Nella mattinata del 24 aprile 2012 , militari della Compagnia Guardia di Finanza di Matera, nella zona industriale del capoluogo, hanno proceduto al sequestro di un container proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese contenente divani per un valore commerciale di oltre 40 mila euro.
Alla base della misura adottata, vi è il fondato sospetto che si tratti di merce illegittimamente prodotta da una multinazionale cinese e commercializzata non solo in Italia, ma anche in altre nazioni.
L’operazione è scattata a seguito della denuncia presentata dal rappresentante legale della Calia Salotti, un’azienda del mobile imbottito materano, depositaria di uno dei marchi storici del distretto.
Secondo quanto esposto dai titolari del noto marchio di divani prodotti nello stabilimento di contrada Serritello La Valle, il produttore cinese avrebbe riprodotto illecitamente ogni elemento distintivo del marchio italiano ed applicato il marchio così contraffatto a numerosi prodotti commercializzati in tutto il mondo a prezzi molto “competitivi”.
Tale prassi commerciale costituisce, a detta degli imprenditori materani, un’evidente ed illegale forma di concorrenza sleale, accompagnata anche da forme di pubblicità ingannevole.
Le Fiamme Gialle, nell’ambito della costante azione istituzionale di tutela del made in Italy e di contrasto al commercio di prodotti contraffatti o pericolosi per il consumatore, sono intervenute rilevando evidenti elementi di contraffazione dei prodotti sequestrati.
Nel container oltre ai divani, sono stati rinvenuti depliant illustrativi e, addirittura, loghi metallici, recanti il marchio registrato dall’azienda italiana, pronti ad essere applicati sulla merce.
Dopo l’operazione di sequestro della merce oggetto del reato di contraffazione, sono state immediatamente avviate, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Matera, già preliminarmente informata dei fatti, indagini dirette a verificare i dettagli della vicenda ed a ricostruire, anche su scala nazionale ed eventualmente internazionale, i contorni reali di un fenomeno che, se confermato nelle dimensioni e caratteristiche evidenziate dall’impresa denunciante, potrebbe avere effetti negativi su un settore – quello del mobile imbottito del distretto materano – già in forte difficoltà per gli effetti della congiuntura economica negativa.
Pasquale Lorusso (Confindustria Basilicata): “Contraffazione brand Calia: occorre una incisiva azione istituzionale di tutela del Made in Italy”
“Quanto accaduto all’azienda Calia conferma quanto sia urgente un’azione istituzionale più incisiva per tutelare le creazioni Made in Italy. La già complessa competizione sul mercato internazionale diventa praticamente insostenibile quando si arriva a copiare non solo i modelli, ma addirittura l’immagine aziendale, i valori, le persone che hanno fatto la storia di un’azienda come Calia”.
È quanto ha dichiarato Pasquale Lorusso, Presidente Vicario di Confindustria Basilicata, dopo il sequestro di container di divani venduti con il marchio Calia Italia da un’azienda cinese.
“Per anni, in questa terra i nostri imprenditori hanno prodotto eccellenza, nella qualità dei divani, nell’innovazione del design, nella capacità commerciale. La crisi che ha fiaccato l’economia del salotto, nonostante i ripetuti appelli, non ha trovato alcuna sponda di supporto nelle strategie di attenzione del Governo. Si è perso tempo, senza riuscire a costruire un percorso di sostegno al comparto, né strutturando validi strumenti di tutela del made in Italy”.
“Siamo sempre eccellenza – ha aggiunto Lorusso – nella qualità del prodotto come nello stile. Non abbiamo paura di competere contro i bassi costi di manodopera. Nulla possiamo, però, contro chi può vendere un prodotto al solo costo delle materie prime poiché opera in situazioni di dumping sociale, ambientale e valutario, per giunta violando la legge sulla tutela dell’immagine aziendale”.
“E’ venuto il momento – ha concluso il Presidente Vicario di Confindustria Basilicata – di dire da che parte si sta e quali strumenti di difesa si vogliono attuare. Il Made-in-Italy è ciò che è fatto, fabbricato in Italia secondo le regole dettate dal codice doganale comunitario. Made-in-Italy non è lo “styled in Italy – designed in Italy”. Bisogna capire se vogliamo difendere gli importatori o gli imprenditori e l’occupazione in Italia. Dopo aver nel passato sottovalutato il problema, oggi la difesa della nostra manifattura è talmente impellente, da non consentire tentennamenti. Auspichiamo un’azione di responsabilità anche da parte dei parlamentari lucani, perché finora – è bene ribadirlo – nulla è stato fatto sul fronte istituzionale nazionale”.
Contraffazione di divani Calia Italia, intervento del sindaco di Matera Salvatore Adduce
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, esprime soddisfazione per l’operazione condotta magistralmente dalla Guardia di Finanza che ha sgominato la banda dedita alla contraffazione dei prodotti dell´azienda materana di salotti Calia. ” Non è la prima volta – ha affermato questa mattina Adduce, in apertura del seminario sull’istituzione della scuola internazionale di design a Matera – che aziende materane del distretto del mobile imbottito si trovano a dover fare i conti con truffe legate alla falsificazione e alla produzione a basso costo che non solo
danneggiano il mercato, ma alimentano pratiche illegali che condizionano negativamente la tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. In questo caso l´entità e la qualità della truffa danneggiano enormemente la Calia e l´intero nostro settore del mobile. C´è un risvolto paradossalmente positivo in questa vicenda: esiste ancora un grande appeal dei prodotti made in Italy e made in Matera frutto del lungo lavoro delle nostre aziende. Questo patrimonio,
nonostante la crisi, non deve essere disperso. Il progetto di creazione di una scuola internazionale di design a Matera è una risposta intelligente alle difficoltà che da anni investono il settore. Sul fronte della legalità occorre adottare una normativa più severa che tuteli i prodotti Made in Italy, con particolare riferimento al settore del mobile imbottito, valorizzandone i punti di forza che lo rendono competitivo a livello globale. Ho invitato l’assessore regionale alle Attività Produttive, Marcello Pittella, ad affrontare insieme la
vicenda e scriverò al Ministro Passera per riportare sotto i riflettori i problemi che coinvolgono il comparto del mobile imbottito, chiedendogli di adottare misure efficaci ed incisive per fermare fenomeni illegali e dare continuità all’intesa governo- regione legata al distretto”.
