L’Assemblea, presieduta dal Vicepresidente Baldassarre, ha respinto il documento presentato da Pd, Pl, M5s. Bocciato con 11 voti contrari. Quattro i voti a favore e una astensione.
Il Consiglio regionale della Basilicata, riunitosi oggi, in seduta straordinaria, ha respinto a maggioranza (con 11 voti contrari, quelli di Bardi, Acito, Aliandro, Baldassarre, Bellettieri, Coviello, Piro, Quarto, Sileo, Vizziello e Zullino. Quattro voti favorevoli di Carlucci, Cifarelli, Leggieri e Perrino e 1 astensione, quella di Braia) la mozione di censura nei confronti del direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (Arpab) Antonio Tisci, presentata dai consiglieri Cifarelli e Pittella (Pd), Leggieri, Carlucci e Perrino (M5s) e Trerotola (Prospettive lucane).
Con il documento si evidenziava che: “Il Direttore generale in carica dell’Arpab più volte ha assunto comportamenti pubblici non consoni alla terzietà dell’Agenzia che rappresenta e decidendo di scendere nell’agone politico ha determinato una perdita di autorevolezza e di autonomia della stessa Agenzia. Dal curriculum presentato dal direttore Tisci, al momento dell’avviso e della conseguente nomina, non si evincono chiaramente i requisiti specifici di ammissione e, in particolar modo, della richiesta di elevata professionalità ed esperienza nel settore ambientale”. La mozione precisa che: “Alla data odierna il Direttore Generale non ha ancora adottato la delibera di bilancio consuntivo 2020 dell’Agenzia (termine scaduto il 30 aprile scorso), né ha trasmesso in Regione il cosiddetto preconsuntivo (termine scaduto il 21 settembre), contravvenendo a quanto previsto dalla legge regionale n. 1/2020 art. 21 comma 2 punto b. Il Direttore provvede in particolare: “alla predisposizione del bilancio preventivo, del rendiconto consuntivo e del regolamento; che l’art. 22 comma l punto c) della L.r. n. 1/2020 “Cessazione dall’incarico di Direttore generale” prevede che: “Il Presidente della Giunta regionale provvede alla revoca della nomina del Direttore generale e alla risoluzione del contratto: c) nel caso la gestione presenti una situazione di grave disavanzo o nel caso di mancato rispetto dei termini previsti dalla presente legge per l’adozione dei documenti di bilancio e degli atti amministrativi di programmazione generale”.
Nel documento viene riportato che: “E’ al vaglio della magistratura il concorso Arpab per l’assunzione a tempo pieno e determinato della durata di 18 mesi di diverse unità di personale. A questo proposito il DG Tisci lo scorso 21 settembre è stato audito in III Commissione consiliare, dichiarando di aver avuto un solo contatto con la società esterna che ha svolto la selezione pubblica relativamente alla modalità con cui effettuare la pre-selezione. Da notizie di stampa successive, invece, si apprende che il DG avrebbe avuto diverse interlocuzioni con la società esterna, addirittura approvando le domande con le relative risposte. Infine, la magistratura ha richiesto all’Ufficio personale una serie di documenti concernenti il corretto svolgimento della prova preselettiva e alle eventuali responsabilità a carico anche del Direttore Generale”.
In apertura di seduta si è tenuto un dibattito nel quale sono intervenuti i consiglieri Cifarelli, Braia, Zullino, Leggieri, Perrino, Carlucci e Vizziello.
