“Riteniamo che il procedimento di individuazione delle aree potenzialmente idonee sia lacunoso e necessiti pertanto di una scelta ponderata che tenga presente i limiti e le cause di esclusione fissati dalle norme tecniche ISPRA che, nel caso della Basilicata, non sono state rispettate nell’individuazione dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale di rifiuti nucleari. Inoltre tenuto conte che circa l’80% dei rifiuti nucleari attualmente è presente nel nord Italia, non è stato valutato l’elevato rischio di un lungo trasporto di rifiuti pericolosi per raggiungere luoghi come la Basilicata”. E’ la posizione di Coldiretti Basilicata ribadita nelle scorse ore dal vice presidente regionale, Gianfranco Romano, nel corso del seminario nazionale organizzato dalla So.G.I.N, in attuazione alle disposizioni normative in materia di ambiente, per l’approfondimento degli aspetti tecnici relativi al deposito nazionale di rifiuti nucleari. Già a luglio di quest’anno sono già state trasmesse alla So.G.I.N. le osservazioni di Coldiretti Basilicata le quali hanno evidenziato come “la Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti nucleari sia stata realizzata senza adeguata considerazione ad alcuni criteri di esclusione contenuti nella Guida Tecnica redatta da Ispra: non è stato adeguatamente rilevato il rischio e la pericolosità geomorfologica, idraulica e sismica, nonché la presenza di paesaggi, habitat e specie animali e vegetali tutelati”. Inoltre a parere dell’organizzazione agricola lucana “tutti i 17 siti lucani individuati sono caratterizzati sia da produzioni agricole ed agroalimentari di particolare pregio, qualità e tipicità, a sostegno dei quali negli ultimi 20 anni sono stati investiti milioni di euro dalla UE, dal Governo Italiano e dalla Regione Basilicata, sia da aree archeologiche che testimoniano l’attività antropica in diverse fasi, dalla preistoria al medioevo, di rilevanza unica, che non possono essere pregiudicate dalla realizzazione di infrastrutture che compromettano l’esistenza, la tutela e di conseguenza la valorizzazione e la funzione del suddetto patrimonio naturalistico, paesaggistico e archeologico. Inoltre il vice presidente regionale Romano ha sottolineato la “naturale vocazione della regione Basilicata alla produzione enogastronomica di eccellenza e alla fruizione turistica, attività che sarebbero inevitabilmente danneggiate. Coldiretti Basilicata ribadisce con forza un secco no alla possibilità di individuare il deposito nazionale nel nostro territorio”.