Eduardo Saverin e Dustin Moskovitz avvistati a Bernalda in un noto hotel del centro cittadino.
Indiscrezioni parlano di trattative in corso per rilevare l’area industriale della Felandina di Maetaponto dove saranno prodotti i famosi occhiali di Ocolus Rift.
Obbiettivo ripensare un brand, riallineando forma contenuto Sfida non facile. Per Mark Zuckerberg una tappa necessaria. Lo scorso 28 ottobre l’ex ragazzo prodigio di Harvard, inventore del più grande social network di sempre, ha presentato ufficialmente Meta, ovvero la versione aggiornata della storica holding Facebook Inc., fondata nel 2004, ascesa rapidamente in cima all’Olimpo dei social media, ampliatasi negli anni con l’acquisizione di nuovi servizi e piattaforme leader, e oggi ripensata nel quadro di un progetto di rilancio e riposizionamento sul mercato globale. La grande società per azioni, così ribattezzata, continuerà a controllare Facebook, Instagram e Whatsapp – che non subiranno modifiche, almeno per il momento – oltre a sviluppare i visori di realtà virtuale Oculus Rift.
Dalla letteratura Cyberpunk alla nuova internet. Il nome scelto ha un suono breve e austero, che arriva dal greco antico, e che però sa di avanguardia, di scenari ipertecnologici, di paesaggi distopici: a ispirarlo è quel concetto di “metaverso” apparso per la prima volta nel 1992 tra le pagine di “Snow Crash”, romanzo di fantascienza dell’americano Neal Stephenson. Qui prende forma l’idea di una virtualità abitata da avatar e ologrammi, in cui il senso delle cose, degli eventi e delle relazioni sociali si rifonda grazie al potere di un’Internet evoluta. Nel gergo del settore, questo luogo immaginario viene chiamato Metaverso ed appunto con base nella Magna Grecia di Metaponto.