“L’Arpab nel perseguire la sua mission deve avere alla base l’imparzialità, la terzietà e l’accuratezza scientifica. Prerogative che, innanzitutto, dovrebbero essere racchiuse nella figura del Direttore Generale. Purtroppo, le vicende che hanno visto protagonista il Dg Tisci hanno raccontato tutta un’altra storia. Storia che non ha risparmiato nessun contesto: né istituzionale, né amministrativo, né massmediatico, riservando una luce sinistra sull’Agenzia. Così il capogruppo del Pd, Cifarelli, primo firmatario della mozione di sfiducia, sottolineando che : “Il tutto è iniziato con la nomina del Direttore dell’Agenzia che prevede la nomina con procedura comparativa tra soggetti di elevata professionalità e qualificata esperienza nel settore ambientale. Esperienza che Tisci, come si evince dal suo curriculum vitae, non ha maturato nel settore ambientale. Ricco è il capitolo delle omissioni. Non è stata ancora adottata la delibera di bilancio consuntivo 2020 dell’Arpab, né è stato trasmesso il preconsutivo con i termini di entrambi ampiamenti scaduti, contravvenendo a quanto previsto dalla legge di riordino dell’Agenzia. Come se non bastasse, sull’Agenzia si è abbattuta recentemente anche la spinosa questione dei concorsi con la magistratura che ha aperto un’indagine sulle procedure selettive e i rapporti intercorsi tra la società esterna incaricata di gestire la selezione e il management dell’Arpab. E, poi, ancora la scelta inopportuna di Tisci di continuare a fare politica nel mentre svolge la funzione di Direttore generale, facendo comizi via facebook. Dal presidente Bardi ci aspettiamo coerenza rispetto a quanto dichiarato recentemente proprio in questa Assise: ‘Chiunque ha un ruolo pubblico ha il dovere di essere da esempio. E’ una questione di etica e anche di estetica pubblica’”.
“Non ho sottoscritto la mozione di censura e non la voterò perché non ci sentiamo giustizialisti”. Lo ha detto il capogruppo di Italia Viva, Braia per il quale “la mozione, per come articolata e per quello che rappresenta in termini di Statuto, è di fatto una condanna perché si chiede di valutare la rimozione del direttore dell’Arpab. Il punto vero è che questa maggioranza si è candidata per cambiare usi e costumi ritenuti sbagliati e situazioni di questo tipo possono far riapparire fantasmi che per qualcuno appartenevano al passato. E’ in ballo la credibilità di una classe dirigente che viene minata da questioni che fanno capo al direttore dell’Arpab che deve tutelare l’ambiente. Non ci interessano le polemiche sulla competenza e terzietà ma credo che sia interesse di tutti chiarire cosa sia successo, anche relativamente ai concorsi, senza che questo possa rappresentare elemento negativo ma possibilità di meglio comprendere i fatti, ammettendo anche eventuali errori. Credo bisognerebbe istituire una Commissione di inchiesta ai sensi dello Statuto regionale”.
Il consigliere Zullino (Lega) ha stigmatizzato l’intervento di Cifarelli rispetto al passaggio relativo ai concorsi e alla corsa della maggioranza a ricoprire ruoli di sottogoverno. “Il centro sinistra che ha governato prima di noi – ha evidenziato – dimentica che un mese prima delle elezioni ha fatto nomine come quella del direttore dell’Aor “San Carlo” di Potenza, Barresi”. L’esponente della Lega ha, poi, riportato altri esempi: quello del direttore dell’Asl di Potenza, Bochicchio, per il quale la quarta Commissione consiliare ha avviato un’attività ispettiva. E, ancora, quello del commissario del Parco Appennino Lucano, Priore, che ha condiviso sul suo profilo facebook “una bruttissima fotografia che ritraeva Matteo Salvini con i panni di un musulmano” e quella dell’amministratore unico del Consorzio di Bonifica che “ha indirizzato una nota ai dipendenti dicendo che i fatti interni non vanno riportati all’esterno”. “Ai cittadini lucani – ha concluso – interessa conoscere le azioni politiche che si vogliono mettere in campo per il bene della comunità. In questo modo stiamo creando un danno prima di tutto alla politica stessa”.
“Questo governo del cambiamento ancora non abbiamo capito cosa è a dispetto di quanto sostenuto dal Presidente Bardi che, evidenziando lo spettacolo indecoroso offerto dal Consiglio regionale nelle ultime sedute, aveva rimarcato come non si stesse tenendo fede alla promessa fatta ai lucani”. Così ha esordito il consigliere del M5s, Leggieri per il quale “la mozione di censura fa riferimento al decadimento di certi comportamenti e personaggi, note stonate rispetto al periodo che stiamo affrontando. La Basilicata continua a fare i conti con povertà, spopolamento, abbandono degli anziani, drammi che impongono sobrietà nei comportamenti e pragmatismo. Il direttore dell’Arpab, ha dimenticato di avere una carica pubblica e la sua condotta è stata riprovevole. Per quanto riguarda i requisiti per la sua nomina, non emergono quelle competenze tipiche di chi dovrebbe far funzionare al meglio un’Agenzia ambientale. Dal curriculum si evidenziano solo alcune competenze in materia ambientale. Le alchimie politiche hanno preso il sopravvento a discapito degli incarichi. Anche il tema degli adempimenti legati alla mancata presentazione del bilancio è grave. Non possiamo che esprimere il nostro rammarico. Occorrono comportamenti sobri e non da tifosi della curva”.
