilicata, diventando il simbolo di una memoria condivisa che deve essere d’esempio per il futuro dei giovani.
Come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro”.
Ritengo quindi, che siano da sostenere tutte le iniziative ed i programmi di approfondimento e di studio, promossi principalmente nell’ambito dei percorsi scolastici, con lo scopo di far riappropriare l’intera comunità regionale, e principalmente i giovani, della memoria dei tanti eventi che nella nostra realtà sono legati al monumento al milite ignoto.
Non si tratta solo di studiare la storia in generale, ma di conoscere le circostanze che settanta e cento anni fa hanno segnato il nostro territorio, il Comune dove viviamo e dove il ricordo delle guerre è confinato a volte solo negli elenchi dei nomi dei caduti riportati sui monumenti eretti nelle nostre piazze. Quei monumenti che ricordato i caduti devono vivere nei nostri cuori.
La speranza è che dallo studio e dall’approfondimento delle circostanze che riguardarono la realtà della Basilicata nelle varie fasi del secolo scorso sia possibile ricostruire il filo comune della nostra storia, cosa ci unisce e cosa può aiutarci a costruire il futuro.
Una storia che è il frutto dei sacrifici e delle sofferenze di tanti lucani che nel corso del tempo hanno offerto il proprio contributo per costruire il nostro Paese, nonostante gli errori, le divisioni e i lutti. Oggi dobbiamo essere tutti uniti per costruire una Repubblica sempre più forte e per difendere la Costituzione su cui anche io ho giurato, tanti anni fa.
Sono i valori che vivono ancora oggi nel lavoro quotidiano delle Forze armate e delle Istituzioni. E che devono vivere nell’anima delle nostre comunità”.