DIGILIO, CONSIGLIERE REGIONALE PDL: VICENDA CLONAZIONE SALOTTI MATERANI, CHI DIFENDE E TUTELA IL MADE IN ITALY?
“La Guardia di Finanza di Matera ha fatto un ottimo lavoro nell’operazione dei divani contraffatti prodotti in Cina e commercializzati con il marchio “CaliaItalia”. Ma a parte la Guardia di Finanza ed altri corpi dello Stato le istituzioni, in primo luogo Governo e Regione, che fanno per la tutela del “made in Italy” e difendere gli interessi dei produttori?” E’ l’interrogativo del sen. Egidio Digilio, segretario regionale di Fli, che ha annunciato un intervento nei confronti del Ministro per lo Sviluppo Economico (che si occupa anche di commercio estero) Corrado Passera perché “la vicenda dell’azienda materana di salotti ha dell’incredibile. Infatti siamo passati dai tanti casi di contraffazione di marchi italiani che si verificano quotidianamente soprattutto nell’abbigliamento, nella pelletteria e nell’alimentare ad una vera e propria clonazione dell’azienda in questo caso la Calia Salotti di Matera e quindi non solo attraverso l’imitazione di modelli di divano. Le produzioni italiane di qualità non godono di alcuna tutela: il salame napoletano di Bucarest, la pomarola ed il parmesao del Brasile, il Chianti della California, il pesto ligure della Pennsylvania, sono solo alcuni esempi di prodotti tipicamente italiani prodotti all’estero per un giro d’affari di 60 miliardi di euro. La contraffazione dei marchi italiani è un fenomeno noto, meno noto è che sia lo stesso stato italiano con la Simest, Società italiana per le miste all’estero – aggiunge Digilio – ad investire in Lactitalia, società che produce latte e formaggi in Romania con marchi come Dolce Vita e Pecorino che imitano quelli italiani. Secondo le organizzazioni agricole Cia e Coldiretti sfiorano i 165 milioni di euro al giorno i danni provocati dalla contraffazione del made in Italy solo per l’intera filiera agroalimentare (dai campi all’industria di trasformazione). Un fenomeno, quello dell’agropirateria internazionale, pagato da imprese e consumatori e che genera un business illegale, una cifra 2,6 volte superiore rispetto al valore complessivo delle esportazioni di prodotti alimentari italiani nel mondo, pari a 23 miliardi di euro circa all’anno. Nei settori dell’arredamento e della moda specie griffati – dice Digilio – siamo di fronte ad un business illegale incalcolabile: 3,5/7 mld di euro è il giro d’affari stimato dei produttori di falsi in Italia, al 2010. Di questi, il 60% si riferisce a prodotti d’abbigliamento e di moda (tessile, pelletteria, calzature), il resto a orologeria, beni di consumo, componentistica, audiovisivo, software, importati completi (anche da altri paesi UE dove sono arrivati dall’Estremo Oriente) o perfezionati in Italia.
Ma non spetta solo al Governo mettere in atto azioni concrete vigilando all’estero e attivando Ambasciate e Consolati con funzionari ben preparati a “scovare” le contraffazioni, anche le Regioni non devono chiudere un occhio. E quanto alla Regione Basilicata – conclude Digilio – i conti con i cinesi sono ancora sospesi con la vicenda azienda cinese Sinoro, già centro orafo, Cripo, Orop che doveva lavorare nell’area di Tito quattro tonnellate di oro all’anno, non ha mai prodotto nulla se non una ottantina di disoccupati e con i pomodori in vendita in tanti supermercati lucani con etichette italiane e made in Cina”.
Egidio Digilio, Consigliere regionale PDL
un grazie alle politiche economiche nazionali, che hanno permesso a questa gentaglia di penetrare nel nostro tessuto economico e sociale, contribuendo fortemente alla crisi irreversibile di fronte alla quale ci ritroviamo oggi. Se vai in cina, non te la passi così liscia, mentre in italia questi galantuomini, godono di totale libertà. Questo episodio, di intercettazione di container con prodotti contraffatti, è solo la punta dell’iceberg.
non penso che si possa parlare di contraffazione, visto che questi signori con la scusa della crisi si avvalgono da anni di manodopera cinese fornendogli tutte le materie prime necessarie alla realizzazione dei salotti.
C’era da aspettarselo,visto che sono anni che Calia si avvale per la sua produzione non voglio dire esclusivamente,ma prevalentemente di manod’opera cinese,lasciando a casa moltissimio operai italiani che per anni hanno contribuito a costruire la storia di Calia. Questo è il risultato di chi non vuole rinunciare a nulla….nemmeno AD UN EURO DI GUADAGNO!!C’è da apprezzare invece quelle aziende che,pur rimettendoci sugli utili,si avvalgono solo ed esclusivamente di manod’opera ITALIANA pur di valrizzare e sostenere il Made in Italy!!!!!