“Non possiamo essere tacciati di giustizialismo, non stiamo mandando nessun sul patibolo. Parliamo di altro, di mancata attuazione di quanto previsto da una legge. Se ci sono delle cose poche chiare ne chiediamo e ne chiederemo conto”. Lo ha sottolineato il consigliere Perrino (M5s), precisando che: “Non abbiamo nulla contro la persona Antonio Tisci, però, nel momento in cui si riveste una carica pubblica, si deve mettere in conto di rispondere all’opinione pubblica. Il motivo principale per cui abbiamo deciso di sottoscrivere questa mozione è perché c’è una legge (legge regionale 1/2020 sul riordino della disciplina dell’Arpab) che prevede nel caso la gestione presenti una situazione di grave disavanzo o nel caso di mancato rispetto dei termini previsti dalla presente legge per l’adozione dei documenti di bilancio e degli atti amministrativi di programmazione generale la revoca dell’incarico da parte del Presidente della Giunta. Non c’è scritto può revocare. Se il dirigente in questione non ha rispettato la legge, è giusto che il presidente Bardi segua quanto previsto dalla legge. Non mi piace puntare il dito sulle persone. Se parliamo è perché ci sono degli elementi da chiarire. Le polemiche riguardo alle dichiarazioni sui social, pur se gravi e ovviamente avendo idee ben diverse, non mi appassionano. Sicuramente è grave che nel 2021 siamo ancora qui a discutere dell’opportunità di parlare in un certo modo, evitando taluni comportamenti. Siamo qui, lo ribadisco ancora una volta, non per il gusto di attaccare una persona ma per parlare di altro, di questioni reali che riguardano la società lucana”.
“Non sono giustizialista e rispedisco al mittente chi lo pensa”. Così il consigliere regionale del M5s, Carlucci per la quale “non si può tacere quando anche sui social, relativamente al comportamento del direttore dell’Arpab, c’è stata una rivolta. Ho sottoscritto con rammarico questa mozione di censura. Ad indurci a farlo sono stati gli atteggiamenti deplorevoli del direttore dell’Arpab chiamato dalla politica a ricoprire un ruolo importante in un’Agenzia importante. La politica non intervenendo sbaglia e non rimedia disonorando, così, la comunità. Gli atteggiamenti del Direttore disonorano la politica e tutta la comunità lucana. Provo vergogna per le parole da lui dette nei confronti di Gino Strada. I cittadini sono sempre più lontani dalla politica ed anche per questo bisogna censurare parole e atteggiamenti non consoni di chi ricopre ruoli pubblici. Approvare la mozione significa onorare le istituzioni, rispettare i cittadini oltre che la Carta Costituzionale che è antifascista. Ai vertici di Agenzie regionali devono esserci persone di cui andare fieri”.
“Importante il richiamo all’etica e non alla morale di coloro i quali rivestono un ruolo pubblico. Concordo con quanto detto dal Presidente Bardi. Fdi respinge la mozione che si basa su una serie di motivazioni tesi a delegittimare il ruolo di un dirigente nominato da questa maggioranza”. Così, in dichiarazione di voto, il consigliere regionale Vizziello.
Bocciata, infine, la richiesta dell’istituzione di una Commissione di inchiesta, ai sensi dello Statuto regionale, presentata dai consiglieri Braia, Polese, Perrino, Leggieri, Carlucci e Cifarelli, a “tutela dell’Agenzia, dei lavoratori, delle procedure di selezione dell’Arpab e, soprattutto, ad esclusiva tutela degli interessi dei cittadini e delle cittadine lucane”.
