Sei mesi fa si è insediata nel ruolo di Commissario straordinario Asm. Sabrina Pulvirenti, medico urgentista. Nei prossimi giorni la Pulvirenti riceverà formalmente l’incarico di nuovo direttore generale Asm. Nell’intervista concessa per SassiLive abbiamo tracciato un bilancio del primo semestre alla guida della Asm.
Che situazione ha trovato nell’Asm, a Matera e in provincia, quando si è insediata?
“L’incarico è partito nei primi giorni di aprile con un commissariamento di sei mesi e i primi giorni sono stati quelli di avvio e analisi rispetto a quello che c’era in questa azienda.Devo dire che la situazione è molto seria. Dopo 15 mesi di Covid e di governo regionale non definitivo con la presenza di facente funzione, la situazione era molto complicata, lo è tutt’ora anche se la situazione sta progressivamente migliorando perché abbiamo dato avvio a tantissime procedure dopo solo sei mesi”.
Qual è stata l’emergenza maggiore da affrontare?
“Le emergenze sono state diverse: la prima è stata quella sanitaria, quindi il piano vaccinale e in questo caso l’Asm è scesa in campo ottenendo ottimi risultati, la seconda è stata l’assenza totale di organizzazione e di unità sia sanitarie che amministrative, che hanno fortemente inficiato il rapporto che c’è attualmente nella percezione della sanità di livello e di qualità che tutto il personale sanitario eroga congiuntamente alla parte amministrativa e infermieristica. Purtroppo l’esiguità incide fortemente sui risultati e va a discapito del territorio ma voglio ricordare che quando siamo arrivati nell’Asm non si espletava un concorso pubblico per assumere gli specialisti ambulatoriali per il territorio da anni. Il commissariamento ha portato all’indizione dell’avviso pubblico per 125 medici sumai dedicati al territorio, 5 per ogni branca specialistica e hanno risposto purtroppo soltanto in 15”.
Secondo lei perché hanno risposto solo 15 medici?
“Perché sono gli specialisti che erogano le prestazioni territoriali, quindi solo gli ambulatori. Il territorio lucano è disagiato dal punto di vista geografico, passiamo dal mare alla montagna e quindi partendo da Matera e Policoro che sono i due ospedali per acuti ovviamente il tragitto inficia sulla possibilità di reperire il personale sanitario e infermieristico. Confido però sul fatto che i nuovi modelli organizzativi attrarranno sicuramente gli specializzandi che stanno mostrando interesse verso l’Asm di Matera”.
Va in questa direzione quindi la riforma sanitaria voluta dall’assessore regionale Leone, che però viene contestata dai sindacati in quanto ritengono che si depotenzia l’ospedale di Matera? Qual è il suo giudizio in merito a questa riforma?
La riforma non potrà incidere sulle potenzialità dell’ospedale di Matera, perché il futuro della Sanità è suddividere e integrare, che può sembrare un controsenso ma in realtà non lo è. Suddividere vuol dire dare al territorio la gestione di tutti i pazienti che sono cronici, i diabetici, gli ipertesi, i long Covid, l’Asm ha istituito il territorio pneumologico a Matera e Policoro, e coniugarlo con un flusso che deve essere bidirezionale tra il territorio e il paziente complesso che si complica all’improvviso e che deve venire all’ospedale e il paziente che viene preso in carico acuto, curato e dimesso nel territorio dove deve essere accolto. Ecco perché la riforma non va in conflitto con la tutela del cittadino, anzi va nell’ottica di mettere a punto una strategia che il Covid ci ha insegnato e cioè che il territorio è fondamentale”.
Sulla scelta del Miulli di fermare la migrazione sanitaria di pazienti lucani che idea si è fatta la Pulvirenti?
“Io vengo da una grande regione e pensavo quando arrivata di trovare una regione in cui la scarsità della popolazione potesse essere una delle motivazioni dello scarso afflusso delle movimentazioni di medici. In realtà non è così. I tetti di spesa che sono messi dalle singole regioni dipendono dal livello centrale, quindi Conferenza Stato-Regioni e Ministero della Salute. I tetti che sono messi nelle singole strutture sono un adempimento della Regione Puglia. E’ evidente che un cittadino limitrofo ad un’altra regione si sposta. Accade anche nel Lazio dove quelli più a nord vanno in Toscana e quelli più a sud vanno in Campania. La risposta dell’assessore regionale Leone è stata precisa e puntuale rispetto alla normativa ma noi dobbiamo lavorare sul tasso di mobilità e per fare questo dobbiamo portare delle eccellenze così come abbiamo fatto con la campagna vaccinale. Abbiamo messo in campo il reclutamento di amministrativi, medici, specializzandi, infermieri. Noi abbiamo assunto in sei mesi 22 medici specialisti, abbiamo garantito nell’ospedale di Policoro tutte le guardie interdivisionali, mediche, chirurgiche, pediatriche, ginecologiche e di pronto soccorso h24. Quindi voglio precisare che l’ospedale di Policoro non chiude, anzi”.
Anche l’utenza materana è scoraggiata quando deve rivolgersi all’ospedale di Matera. In proposito la Pulvirenti cosa si sente di dire ai cittadini materani e della provincia che arrivano nell’ospedale di Matera per curarsi?
“L’ospedale di Matera è sede di Dea di primo livello e insieme al presidente Bardi abbiamo pianificato l’acquisizione del nuovo parco tecnologico, partito nella scorsa settimana: abbiamo acquistato 2 tac, 2 risonanze magnetiche di cui una da 1 tesl e mezzo con cui si fa anche la ricerca, 3 HC che servono per la chirurgia vascolare, tutti gli ecografi, i tavoli che servono per gli rx e la diretta dell’addome, anche per il territorio. Un investimento importante e quindi questo vuol dire che l’ospedale di Matera non viene smantellato, anzi. Noi stiamo lavorando per riattivare tutta la parte della chirurgia d’urgenza, la chirurgia vascolare, la chirurgia plastica, la prest unit. Ci sono delle difficoltà nel reperimento dei medici ma con la facoltà di medicina all’Unibas l’obiettivo è quello di crescere i nostri ragazzi e fare in modo che non vadano nelle altre regioni ma che rimangano a casa loro. Matera ha tutti i numeri per tornare ad essere un ospedale di riferimento, che è quello che sarà. Questo è il mio obiettivo. Coniugare il territorio con questo slogan “Il Sasso dell’innovazione”, coniugare il distretto sanitario che prevede un punto sanitario per ogni singolo comune in cui ci sarà l’infermeriere, già ci sono i medici specialisti e in 33 Comuni abbiamo attivato una convenzione in cui il paziente può andare nella farmacia, pagare il ticket o l’esenzione e prenotare la prestazione in modo tale da evitare che il paziente anziano o con una mobilità limitata di fare avanti e indietro, venire a Matera o a Policoro, prenotare al Cup e ritornare per esempio a Garaguso o a Rotondella. Il paziente rimane a casa, scene in farmacia, prenota al Cup e va direttamente al punto sanitario dove troverà l’infermiere che gli fa i prelievi e il medico specialista. Sul territorio ci sarà pneumologo, il dermatologo, l’allergologo il cardiologo e l’internista”.
Michele Capolupo
Nella foto il commissario straordinario Asm Sabrina Pulvirenti (Foto www.SassiLive.it)