Dai 45 sportelli CAF della Uil presenti sull’intero territoriale regionale parte l’allarme: entro i primi mesi del nuovo anno avremo file di cittadini a chiedere principalmente l’Isee. La certificazione, diventata essenziale per un numero sempre maggiore di famiglie lucane, serve in molti casi: assegno unico ai figli, reddito di cittadinanza, superbonus, prima casa ai giovani. Ma anche bonus nido, aiuti sulle bollette, rette per mense scolastiche e università, ecc.
Anna Carritiello, responsabile del Caf-Uil e componente della segreteria regionale confederale, parla di “autentico tour de force” che attende i circa 50 operatori del sindacato. In quest’anno – riferisce – abbiamo prodotto 10.700 Isee, a cui aggiungere la lavorazione di 20.600 modelli 730 (redditi), 600 modelli redditi persone fisiche, 138 pratiche successioni. Solo per fermarci ai documenti più richiesti. Un lavoro complesso destinato ad aumentare per effetto della crisi da Covid perchè le famiglie sono costrette a richiederlo o aggiornarlo fin dai primi mesi dell’anno. Il Caf Uil Basilicata è presente anche nei piccoli paesi, nei luoghi più sperduti spesso offrendo un servizio in tempo reale e in questa capillarità le persone hanno trovato una preziosa informazione, chiara e dettagliata. Nel periodo della pandemia i nostri uffici sono rimasti aperti al servizio delle persone e sono divenuti un punto di riferimento quando le Amministrazioni pubbliche hanno interdetto gli accessi all’utenza senza dare risposte in molti casi nemmeno telefonicamente. Al contrario, la nostra porta – aggiunge – è rimasta sempre aperta.
In base alle pratiche arrivate fino ad oggi all’Inps, si può calcolare che il 2021 si chiuderà con 10 milioni di Isee calcolati, di cui nove inviati tramite Caf e uno tramite gli altri canali tra cui quello precompilato online fai-da-te che nel 2020 ha rappresentato l’8,8% del totale e che l’Inps ha intenzione di potenziare per il 2022. L’urgenza di calcolare l’indicatore per tempo nasce proprio dalla necessità di evitare che le famiglie perdano i vecchi aiuti senza ricevere quello nuovo e questo – sottolinea Carritiello – ci carica di ulteriore responsabilità. Proprio in occasione dell’evento Uil in tour con la giornata di piazza Prefettura a Potenza sono stati presentati i servizi a disposizione di lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani, famiglie. I nostri operatori ci mettono la faccia in questo lavoro e insieme a grande disponibilità danno prova di professionalità districandosi nella giungla di norme sfornate in continuazione da decreti e provvedimenti governativi. Ma proprio perché sappiamo che ogni Isee non è un “foglio di numeri” quanto piuttosto è il lasciapassare per aiuti e contributi a quanti ne hanno bisogno ci mettiamo un supplemento di impegno. Quello che ci contraddistingue è la professionalità e la qualità dei servizi offerti investendo nella formazione dei nostri operatori. Chi si reca da noi apprezza in particolare la cortesia, la disponibilità e la competenza del personale, la chiarezza delle informazioni, la comodità delle sedi, e fra i miglioramenti è gradita la prenotazione su appuntamento con la riduzione dei tempi di attesa e la possibilità di richiedere i nostri servizi telematicamente. Tutte queste qualità hanno portato all’incremento dell’utenza e di conseguenza degli iscritti e i risultati raggiunti e riconfermati in quest’ultima campagna fiscale ci hanno dato prova di essere sulla strada giusta. Noi come Caf Uil continueremo a impegnarci per soddisfare tutte le esigenze dei lavoratori, delle lavoratrici, delle famiglie, degli anziani, dei disagiati che la digitalizzazione e le normative fiscali sempre più complesse e in continuo cambiamento hanno messo a dura prova.
Inoltre c’è un problema di risorse: è ancora in stand by la convenzione tra l’Inps e i Caf per dare una copertura finanziaria alla campagna 2022. Le cifre proposte dall’Istituto per il prossimo anno – secondo dati della Consulta nazionale dei Caf sindacali – bastano a coprire appena sei milioni di pratiche. Per affrontare il boom in arrivo bisogna organizzare gli uffici. L’anno scorso, ad esempio, l’Inps tra gennaio e febbraio ha ricevuto solo il 39% delle dichiarazioni Isee annuali, perché non tutte le agevolazioni – come quelle sulle rette scolastiche – richiedono l’aggiornamento dell’indicatore a gennaio. Ad aggravare il rischio ingorgo c’è il fatto che una pratica Isee richiede diversi documenti non solo reddituali: dalla giacenza media di tutti i conti correnti attivi, anche cointestati, fino a eventuali buoni fruttiferi postali donati ai figli, o contratti di affitto e certificati di disabilità.