Il Presidente della Regione, Vito Bardi, prima della comunicazione sull’argomento all’ordine del giorno dei lavori consiliari ha ricordato, nel giorno della festa delle Forze Armate, la ricorrenza che quest’anno celebra il centenario della tumulazione del Milite ignoto, avvenuta il 4 novembre 1921, invitando l’Aula ad osservare un minuto di silenzio come omaggio al sacrificio dei caduti.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE BARDI NEL CONSIGLIO REGIONALE DI OGGI
“Oggi è in discussione una mozione su cui immagino si aprirà un dibattito cui volentieri assisterò. Mi preme solo dire due cose prima dell’illustrazione e della discussione. Un contributo istituzionale che spero possa fornire ulteriori valutazioni sul tema. Come ho avuto modo di dire qualche settimana fa in questa aula, massima espressione democratica del nostro territorio, “chi riveste incarichi istituzionali ha il dovere di non scadere mai”. Ricordo di nuovo l’art. 54 della nostra Costituzione, su cui ho giurato, che recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Vale per tutti, me in primis. Tutti noi che rivestiamo incarichi pubblici abbiamo il dovere di essere esempio. Chiunque ha un ruolo pubblico ha il dovere di essere esempio”. Lo ha affermato il Presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, nel corso del Consiglio regionale di oggi.
“Nel caso di specie – ha sottolineato Bardi – mi preme ricordare che la stragrande maggioranza dei lucani vuole una classe dirigente che sia all’altezza dei compiti e dei ruoli. Essere classe dirigente non comporta solo onori, ma è soprattutto un onere, da sopportare con fatica, dedizione ed esempio. A volte anche con rinunce. Rinunciare, per esempio, alle proprie idee politiche quando si hanno incarichi gestionali in un ente pubblico, perché si ha il dovere di esercitarlo secondo criteri di imparzialità, efficienza ed efficacia. Chi vuole fare politica, faccia politica. Chi ha incarichi nella pubblica amministrazione, non deve fare politica. È una distinzione banale, ma è necessaria sottolinearla. Lo ribadisco perché viviamo in una Regione dove – soprattutto in passato – sono entrati nella macchina amministrativa, soprattutto a livello apicale, chi aveva nel CV una precedente esperienza politica. Il che non è un male di per sé, ma presuppone la necessità di spogliarsi del vecchio abito e di indossarne uno nuovo. E non sempre questo è accaduto”.
“Dopo due anni e mezzo – ha continuato il Presidente della Regione Basilicata – avrete imparato il mio stile – magari potrà non piacervi – ma è questo. Per cui non apprezzo un utilizzo partigiano delle istituzioni, di qualunque parte sia. Vale per i direttori generali e anche per gli organi di questo consiglio regionale. L’imparzialità è un valore che non rimosso. E poi non mi piace la sovraesposizione mediatica, non mi piace la politicizzazione esasperata, non apprezzo chi distoglie tempo all’azione amministrativa per fare politica, non apprezzo un utilizzo disinvolto dei social media da parte chi riveste incarichi pubblici. E lo dico con un valore generale. Sottolineo quanto ho appena detto con un’impostazione di assoluta generalità, perché non mi piace la doppia morale. In questa Aula non ho “agitato” una fantomatica “questione morale” – come ha erroneamente detto qualcuno – perché non è il mio linguaggio, non è la mia cultura, non è la mia idea politica. Sono un moderato, un liberale, un cattolico e la “questione morale” appartiene ad altre ere e a una cultura di impronta giacobina che non mi appartiene. E tra l’altro non credo che chi la agiti abbia – per storia e fatti di cronaca – la credibilità per brandirla”.
“Ho invece evidenziato – ha ribadito Bardi – con forza la necessità di una etica ed estetica pubblica che presuppone un dovere attivo da parte di chi riveste incarichi istituzionali. Il senso del dovere, lo spirito di missione, il sano atteggiamento da servitore dello Stato che troppo spesso manca, in Basilicata e non solo. Non mi piace la “questione morale” perché di solito è una clava strumentalmente utilizzata contro il nemico e soprattutto perché la “questione morale” da sempre ne presuppone due. Una morale per i nemici e una morale per gli amici. È la doppia morale, un vizio duro a morire. Perché mi sarei aspettato il medesimo rigore dimostrato oggi, al punto da presentare una mozione di censura, non solo contro il “nemico” di turno, ma anche contro i tanti che svolgono il proprio ruolo non sempre con imparzialità, efficienza ed efficacia. Ma se sono stati nominati dagli “amici”, magari sono parenti o appartengono alla corrente politica “giusta”, hanno l’immunità. È la doppia morale”.
“Non mi riferisco certo – ha evidenziato il Presidente – alla vicenda recente, che ha visto coinvolta la sorella del Segretario regionale della CGIL, che lavora in ARPAB. Proprio alla CGIL rinnovo la mia vicinanza anche in quest’Aula, dopo averlo già fatto nella sede di Potenza, per la vergognosa aggressione squadrista subita a Roma. Il sindacato è un corpo intermedio necessario in ogni democrazia, anche quando fa politica e lo si usa per costruire personali carriere politiche. Il pluralismo è sempre un bene da difendere. Ma ribadisco, non possiamo accettare un atteggiamento rigoroso contro i “nemici” e accondiscendente con gli “amici”, magari nominati in fretta a furia a scadenza di un mandato – conclusosi nella maniera che conosciamo – perché bisognava occupare una casella per non lasciarla ai “nemici”. È un approccio che non mi appartiene, proprio perché per me non esistono nemici o amici, ma al massimo solo “avversari”. E quando si parla di istituzioni, la logica dell’appartenenza come unico criterio di giudizio è un fatto inaccettabile”.
“Noi dobbiamo mettere al centro del nostro agire politico – ha ribadito Bardi – solo il bene della Basilicata. Le scelte si possono sbagliare, gli uomini e le donne si possono sostituire – nessuno è indispensabile – ma quello che conta è l’animus. Se ci approcciamo alle istituzioni con la logica dell’appartenenza, non facciamo un servizio alla comunità. Mi è capitato di nominare persone con background politici lontani da questa amministrazione regionale, ma non ci ho mai visto nulla di male. Non voglio parlare di “merito”, che è un concetto difficilmente misurabile, ma di indipendenza nelle scelte e nelle valutazioni. In conclusione, voglio ribadire un concetto molto semplice: è chiaro che certi comportamenti non sono più ripetibili. E mi appello proprio a quel concetto di etica ed estetica pubblica, che ho più volte ribadito. Un valore repubblicano che deve guidare ognuno di noi. Questa mozione di censura è un legittimo atto politico che chiedo alla maggioranza di respingere proprio a causa della strumentalità che ho provato a evidenziare. Questo non vuol dire coprire errori, atteggiamenti e parole sbagliate, che non saranno più tollerate e che non dovranno più ripetersi”.
“Così come voglio ribadire che questo Consiglio regionale non può sostituirsi alle indagini della magistratura, soprattutto in assenza di evidenza pubblica dei procedimenti. La distinzione tra politica e magistratura è necessario in ambedue le direzioni. La politica non può farsi dettare tempi, scelte e modi dalla magistratura. E a volte la politica deve intervenire prima e oltre la magistratura, come pure ho dato dimostrazione di fare. Se vi saranno elementi oggettivi o ulteriori sbavature, non mi sottrarrò a decisioni severe. Noi non dobbiamo difendere le persone a prescindere. E mi auguro che rispetto a questo principio ognuno ne tragga le dovute conseguenze. Ho comunicato il mio parere negativo su questa mozione di censura. Nel pieno rispetto dei ruoli e delle facoltà di tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione. Voglio infine appellarmi agli uomini e alle donne di buona volontà, donne e uomini liberi che sono in questo Consiglio regionale. Senza guardare alle appartenenze politiche, è il momento del dialogo e della concordia. Abbiamo bisogno delle proposte di ognuno di voi, che siete i legislatori della nostra Regione. Usciamo da una pandemia che ha stressato potentemente il nostro tessuto economico e sociale, ma adesso abbiamo l’opportunità storica di ricostruire, affrontando tante questioni irrisolte da decenni. Possiamo farlo solo con un atteggiamento franco ma leale tra tutti noi. La mia disponibilità nei confronti di tutti i consiglieri regionali è totale. Il lavoro da fare è enorme. Tutti noi siamo stati eletti unicamente per servire la Basilicata. Onoriamo questa missione”, ha concluso.